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Nella drammatica notte dell'alluvione un vagito di speranza al "Morgagni-Pierantoni": quello di Iris

In sala parto c'era il dottor Luca Savelli, primario dell'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì e di Faenza

"Un notte di angoscia da una parte, ma anche di speranza dall'altra". Nella nottata tra il 16 e il 17 maggio, quando l'acqua invadeva la Romagna, all'ospedale "Morgagni-Pierantoni" di Forlì vedeva la luce Iris. Un nome non scelto a caso dalla madre, che l'ha voluta chiamare così per rievoca l'arcobaleno. Colori, vita, quando quella drammatica notte l'alluvione si portava via tre cittadini forlivesi. La storia è stata raccontata in un servizio andato in ondata mercoledì sul Tg1, a cura della giornalista Felicita Pistilli.

In sala parto c'era il dottor Luca Savelli, primario dell'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì e di Faenza. A garantire gli interventi urgenti c'era un generatore. Perchè quella notte buona parte della città era finita al buio. Nei giorni successivi tra Forlì e Faenza sono venuti alla luce 25 bambini. "Ci piace leggere l’intensa natalità di questi giorni come un segno di speranza da dedicare a tutti coloro che, colpiti da questo dramma, si trovano a dover ricominciare dal niente a ricostruire la loro vita", le parole di Savelli. 

La mamma di Iris al Tg1-2

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