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Si celebra Sant'Antonio / Rocca San Casciano

A piedi "con sant’Antonio nello zaino": il cammino fa tappa sulle alture forlivesi

Mercoledì, con l’arrivo di tappa che partirà da Castagno d’Andrea, nel versante fiorentino del Parco delle foreste Casentinesi, a San Benedetto in Alpe, frazione del comune di Portico e San Benedetto, la staffetta entrerà in Emilia Romagna

Entra nel cuore della vita di frate Antonio il cammino della staffetta di pellegrini del progetto Antonio 20-22, partita a giugno da Capo Milazzo per raggiungere Padova il 9 ottobre sulle orme del Santo più amato al mondo. L’occasione era ricordare e celebrare alcune importanti tappe della vita del giovane frate: gli ottocentenari del primo viaggio di Antonio in Italia, del suo incontro con san Francesco ad Assisi, della sua prima predica che lo svelò al mondo come grandissimo annunciatore del Vangelo a Forlì e, infine, del suo arrivo nel capoluogo patavino che lo accolse. Nei 304 chilometri totali che verranno percorsi in Emilia Romagna i pellegrini porteranno con sé, come sempre, una reliquia ex ossibus di sant’Antonio in uno speciale zaino-reliquiario da escursione.

Mercoledì, con l’arrivo di tappa che partirà da Castagno d’Andrea, nel versante fiorentino del Parco delle foreste Casentinesi, a San Benedetto in Alpe, frazione del comune di Portico e San Benedetto, la staffetta entrerà in Emilia Romagna. È questa la tappa con maggior dislivello in discesa (1.173 metri) di tutti i 1800 km del cammino del progetto Antonio 20-22. Via via i pellegrini si fermeranno a Portico di Romagna (giovedì, altra tappa importante per dislivello, 1.020 metri di discesa e 818 metri di salita), Rocca S. Casciano (venerdì), Eremo di Montepaolo (dove la staffetta farà base per la notte da sabato a lunedì 26 settembre), Forlì (domenica), Modigliana (lunedì 26), Eremo San Mauro (martedì 2), Tossignano (mercoledì 28), Dozza (giovedì 29), Settefonti (venerdì 30), Bologna (sabato 1 ottobre), Castel Maggiore (domenica 2 ottobre), Malalbergo (lunedì 3 ottobre), Ferrara (martedì 4 ottobre), per passare mercoledì 5 ottobre in Veneto. Alla staffetta ufficiale di Antonio 20-22 si uniranno anche i pellegrini della Pastorale giovanile della Diocesi di Forlì-Bertinoro domenica, nella tappa Montepaolo-Forlì.

L’Emilia Romagna segna un passaggio molto importante nella vita del giovane frate arrivato dal Portogallo. Nell’eremo di Montepaolo sant’Antonio visse dal 1221 al 1222 per oltre un anno e, secondo tradizione, il 24 settembre 1222 tenne a Forlì la sua prima predica pubblica. In quel giorno erano previste delle ordinazioni sacerdotali, ma il predicatore ufficiale era impossibilitato a presenziare, i suoi superiori chiesero quindi ad Antonio, che prima di diventare francescano era stato un sacerdote agostiniano, di sostituirlo: fu la rivelazione del suo talento come predicatore. Nonostante fosse straniero, dalle sue parole emersero la sua profonda cultura biblica e la sua semplicità d’espressione. Da quel momento Antonio venne inviato sulle strade del nord Italia e del sud della Francia per animare con la sua predicazione del Vangelo genti e paesi spesso confusi dai dilaganti movimenti ereticali del tempo, e non risparmiò parole di correzione per la decadenza morale di alcuni esponenti della Chiesa dell’epoca.

A questo evento, che rivelò Antonio al mondo come grande predicatore, sono dedicati una serie di eventi collaterali al cammino dei pellegrini, organizzati in collaborazione con il progetto Antonio 20-22. Il punto storico è stato fatto venerdì 16 settembre a Forlì da fra Luciano Bertazzo, francescano conventuale e direttore del Centro Studi Antoniani di Padova, che ha parlato dell’identità ritrovata di frate Antonio svelata al mondo con la predica di Forlì, e da Gabriele Zelli che ha presentato il luogo di questa prima predica tra ipotesi e certezze, nell’anteprima della mostra d’arte contemporanea “Sant’Antonio – La voce e il miracolo”, curata da suor Maria Gloria Riva e dall’associazione culturale Di-Segno di Padova, in collaborazione con il progetto Antonio 20-22 dei Frati minori conventuali del Nord Italia. L’esposizione sarà visitabile fino al 7 ottobre in Vescovado (Piazza Dante, 1), da lunedì a venerdì, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 17.00.

Nell’ottavo centenario della prima orazione di sant’Antonio, sabato alle ore 20.30 nel santuario di Montepaolo andrà in scena la sacra rappresentazione “La voce e il miracolo” diretta da Alex Betto, con Franco Costantini e Alberto Friso (voci recitanti), Sara Bruschi (soprano), Serena Perego (pianoforte e armonio), ensemble vocale maschile Mantegna Consort di Piazzola sul Brenta (PD). Saluto del vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Livio Corazza. L’evento promosso dalla diocesi è in collaborazione con il Progetto Antonio 20-22, l’associazione Di-Segno, la Diocesi di Faenza-Modigliana e il monastero delle Clarisse di Montepaolo. Domenica, infine, alle ore 17.00 nella Cattedrale di Forlì si terrà la solenne concelebrazione eucaristica, con la presenza dei frati francescani e domenicani, presieduta dal card. Mauro Gambetti, vicario generale di Papa Francesco per la città del Vaticano. Alle ore 21.00, nella Sala San Luigi, sempre a Forlì, andrà in scena lo spettacolo su sant’Antonio “Troppa grazia” della compagnia Teatro minimo di Ardesio (BG).

Sotto il profilo pastorale, tra le tappe più significative del cammino in Emilia Romagna, in occasione della solennità di San Francesco, martedì 4 ottobre, sarà la Solenne celebrazione dell’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons.  Gian Carlo Perego, nella Basilica di San Francesco a Ferrara dei frati conventuali alle ore 18.00. Anche in questa regione, la staffetta dei pellegrini di Antonio 20-22 seguirà il percorso ufficiale del “Lungo Cammino di Sant’Antonio” che arriva fino a Camposampiero (Padova), dove il Santo passò gli ultimi giorni della sua vita terrena. Il Cammino di 436 km totali è illustrato nel dettaglio nell’omonima guida in coedizione Terredimezzo e Messaggero Padova. Dal punto di vista paesaggistico e naturale, la prima parte del percorso sarà nella parte romagnola del Parco delle foreste Casentinesi, in quota, con una serie di dislivelli di vario grado; la seconda, nel Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa, sulle pendici collinari a sud-est di Bologna, tra i torrenti Savena, Zena, Idice e Quaderna, che racchiude un territorio composito in cui spiccano gli spettacolari affioramenti dei gessi messiniani e i caratteristici calanchi del Passo dell'Abbadessa.

Per conoscere le tappe e i relativi programmi giornalieri visita il sito Antonio2022.org (alcuni programmi sono in attesa di conferme e saranno caricati nei prossimi giorni). Al gruppo di una decina di camminatori esperti tra laici e religiosi, altre persone, liberamente e anche per piccoli tratti, potranno aggregarsi senza necessità di iscrizione (logistica, vitto e alloggio non sono a cura dell’organizzazione), così come potranno partecipare ai molti momenti di spiritualità e devozione antoniana organizzati in collaborazione con le diocesi e le comunità parrocchiali della regione, finora sempre molto partecipati e apprezzati. Sul canale YouTube del progetto Antonio 20-22 sono postati quotidianamente i video-racconti delle singole tappe di cammino. Dall’Emilia Romagna la staffetta passerà il 5 ottobre in Veneto, per arrivare il 9 ottobre a Padova, alla Pontificia Basilica di Sant’Antonio, dopo aver percorso a piedi 1.800 chilometri totali lungo tutta la penisola in occasione degli ottocentenari antoniani.

Il Cammino da Capo Milazzo a Padova è stato promosso dal Progetto Antonio 20-22, espressione dei Frati minori conventuali della Provincia Italiana di S. Antonio di Padova, ed è stato voluto e ideato – insieme ai collaboratori laici – da alcune delle principali realtà della famiglia antoniana: Pontificia Basilica di S. Antonio a Padova, Messaggero di sant’Antonio, Il Cammino di Sant’Antonio, Associazione Cammino di S. Antonio, Centro Francescano Giovani – Nord Italia, Peregrinatio Antoniana, Caritas Sant’Antonio.

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