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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Alluvione, "cosa non ha funzionato nella gestione dell'emergenza": le annotazioni di 17 associazioni

Quanto all’organizzazione del post alluvione, "una delle maggiori criticità è stata rappresentata dalla mancanza di un numero sufficiente di mezzi adeguati"

"L’acuirsi della crisi climatica, ancora oggi negata da alcuni esponenti politici, richiede un cambio di rotta radicale in termini di pianificazione del territorio, approccio alla natura e preparazione a fronteggiare eventi climatici “estremi”". Questa la considerazione esternata attraverso una nota congiunta da Anpi provinciale e sezione di Forlì, Arci Forlì, Adl Cobas Romagna, Campagna Diritti Sommersi, Cgil, Feder Consumatori Forlì-Cesena Aps, Fiab Forlì, Forlì Città Aperta, Fridays for Future Forlì, La Materia dei sogni, Libera Forlì-Cesena, Libera presidio Placido Rizzotto, Parents for Future, Rete studenti medi e universitari, Rea Collettivo di genere, Udu Forlì e Un Secco No Aps.

"Come associazioni e sindacati, da giovedì 18 maggio siamo sul campo ogni giorno per aiutare le persone maggiormente colpite dall’esondazione dei fiumi - viene sottolineato -. Abbiamo allestito un punto di ritrovo in alcune delle nostre sedi, convogliando parte dell’associazionismo forlivese e distribuendo attrezzi, coordinando e smistando i moltissimi volontari che si sono impegnati negli aiuti. Vogliamo innanzitutto ringraziare associazioni, sindacati, volontari, personale dei centri di smistamento dei vari quartieri, coordinatori di quartiere, membri della protezione civile, pompieri, e chiunque altro in questi giorni stia operando senza sosta nel tentativo di gestire al meglio una situazione molto difficile. Fino ad oggi siamo stati concentrati sulla necessità di attivarci in supporto alle persone colpite, nonostante questo alcuni dei firmatari hanno per tempo segnalato le grandi difficoltà registrate. Quell’impegno che continuiamo a portare avanti è ancora oggi imponente e totalizzante, ma crediamo sia arrivato il momento di fare il punto della situazione su quello che non ha funzionato, non per sterile polemica, bensì perché la macchina dei soccorsi possa funzionare sempre al meglio e perché le mancanze di questi giorni non rimangano tali nel futuro".

Cosa non ha funzionato, le annotazioni

"Partendo dalla gestione della piena emergenza, abbiamo ascoltato testimonianze di persone che si sono rivolte alle istituzioni per avere indicazioni sulle precauzioni da prendere o sull’accesso ai sacchi di sabbia, ma sono state respinte perché la loro zona non risultava tra quelle a rischio o i sacchi erano finiti, ritrovandosi poi con intere abitazioni sommerse da acqua e fango non molte ore dopo - snocciolano le associazioni -. Le informazioni istituzionali dell’emergenza hanno mancato nei momenti più cruciali di lucidità e organizzazione, anche le prime dichiarazioni del primo cittadino non sono state utili al governo coordinato della situazione. Riteniamo che questo registro poco si addica a chi dovrebbe dirigere e coordinare una situazione già drammatica e caotica. Dal punto di vista del controllo sulla speculazione legata all’emergenza non sono state attuate misure efficaci: nei giorni seguenti il 16 maggio abbiamo riscontrato diverse realtà dove il prezzo dei materiali necessari ai lavori è raddoppiato, sebbene molti negozi locali abbiano spontaneamente deciso di operare sconti".

Passando all’organizzazione del post alluvione, "una delle maggiori criticità è stata rappresentata dalla mancanza di un numero sufficiente di mezzi adeguati. Solo da venerdì 26 abbiamo notato un aumento dei mezzi sul campo, ma ancora oggi rileviamo situazioni di cantine ed abitazioni dove non sono giunti, tanto che diversi cittadini sono stati costretti per disperazione a rivolgersi a ditte private sostenendo spese ingentissime, senza che il Comune si occupasse di contingentare i prezzi o rassicurare sulla copertura della spese. Anche dopo l’intervento dei mezzi, non sono state fornite da chi di dovere, chiare informazioni sulle zone interdette ai volontari, rallentandone, impedendone o disincentivandone l’intervento. Nei giorni successivi all’alluvione il coordinamento delle prime squadre di volontari era oltremodo confusionale: era impossibile capire dove recarsi e come operare, ricevendo di volta in volta indicazioni contrastanti".

"Lo stesso personale tecnico del Comune che ha operato senza guardare orari con grande dedizione, non aveva tutti gli strumenti per dare indicazioni per lo svolgimento delle operazioni - viene rimarcato -. Inoltre, il portale Sos Volontari ha riportato addirittura venerdì 19 il “tutto completo” fino a domenica 21, quando ancora interi quartieri erano sommersi dal fango. Le forze aggiuntive avrebbero potuto essere impiegate per una mappatura dei bisogni, ancora oggi inesistente e che sarebbe necessaria per limitare la dispersione delle forze. Secondo alcune testimonianze, questa mancanza di coordinamento ha portato diversi volontari a dirigere il loro impegno altrove. Inoltre, a differenza di altre città, Forlì non ha mai allestito un campo dove potessero dormire i moltissimi volontari giunti sul territorio, tantomeno ha messo a disposizione mezzi per portarli direttamente nelle zone bisognose di aiuto. Eccezione fatta per i Romiti, nelle altre zone per i numerosi volontari non sono stati installati neanche i WC chimici ripetutamente richiesti".

"Molte delle aree meno centrali o appartenenti a frazioni esterne alla città ci hanno riferito di essersi sentite trascurate o addirittura abbandonate, come diversi inquilini delle case popolari che hanno dovuto aspettare giorni prima di ricevere una visita dal personale Acer, dimostratosi impreparato sul da farsi. Anche nell’organizzazione degli open-day per vaccinarsi riscontriamo profonde mancanze: due ore giornaliere per quattro giorni hanno portato a file imponenti nei centri vaccinali", proseguono le associazioni.

Risarcimento per gli sfollati

Le Istituzioni hanno dato indicazioni domenica 28 su come procedere alle domande quantomeno per la questione dei risarcimenti agli sfollati. "Tuttavia, abbiamo raccolto testimonianze di persone che si sentono smarrite rispetto all’accesso ai rimborsi, indennizzi e sostegni che vanno attivati al più presto con particolare riguardo e priorità per quelle fasce di popolazione più deboli e precarie perché l'alluvione e l'emergenza colpisce più duramente chi già in difficoltà - proseguono le associazioni -. Anche in questo caso alcune associazioni della società civile si stanno muovendo per rafforzare il supporto legale. Tuttavia, ci aspettiamo e pretendiamo che ai cittadini già duramente provati da questa tragedia le istituzioni forniscano un servizio chiaro, efficiente, tempestivo e sufficiente. Torniamo a ribadire nuovamente che questo non è imputabile in alcun modo alle persone che hanno prestato servizio nei centri di coordinamento e nella macchina degli aiuti, in cui abbiamo sempre trovato disponibilità e un’incrollabile volontà di gestire al meglio una situazione resa caotica dalla mancanza di una regia centrale razionale, ben organizzata ed adeguata alla straordinarietà della situazione".

Le conclusioni

Quindi le conclusioni, "ribadendo che, pur comprendendo la portata di questa tragedia, ci aspettiamo risposte istituzionali decisamente migliori. Pretendiamo che le lacune evidenziate vengano colmate al più presto, senza lasciare che il tempo cancelli i ricordi delle mancanze di oggi in attesa della prossima situazione drammatica. L’acuirsi della crisi climatica, ancora oggi negata da alcuni esponenti politici, richiede un cambio di rotta radicale in termini di pianificazione del territorio, approccio alla natura e preparazione a fronteggiare eventi climatici “estremi”. Considerando anche che diversi piccoli centri abitati sugli Appennini, isolati dalle frane che hanno devastato le strade, temono di scomparire del tutto pretendiamo questo cambio di rotta perché la nostra città, o qualsiasi altra città, non sia costretta a fronteggiare in futuro ciò che Forlì sta affrontando in questi giorni".
 

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