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Riconoscimento internazionale ad una forlivese per la ricerca in ambito oncologico: "Una grande soddisfazione"

A 45 anni la forlivese ha una carriera di grande spessore, ma da cosa nascono le sue ricerche? "Le mie ricerche credo abbiano una motivazione in evoluzione, ossia siano nate principalmente dall’amore per la scienza in generale e per la medicina in particolare"

A soli 45 anni si è aggiudicata il premio internazionale "Gaetano Salvatore" dell'Accademia dei Lincei, per la Fisiopatologia della tiroide. E' la forlivese Sofia Asioli, anatomopatologa, docente e ricercatrice, classe 1976, che riceve a Roma, nella cornice di Palazzo Corsini il premio, giovedì mattina.

Asioli, professoressa associata presso il Dipartimento di Scienze biomediche e Neuromotorie dell’Università degli Studi di Bologna, che lavora attualmente presso l'Ospedale Bellaria di Bologna, ha conquistato il premio a pari merito con un'altra professionista. "Ho accolto la notizia con grande emozione e soddisfazione per il riconoscimento, da parte della più prestigiosa Accademia scientifica italiana, del lavoro di ricerca da me svolto in ambito oncologico in questi 15 anni - spiega a Forlitoday.it -. E’ inusuale che tale riconoscimento venga elargito ad una figura professionale, quale l'Anatomopatologo, che seppur fondamentale nel percorso oncologico di ogni singolo paziente, è poco conosciuta dall’opinione pubblica".

"Asioli - si legge nella motivazione del premio - è autrice di numerosi lavori a stampa e in particolare di 26 pregevoli pubblicazioni inerenti alla patologia tiroidea. Di particolare interesse l’identificazione e la descrizione degli aspetti citomorfologici e molecolari della variante “hobnail” del carcinoma papillifero della tiroide, una variante rara, ma molto aggressiva del carcinoma papillifero della tiroide. L'individuazione di mutazioni somatiche multiple nel carcinoma papillifero della tiroide ha permesso di identificare con esattezza la variante “hobnail” del tumore così da essere in grado di valutare la prognosi e pianificare la terapia. Sulla base delle ricerche della professoressa Sofia Asioli, la variante “hobnail” del carcinoma papillifero della tiroide è stata riconosciuta nella Classificazione OMS dei tumori della tiroide".

"Questo è un premio - spiega Asioli - che trova la sua ragione d’essere nel senso del dovere e di responsabilità e in una profonda e quotidiana umiltà. Per chi invece vuole qualche informazione più tecnica, dalla quale è impossibile prescindere, la motivazione di questo premio consiste nel riconoscimento da parte dell’Accademia dei Lincei, dell’importanza di aver identificato e descritto per la prima volta una variante rara, ma molto aggressiva di un carcinoma della tiroide che è stata inserita anche nella Classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) dei tumori; nonché di fornire le conoscenze molecolari in grado di valutare la prognosi e di pianificare la terapia". Oggi Asioli si occupa maggiormente di neoplasie cerebrali in particolare neuroendocrine (ipofisi), tumori della base cranica, neuropatologia e alterazioni molecolari con la dottoressa Giannini professoressa anche della Mayo.

Asioli ha una attiva collaborazione scientifica, finalizzata a progetti di ricerca, con Mayo Clinic, Department of Pathology and Laboratory Medicine, Rochester (MN), USA. La collaborazione con Caterina Giannini, professoressa di Anatomia patologica e Neurochirurgia presso la Mayo Clinic Alix School of Medicine, Rochester (MN), Usa e professore ordinario di Anatomia Patologica del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’Università di Bologna è tutt’ora attiva ed è volta prevalentemente alla neuropatologia chirurgica ed oncologica e allo sviluppo di test diagnostici e predittivi di patologia molecolare diagnostica in ambito neuropatologico. Dal 2002 ad oggi l’attività scientifica di Asioli si è concretizzata in 121 pubblicazioni scientifiche. Oltre ad avere partecipato a numerosi progetti ed attività di ricerca nazionali ed internazionali, nel 2015 è stata co-inventore del brevetto “Additivo accelerante di ibridazione” dell’area chimica e biotecnologie.

A 45 anni la forlivese ha una carriera di grande spessore, ma da cosa nascono le sue ricerche? "Le mie ricerche credo abbiano una motivazione in evoluzione, ossia siano nate principalmente dall’amore per la scienza in generale e per la medicina in particolare, a me trasmesse da due persone speciali, i miei mentori, i professori Gianni Bussolati e Vincenzo Eusebi. Poi hanno risposto sempre più a fondo alle richieste provenienti dalla necessità di rispondere alla speranza con qualcosa di concreto e positivo. Senza dimenticare la curiosità che i miei figli ogni giorno mi trasmettono con il loro sguardo", conclude Asioli.

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