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Dodici anni fa erano i giorni del "nevone", l'ultimo mese invernale degno di nota. "Gennaio 2024 il settimo più mite dal 1950"

Nel frattempo insiste l'anticiclone, con freddo al primo mattino in pianura e temperature miti in montagna

Per trovare l'ultimo mese invernale degno di nota bisogna tornare indietro di 12 anni, al febbraio del 2012. Erano i giorni del "nevone" in Romagna. Le anomalie termiche furono notevoli, ma, tiene a puntualizzare Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti), "nulla ebbero a che vedere con un altro febbraio, quello del 1956, il quale fu davvero glaciale". "Il febbraio 2012 spicca per la straordinaria nevosità, in particolare sul forlivese, sul cesenate e sull’entroterra riminese con accumuli enormi - prosegue Randi -. Ma sul fronte del freddo il 1956 è inavvicinabile, a meno che non si risalga al febbraio 1929". Nel frattempo è andato in archivio il secondo mese dell’inverno meteorologico 2023-2024.

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Analizza Randi: "Gennaio chiude, in Romagna, con un’anomalia di temperatura media di +2,2°C rispetto al periodo di riferimento 1981-2010). E' stato un mese molto mite,  ma non tra i più miti in assoluto. E' infatti il settimo più mite dal 1950, con il podio che vede il 2014 al primo posto, il 2023 al secondo e il 2018 al terzo. L’ultimo gennaio un po’ freddo risale al 2017". Tuttavia il tecnico meteorologo tiene a fare una puntualizzazione: "i 2,2°C gradi in più rispetto alla norma sono “limati” in buona parte dalle località di pianura, che con le inversioni termiche dettate dall’alta pressione (seconda e soprattutto terza decade) l’hanno parzialmente sfangata in particolare sulle temperature minime. Ma se andiamo sui rilievi, o sopra il limite medio delle inversioni termiche, il quadro peggiora sensibilmente".

Mappa meteo gennaio 2023 anomalia-2

Quanto alle precipitazioni, "le piogge sono risultate superiori alla medesima norma in ragione di un 70% (quindi gennaio piovoso), se non fosse che quasi tutta la pioggia di gennaio è caduta in circa 36 ore, il che non sarebbe proprio nelle corde del mese centrale dell’inverno a questa latitudine". Nel frattempo insiste l'anticiclone, con freddo al primo mattino in pianura e temperature miti in montagna. Il weekend si annuncia quindi stabili, salvo la possibile formazione di nebbie e foschie dense. Domenica e lunedì il cielo sarà grigio e nebbioso al primo mattino, con parziale dissolvimento nelle ore centrali della giornata. Una svolta potrebbe arrivare tra la prima e la seconda decade di febbraio, quando l’anticiclone potrebbe cedere il passo all’ingresso di masse d’aria umide e anche più instabili e quindi favorendo il ritorno di qualche pioggia. La seconda metà del mese si annuncia più dinamica per l'effetto del possibile ingresso di correnti più fredde.

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