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Sicurezza stradale

Autovelox decapitati, "le gesta di Fleximan esaltate dal sentimento di vessazione degli automobilisti"

Queste le considerazioni di Raffaele Acri, vice coordinatore del Quartiere Resistenza, nel prendere le distanze dai reati commessi dai "giustizieri" dei dispositivi di controllo di velocità

Nelle ultime settimane è sbarcato anche in Romagna Fleximan, il "vendicatore" che sta prendendo di mira gli impianti degli autovelox installati lungo le strade abbattendo i pali che ospitano le apparecchiature per fotografare chi supera i limiti di velocità. Casi sono stati segnalati nel Ravennate e nel Riminese. "Il pericolo di emulazione che si sta diffondendo anche attraverso l’acclamazione dei social e recepito e talvolta applaudito, anche dalla saga carnevalesca, interpreta un sentimento di vessazione del popolo degli utenti della strada che non andrebbe sottovalutato o derubricato", afferma Raffaele Acri, vice coordinatore del Quartiere Resistenza, nel prendere le distanze dai reati commessi dai "giustizieri" dei dispositivi di controllo di velocità. 

Argomenta Acri: "Il parco auto nazionale da tempo immemore è l’oggetto delle mire del fisco; dalle accise risalenti alla guerra d’Abissinia che tutti i governi promettono, senza mantenere, di eliminare, fino ai recenti e mai spiegati rincari dei combustibili ovvero quando il gasolio costava più della benzina; si passa poi ai costi delle polizza che non premiano il merito (chi scrive è in prima classe di merito da decenni e paga sempre un rincaro ogni anno) per proseguire con la tassa di possesso ovvero il bollo cui  dalla regione Emilia Romagna (esperienza personale) si possono permettere il lusso di scrivere “ci risulta che lei non abbia pagato la tassa” e quindi all’incolpevole utente, l’onere della prova di dover non solo pagare ma anche dimostrare di averlo fatto, mentre l’Ente esattore non risponde mai dei suoi errori di comunicazione".

Acri conclude il ragionamento con le sanzioni rilevate dagli autovelox o dai semafori con rilevatore e “giallo ultrarapido”: "La storia recente racconta dei piccoli comuni che avevano nel loro territorio tratti di strada statale, i quali per anni hanno iscritto nei loro bilanci centinaia di migliaia di euro di sanzioni rilevate agli utenti dalla loro polizia locale con gli autovelox, fino a quando una sentenza ne ha stabilito l’illeceità, ma purtuttavia i proventi non furono mai restituiti. I social e piattaforme poi sono piene di video di pattuglie occultate per colpire gli automobilisti. mentre i ricorsi al Giudice di Pace o Prefetto sono diventati sempre più complicati ed onerosi. In questo quadro generale, laddove non si pubblichi mai, magari doviziosamente, l’impiego dei proventi delle sanzioni nella sicurezza stradale, ecco che personaggi come fleximan trovano sostegno ed emulazione e sarà complicato senza la collaborazione di cittadini ed utenti fermarne le gesta, laddove invece sia necessario sviluppare un sistema che salvaguardi l’occasionalità perseguendo la sistematicità dell’infrazione nonché premiando gli utenti virtuosi". 

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