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Cronaca Bertinoro

Centrale a biogas, bufera a Fratta Terme: il comitato manifesta davanti alla Provincia

“Siamo un gruppo di cittadini di Fratta Terme che una mattina ha scoperto dal giornale che a breve sarebbe arrivata una nuova vicina: una centrale a biogas che produce energia elettrica principalmente da liquami di scarto degli allevamenti”, spiegano i componenti del Comitato

Martedì mattina il Comitato 'No biogas a Fratta Terme' sarà davanti alla Provincia a manifestare per chiedere che non venga approvato il progetto della centrale a biogas presentato dalla San Martino Srl. Il Comitato canterà il suo inno, composto per l'occasione, e chiederà alla giunta provinciale di essere ricevuto per leggere un appello. “Siamo un gruppo di cittadini di Fratta Terme che una mattina ha scoperto dal giornale che a breve sarebbe arrivata una nuova vicina: una centrale a biogas che produce energia elettrica principalmente da liquami di scarto degli allevamenti”, spiegano i componenti del Comitato.

“Abbiamo scoperto che tali impianti possono essere dannosi per la salute, perché immettono nell’aria sostanze nocive. Abbiamo scoperto che le tecnologie per ridurre drasticamente le emissioni tossiche (fra cui ad esempio l’adozione di postcombustori) esistono ma non vengono richieste per legge. Abbiamo scoperto che i limiti di emissioni previsti dalla nostra regione sarebbero più alti di quelli previsti dalla normativa italiana. Abbiamo scoperto che le centrali a biogas sono considerate istanze contingibili e urgenti e per questo hanno moltissime semplificazioni nel processo autorizzativo. Abbiamo scoperto che non andrebbero sottoposti alla normativa sui rifiuti con la conseguenza che quanto viene inserito nel biodigestore non deve essere tracciato e che i limiti di emissione sono più permessivi di quelli di un inceneritore.
Abbiamo scoperto che alla comunità possono costare molto di più di quanto apportano: i biodigestori convengono alle imprese che li costruiscono solo perché l’energia che producono è pagata 21 cent a kWh invece che 7 cent che sarebbe il prezzo di mercato. Gli incentivi vengono pagati tra l’altro grazie ad una speciale voce nelle nostre bollette. Quindi i 14 cent in più a kWh li paghiamo noi. Abbiamo scoperto che la gestione di queste centrali può comportare rischi anche relativi ad eventuali incidenti (in alcuni casi effettivamente verificatisi anche nella nostra provincia) che possono causare il versamento di liquami nei fossi”, si legge nell'appello.


“Il progetto di questa centrale è stato presentato nell'ambito di un contesto normativo estremamente farraginoso che non tutela le comunità dagli interessi dei privati e quindi ci è sembrato giusto andare a parlare con i nostri amministratori, con i politici che amministrano il comune di Bertinoro e la Provincia di Forlì-Cesena . La risposta che abbiamo ricevuto è stata che purtroppo il procedimento sarebbe perfettamente legale e loro non potrebbero farci niente. Questo ci ha stupito e ferito molto perché pensavamo che verificare l’aderenza alle norme dei procedimenti fosse il lavoro dei tecnici, mentre quello dei politici fosse quello di farle le leggi e soprattutto quello di tutelare la propria comunità dagli interessi di pochi, di prendersi la responsabilità di una corretta gestione del territorio. - accusano dal Comitato - Per questo rivolgiamo ai nostri amministratori comunali e provinciali un appello: sappiamo che è un lavoro complesso, ma se siete lì confidiamo che siate in grado di farlo. Quindi: politici, fate il lavoro dei politici; governatori, governate questo territorio. Questo è l'appello che porteremo fisicamente martedì alla giunta della Provincia di Forlì Cesena e rivolgiamo alla giunta del Comune di Bertinoro, alla giunta della Regione Emilia Romagna, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri”.

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