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Bilancio di previsione, le ragioni del no di Forlì&co: "53 milioni di investimenti? Irrealistico"

Il capogruppo di Forlì & co, Federico Morgagni, spiega le ragioni del "no" al bilancio di previsione 2021

"In Consiglio comunale, le nostre proposte sono cadute nel vuoto". Il capogruppo di Forlì & co, Federico Morgagni, spiega le ragioni del "no" al bilancio previsione 2021, "l’atto più importante nella vita di un ente locale, a maggior ragione se un’enorme crisi economica e sanitaria necessita di interventi del Comune a sostegno dell'economia, dell'occupazione, del sociale e della cultura. Tuttavia a Forlì ciò non ha fatto venire meno l’ormai strutturale autoreferenzialità della Giunta che ha predisposto il documento in solitudine, senza confrontarsi con le forze politiche, con i Quartieri e le altre espressioni organizzate dei cittadini, riservando a organizzazioni economiche e parti sociali qualche incontro formativo solo a cose fatte".   
      
"Il frutto di questo modo di operare è un bilancio che a parole promette 53 milioni di euro di investimenti, ben sapendo che ciò non è realistico né rispetto alle previsioni di entrata né rispetto alla capacità di spesa del Comune - prosegue Morgagni -. Per quanto riguarda le entrate, infatti, La Giunta stima l'arrivo di 33 milioni di euro dal Recovery Plan, fondi la cui destinazione non è ancora stata definita a livello centrale e che del resto saranno destinati a progetti in settori come la transizione ecologica, la riorganizzazione dei servizi socio-sanitari e l'istruzione che il Comune non ha, ad oggi, ancora definito. Altri 13 milioni di euro dovrebbero venire dall’accensione di mutui, un ammontare ben poco realistico per un Comune che nel bilancio di previsione 2020 aveva ipotizzato di accendere 10 milioni di mutui, salvo poi contrarne appena uno nell'anno in corso".

"Non meno improbabile è la previsione delle uscite - sostiene Morgagni -: 53 milioni di spesa in conto capitale sono esattamente cinque volte quanto risulta speso nell'ultimo rendiconto. Come si può credere che in dodici mesi la macchina comunale, rimasta pressoché invariata, possa produrre l’attività necessaria per una mole di  investimenti cinque volte superiore? Quanto alla spesa corrente, l’Amministrazione sembra basarsi sull'ipotesi che la pandemia finisca dalla sera alla mattina senza lasciare strascichi. Solo così si può ipotizzare di incassare, nel 2021, tributi in misura superiore al 2019 e, contemporaneamente, spendere 6 milioni in meno del 2020. In sintesi siamo di fronte ad una sorta di bilancio delle intenzioni e delle promesse, basato su stime destituite di fondamento e quindi del tutto inadeguato alla drammaticità di una crisi che deve essere invece affrontata con misure realistiche, efficaci e appropriate alla situazione".

Continua Morgagni: "Nonostante i dubbi, durante il Consiglio comunale, spezzando la litania delle autocelebrazioni della maggioranza, abbiamo avanzato cinque proposte che il Comune dovrebbe adottare per il 2021. Per quanto concerne l'ambito "economia e attività produttive" proponiamo la sottoscrizione a livello locale di un Patto per il Clima e il Lavoro, sul modello di quello regionale e azioni per favorire l'insediamento sul territorio delle attività produttive (censimento dei capannoni non utilizzati e incentivi per la loro messa a disposizione a nuove imprese a canone calmierato; introduzione di sgravi contributivi per le start-up nei primi anni di vita; 
promozione del tecnopolo aeronautico attraverso l'impegno del Comune a favorire l’arrivo a Forlì di parti del ciclo produttivo di grandi aziende operanti del settore).  

Seconda proposta: "transizione ecologica ed economica green", con "sostegni alle imprese nella transizione verso nuove tecnologie digitali/informatiche e fonti di energia rinnovabili" e "incentivi comunali rafforzativi di quelli nazionali per la rigenerazione energetica delle abitazioni private e predisposizione di un piano di efficientamento energetico degli edifici comunali". Forlì & co propone quindi una "riduzione progressiva dell’aliquota Irpef, non indifferenziate rispetto al reddito: difformemente dall’Amministrazione riteniamo che, per essere efficace ed equo, lo sgravio dell’Irpef debba essere fortemente progressivo e concentrarsi sui redditi medi e bassi".

Capitolo "welfare e istruzione": tra le proposte un "aumento dei posti convenzionati per gli anziani nelle strutture protette", il "rafforzamento dei servizi domiciliari, nell’ottica di un accrescimento dell'home care", il sostegno ai-alle Caregiver mediante il riconoscimento del valore del lavoro di cura attraverso assegni, servizi di sollievo, formazione" e la "gratuità delle scuole materne per sostenere la genitorialità, specialmente le giovani coppie".

Quindi "cultura e contenitori culturali", con la "predisposizione di un progetto complessivo di recupero di Palazzo Merenda e di organizzazione di un servizio bibliotecario moderno e qualificato, oggi necessario a seguito della scelta di abbandonare il trasferimento della biblioteca Moderna presso l’ex Santarelli. Tale progetto deve contenere obiettivi chiari, tempi certi, una stima puntuale dei costi e delle modalità di copertura, delle strategie per assicurare, anche durante i lavori, la continuità del servizio di pubblica biblioteca".  
     
Conclude Morgagni: "In Consiglio comunale, le nostre proposte sono cadute nel vuoto. Il Ssindaco non si è sentito in dovere neanche di intervenire nel dibattito e l’assessore al Bilancio se l’è cavata con una replica di due minuti, glissando di interloquire o confutare i nostri suggerimenti. Una nuova prova di autoreferenzialità, forse motivata dal timore di ammettere che le nostre proposte erano e restano una risposta credibile e necessaria ai bisogni di Forlì e dei forlivesi. Ma noi non mancheremo di continuare a porre al centro del dibattito politico le questioni che riteniamo fondamentali, proponendo le variazioni di bilancio necessarie alla loro attuazione".

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