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Cronaca

Tutti i numeri ad oggi: a Forlì in 2.000 senza il loro tetto, 930 famiglie con danni in casa e 300 famiglie col pacco alimentare

Un mese fa esatto, Forlì e diversi comuni della Romagna vedevano l'inizio dell'alluvione che ha messe in ginocchio il territorio. Un evento epocale

Un mese fa esatto, Forlì e diversi comuni della Romagna vedevano l'inizio dell'alluvione che ha messe in ginocchio il territorio. Un evento epocale. In quei giorni sono caduti 350 milioni di metri cubi d’acqua nell’areale più colpito (800 kmq), con 23 fiumi e corsi d’acqua esondati e migliaia di frane (376 le principali) tra collina e montagna. Il quantitativo d'acqua caduto è stato pari a 11 volte l'invaso della diga di Ridracoli.

Gli effetti disastrosi si  sono andati a sommare a quelli di due settimane prima, il 2 maggio, quando caddero sull'Appennino picchi di 200 millimetri di pioggia, causando già prima numerose frane e allagamenti di aree urbanizzate. La violenza e la quantità d'acqua che si sono riversati sui versanti montuosi appenninici hanno provocato la caduta nei fiumi di grandi volumi di detriti, che assieme a quelli raccolti dai fiumi per l'erosione di decine di chilometri di sponde fluviali, hanno lasciato nelle città lungo la via Emilia (non appena i fiumi erano arrivati in pianura, rallentando bruscamente il corso) una coltre di fango alta fino a 50 centimetri. 

I numeri dell'emergenza ad oggi a Forlì

Se gran parte delle strade e delle abitazioni sono state liberate da acqua e fango, gli effetti dell'alluvione si fanno sentire ancora oggi. E l'emergenza non è ancora finita. Questi sono i numeri che testimoniano ad oggi quanti nella città di Forlì si trovano ancora in difficoltà. 

A Forlì sono 930 le famiglie che hanno già denunciato i danni. Tante sono, infatti in una settimana (dal 7 giugno al 15 giugno) hanno fatto domanda di contributo di immediato sostegno (la prima scadenza per richiedere il sussidio è fissata al 30 giugno, e la seconda al 30 agosto, per cui le domande sono destinate ad aumentare). Si tratta di famiglie che hanno avuto vari tipi di danni nelle proprie abitazioni. Il 'Cis' copre, infatti, le spese dalla pulizia e rimozione di acqua, fango e detriti, agli interventi su elementi strutturali e impiantistici. Coperti anche l'acquisto di arredamento, elettrodomestici, ma anche abbigliamento, di stoviglie e utensili, ed eventuale materiale didattico per i figli. Viene erogato un primo acconto di 3.000 euro, per poi arrivare, con altri 2.000 euro a saldo, a 5.000 euro massimo. Il cittadino deve documentare le spese sostenute in un secondo momento. La misura è rivolta solo alle famiglie residenti e non alle attività economiche.

Sono inoltre circa 1.000 i nuclei famigliari forlivesi senza una casa che hanno già fatto richiesta finora del 'Cas', il contributo di autonoma sistemazione destinato, in questo caso, alle famiglie rimaste senza abitazione almeno in modo temporaneo. Il numero è provvisorio, dato che c'è tempo anche qui fino al 30 giugno per fare le richieste. Si tratta di famiglie per le quali l'alluvione ha reso inservibile l'abitazione sia perché sono stati compromessi gli impianti, o perché ci sono stati danni alle strutture come il sollevamento di pavimenti, l'ammaloramento di muri e con  ambienti non sono salubri per viverci. Molti ripristini saranno possibili solo a fine estate, dopo che i muri si saranno ben asciugati.  Queste famiglie sono ospitate da amici e parenti (spesso con soluzioni di emergenza) o in seconde case di proprietà.

A queste famiglie si aggiungono 113 persone sfollate che vivono in strutture di accoglienza temporanee predisposte dal Comune (68 in hotel e 45 nelle due case di riposo Zangheri e Orsi Mangelli) in quanto considerati soggetti più fragili. Facendo un conto “a spanna” si può stimare in almeno duemila i forlivesi che al momento non hanno disponibile la casa che li accoglieva un mese fa, prima della disastrosa alluvione.

Sono inoltre 303 le famiglie (830 persone censite) che, nell'ultima settimana, hanno fatto ricorso al pacco composto da alimentari e generi di prima necessità. Ogni famiglia è dotata di tessera settimanale con cui al punto di distribuzione in Fiera, dopo le verifiche dello stato di 'alluvionato' ottiene il pacco coi generi di prima necessità (non solo alimenti, ma anche prodotti per la pulizia domestica e personale, pannoloni e pannolini, cibo per animali di casa). In pochi giorni quindi sono stati consegnati 481 pacchi di alimenti (ognuno con alimenti per due persone), 462 pacchi per l’igiene personale e 458 pacchi con i prodotti per l’igiene della casa.

Sono 350 i “veicoli alluvionati” rimossi a spese del Comune all'inizio dell'emergenza e raccolti nel grande parcheggio della fiera. I veicoli sono nella piena disponibilità dei proprietari e circa un centinaio di mezzi sono stati ritirati per tentare una riparazione. Sono circa 250 quelli ancora presenti nel deposito comunale. 

Sono circa 20mila le tonnellate di rifiuti straordinari prodotti in tutto il Forlivese dall'alluvione, prima rimossi dalle strade e stoccati in grandi punti di raccolta e poi mandati poco alla volta allo smaltimento, in gran parte come rifiuto indifferenziato. La quantità è pari alla produzione di un anno di rifiuto indifferenziato del Forlivese (che ha un livello di raccolta differenziata circa all'85%).

In questo conto non si può dimenticare il numero 3, quello dei morti in città a causa dell'alluvione. Si tratta di Vittorio Tozzi, 67 anni,  morto martedì 16 sera di via Firenze 45. L'uomo si trovava al piano terra di un'abitazione per recuperare degli animali, mentre la moglie lo attendeva al piano superiore. E' stata la donna a gridare aiuto dal balcone di casa, attirando le attenzioni dei soccorritori che si sono precipitati sul posto. Ma per l'uomo non c'era stato nulla da fare, travolto dall'ondata di acqua. Sono stati rinvenuti il giorno dopo, sempre a Forlì, Franco Prati, 64 anni, e di Adriana Mazzoli, 53 anni. I cadaveri di marito e moglie sono stati trovati all'interno della loro casa di via Padulli 26, probabilmente allagata in pochi istanti dalla grande massa d'acqua che si riversava dal Montone, il cui argine è lì vicino, in una strada che è un poco più bassa rispetto alla via Emilia, di cui è traversa. In totale sono stati 14 i decessi in tutta la Romagna.

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