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Cronaca

Seminario allagato, vescovo e sacerdoti bloccati per 36 ore: “Ne usciremo insieme”. Salvato un ferito

Il vescovo parla ai cittadini: "Abbiamo risorse, energie, comunione e solidarietà che ci aiuteranno ad uscirne, ancora una volta, insieme, come abbiamo già fatto in passato”

Anche il vescovo Livio Corazza è rimasto isolato in seguito all'alluvione, il Seminario in via Lunga è stato infatti colpito degli allagamenti, come tutta la zona di San Benedetto. Insieme a lui c'erano altri 15 sacerdoti, di cui uno con un femore rotto, che è stato tratto in salvo solo all'1 della notte tra mercoledì e giovedì. Oltre al Seminario sono stati invasi dall'acqua anche gli adiacenti Emporio della Solidarietà e Comitato per la Lotta contro la Fame nel Mondo. 

“L'inizio è stato davvero di grande sorpresa: ricordo che alle 20 di martedì stavamo tutti insieme guardando dalla finestra, quando, ad un certo punto, l'acqua ha preso il posto dell'asfalto sempre più velocemente, pensavamo increduli che si fermasse, ma così non è stato. E' entrata nello scantinato del seminario, senza che potessimo fare assolutamente nulla, raggiungendo il livello del soffitto”, racconta il vescovo della Diocesi di Forlì-Bertinoro.  L'acqua ha sommerso tavoli da pranzo, cucine, celle frigorifere e una biblioteca antica con circa un migliaio di volumi risalenti al '500. 

“Progressivamente è venuta a mancare la corrente elettrica – continua il prelato -, ero insieme ad una una quindicina di confratelli più anziani e con coi c'era un sacerdote dolorante: non si riusciva a fare arrivare l'ambulanza ed il sacerdote stava sempre peggio, le comunicazioni erano però difficili”. Solo all'1 della notte tra mercoledì e giovedì sono riusciti ad arrivare i soccorsi che hanno tratto in salvo il ferito. “Ha il femore rotto e lo stanno operando in queste ore – precisa il vescovo -. E' arrivato l'esercito con mezzi particolari, insieme all'assistenza medica, che lo ha imbragato e portato in salvo”. Nelle ore di isolamento i sacerdoti hanno attinto alle riserve di cibo dei  giovani universitari ospitati presso il seminario: “Abbiamo mangiato pasta asciutta e bevuto te,  poi giovedì mattina per fortuna è defluita l'acqua e siamo riusciti ad uscire”.

Poi, come per tutte le persone maggiormente colpite dall'alluvione, è “iniziato la seconda operazione, quella di pulizia del piazzale, sono arrivati una settantina di volontari ed una ditta ci ha regalato 40 pale e 20 paia di stivali. Con il piazzale coperto di fango non si può accedere nemmeno all'Emporio della solidarietà che ha già ricevuto richieste di aiuto e come prima cosa stiamo intervenendo lì, abbiamo buttato via un po' di cose ma fortunatamente sarà presto operativo per distribuire i viveri”, continua il vescovo. Nel piazzale ci sono ancora 30 centimetri di fango. “Nelle prossime ore attendiamo l'intervento della Protezione civile per togliere l'acqua dello scantinato e mettere in sicurezza le 'cinquecentine': abbiamo avuto la disponibilità  del Gruppo della Protezione civile di Pordenone specializzata nel recupero di libri antichi, in accordo con la Sovrintendenza”. Ora i sacerdoti sono rimasti al seminario, perchè non più isolato.

Poi il vescovo racconta quello che ha visto fuori: “Uscendo dal seminario ieri (giovedì ndr) mattina ho incrociato tutto il mondo della via Gorizia, reduce da queste nottate, ho visto un paesaggio quasi lunare, la chiesa di San Benedetto dove è entrato 1 metro e mezzo di acqua è piena di fango. Penso alla zona dei Romiti dove ci sono stati deceduti e vicende gravissime. Storie di dolore e sofferenza che vanno di pari passo con storie di solidarietà: ragazzi che stanno 'invadendo' Forlì, un segno di speranza e di luce in questo momento tragico per la città. Abbiamo ricevuto solidarietà da tutte le parti, anche dal cardinale Zuppi e dal segretario generale della Cei Baturi. Come sempre convivono il bene e il male, speriamo che il peggio sia passato”. 

Poi il vescovo parla ai cittadini:“Come ho già detto il momento è grave e non bisogna nasconderlo, è necessario riflettere ed imparare una lezione, se c'è, non possiamo certo pensare di governare il tempo, ma qualche contromisura per essere più protetti dalle calamità va adottata. Devo ringraziare il Signore per tutte le forze che si stanno mobilitando e per i volontari. In un momento così tragico e difficile abbiamo risorse, energie, comunione e solidarietà che ci aiuteranno ad uscirne, ancora una volta, insieme, come abbiamo già fatto in passato”. 
 

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