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Cava di Magliano, centro storico e rendiconto di bilancio: Forlì&Co attacca la giunta Zattini

"Il Comune incapace di mettere in campo una capacità di spesa in investimenti e servizi per i cittadini adeguata alle sue entrate", affermano Morgagni e Calderoni

Piano delle attività estrattive-Cava di Magliano. Ma anche vertenza Eataly, piano del Centro storico e rendiconto di bilancio 2020 del Comune di Forlì. Il gruppo consiliare "Forlì e Co" fa il punto sulle principali questioni che nelle ultime settimane hanno calamitato l'attenzione dell'opinione pubblica forlivese. Argomentano i consiglieri comunali Federico Morgagni e Giorgio Calderoni: "Rispetto alla questione del Pae, abbiamo sottolineato ancora una volta che dal 2001 in poi nessuna autorizzazione per lo svolgimento di attività estrattive nella zona di Magliano è stata inserita nei vari Piani delle attività estrattive approvati tanto a livello comunale quanto provinciale. Di conseguenza quella approvata lunedì è un'autorizzazione ad una nuova cava estrattiva".

"Nel frattempo la zona è divenuta un Sic (Sito di interesse comunitario) in virtù del suo peculiare ambiente naturale. La Regione, che per legge ha il compito di assicurare la tutela dei SIC e vincolare le attività che potrebbero comprometterli, ha esplicitamente vietato con una delibera del 2013, ribadita nel 2018, la possibilità di svolgere in questi siti protetti attività estrattive, salvo nei casi di concessioni in essere al momento delle delibere,  da lasciare andare a scadenza. Una situazione che non è quella di Forlì. A nostro avviso, quindi, quello approvato è un atto con evidente profilo di illegittimità e che, passando sulla testa della diffusa opposizione di cittadini, associazioni e quartieri, rischia di provocare un grave danno ad un'area che aveva appena cominciato a rinaturalizzarsi dopo i danni provocati dalle attività estrattive fra gli anni '60 e '90. In conseguenza di tutto questo, provvederemo a segnalare il fatto alla Regione Emilia Romagna, la quale dovrebbe rispondere al livello comunitario nel caso di danni all'ambiente del Sic".    

Caso Eataly

Per ciò che riguarda la vicenda Eataly, "abbiamo riaffermato il nostro impegno, assieme alle altre forze del centrosinistra, a collaborare con Comune e Fondazione allo scopo di favorire una soluzione che assicuri ai lavoratori e alle lavoratrici di accedere agli ammortizzatori sociali e di ottenere un canale prioritario di riassunzione all'interno del futuro progetto imprenditoriale che maturerà per palazzo Talenti Framonti - argomentano -. Abbiamo comunque sottolineato che se la vicenda di Eataly trova le sue origini in dinamiche di carattere nazionale, nondimeno a Forlì si colloca in una situazione di grave crisi del Centro storico, esacerbata dalla congiuntura provocata dalla pandemia. A riscontro di questa situazione di emergenza, lascia sconcertati il fatto che dopo ben due anni dagli annunci di una sua presentazione imminente, latiti ancora il Piano per il Centro storico promesso dal Comune".

Attaccano Calderoni e Morgagni: "L'Amministrazione Zattini, che si era presentata come quella che avrebbe potuto rilanciare il Centro storico con un colpo di bacchetta magica, a quasi metà della legislatura si sta distinguendo solo per rinvii e mancanza di idee. Abbiamo chiesto ancora una volta alla Giunta di cessare con gli annunci e la propaganda, abbandonare ipotesi anacronistiche e anti-ecologiche di riapertura della piazza alle automobili e aprire finalmente un ampio confronto sui temi da affrontare per far ripartire realmente il Centro storico: incentivi per il ritorno alla residenzialità; piano di qualificazione dell'offerta commerciale; sostegno a start-up e imprese innovative; promozione di eventi e rassegne culturali innovative; sviluppo del rapporto fra Università e città; recupero dei grandi contenitori culturali a cominciare dal Santarelli. Su questi temi, come forza di opposizione responsabile, siamo pronti a dare il nostro contributo, nella consapevolezza della complessità del problema, purché si ponga fine ad una stasi che, di giorno in giorno, aggrava la situazione".

Bilancio 

Forlì & Co ha anche argomentato del rendiconto di bilancio, approvato in Consiglio comunale dalla sola maggioranza. "Il Comune incapace di mettere in campo una capacità di spesa in investimenti e servizi per i cittadini adeguata alle sue entrate. Dopo aver criticato fortemente la precedente Amministrazione per l'eccessiva consistenza di cassa, la scarsa quantità di mutui per gli investimenti e il livello ridotto di spese in conto capitale effettivamente realizzate, la Giunta Zattini sta facendo peggio sotto ciascuno di questi aspetti - sostengono Morgagni e Calderoni -. Il Comune di Forlì si trova infatti con una consistenza di cassa di 75 milioni di euro, contro i 52 di appena due anni fa, eppure la sua spesa corrente rimane di gran lunga inferiore rispetto alle entrate".

"Quanto alle spese per gli investimenti, in totale, esse sono di 30 milioni in meno rispetto a quanto era stato  preventivato, con  riduzioni anche superiori al 50% in settori come l'istruzione, la cultura, i trasporti, ecc.. Quanto ai mutui, alla fine ne sono stati accesi per 1,1 milioni di euro (contro i 6 previsti), una cifra pari ad un sesto di quella rimborsata, con conseguente soffocamento delle possibilità di effettuare investimenti per lo sviluppo del territorio - proseguono -. In definitiva quindi, proprio quando la crisi impone che l'Ente locale intervenga con investimenti straordinari per fare da volano allo sviluppo del territorio e per difendere l'occupazione, si assiste all'incapacità di andare oltre una pura e semplice ordinaria amministrazione, necessaria certo ma del tutto insufficiente per un capoluogo di provincia.

"Sebbene l'atteggiamento mostrato dalla maggioranza durante il Consiglio di giovedì - autoreferenziale, autocelebrativo, molto più attento alla propaganda che ad un confronto serio sui numeri e le scelte di fondo - purtroppo non sia un viatico incoraggiante, chiediamo ancora con forza che si ponga termine all'immobilismo e alla stagnazione e si apra un confronto reale per fare (magari partendo dal Centro storico) quelle scelte strategiche per il futuro di cui Forlì ha disperatamente bisogno, sulle quali poi “buttare” tutto il peso della notevole capacità di spesa che ha raggiunto attualmente l'Ente locale. Ma bisogna farlo ora, perché la crisi in atto non ammette dilazioni o rinvii", concludono.

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