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Economia

"Abusivismo nel settore delle parrucchiere , estetiste e della cura della persona"

A parlare è il direttore di Ascom - Confcommercio, Alberto Zattini

Il salone di bellezza abusivamente realizzato in un’abitazione nel ravennate recentemente scovato e chiuso grazie all’indagine della Polizia Locale non è un caso isolato ma l’ennesimo episodio che deve necessariamente puntare i riflettori sulle attività illecite nel campo dei servizi alla persona. Anche nel forlivese, infatti, è allarme abusivismo nel settore estetica e parrucchieri.  

"Una pratica in crescita denunciata da Ascom- Confcommercio. “Sempre più spesso - spiega il direttore di Ascom - Confcommercio, Alberto Zattini - è in uso la pratica della sospensione dell’attività e l’esercizio abusivo della professione. Ci sono estetisti, parrucchieri e titolari di piccole attività per la cura della persona che stringono i denti per alzare ogni giorno la serranda del proprio negozio e poi ci sono i furbetti che hanno deciso di esercitare la professione dentro alle loro abitazioni in maniera abusiva”. Un fenomeno sommerso che ha diverse ripercussioni. “Il primo problema - sottolinea Zattini - è quello legato alla salute delle persone. Le parrucchiere e le estetiste professionali, infatti, sono soggette ad una serie di controlli garantiti da Ausl e organi competenti ai quali invece fuggono chi esercita abusivamente la professione”.  

Il secondo effetto colpisce invece l’economia. “Creano un grave danno dal punto di vista della concorrenza - ragiona il direttore di Ascom - Confcommercio - perché si presentano con tariffe al ribasso che vengono offerte senza nessuna copertura assicurativa e naturalmente le prestazioni erogate non prevedono il regolare rilascio di scontrino o ricevuta fiscale. Questo crea un grave danno alla categoria oltre che mettere a rischio la clientela che si mette nelle mani di persone che, nella stragrande maggioranza dei casi, non seguono le corrette prassi igienico sanitarie obbligatorie nelle attività. Una trasgressione che non è più tollerabile perché intossica il mercato finendo per penalizzare chi segue le regole e paga le tasse”, conclude Zattini.

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