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Educare alle relazioni, lettera di docenti e personale del "Matteucci": "La scuola non è all'anno zero"

Il progetto che coinvolge tre ministeri prevede di promuovere iniziative congiunte sul tema della prevenzione e del contrasto della violenza contro le donne

Il mondo della scuola "non è all'anno zero". In un documento firmato da una quarantina tra docenti, personale tecnico, ausiliario e amministrativo dell’Istituto Tecnico Economico Carlo Matteucci di Forlì si commenta il progetto "Educare alle relazioni" voluto dal ministro all’Istruzione e al Merito Giuseppe Valditara insieme ai ministri per le Pari opportunità e la famiglia e Cultura Eugenia Roccella e Gennaro Sangiuliano per promuovere iniziative congiunte sul tema della prevenzione e del contrasto della violenza contro le donne. L'iniziativa prevede trenta ore extracurriculari di "educazione alle relazioni" attraverso gruppi di discussione nelle scuole superiori di secondo grado, anche con la realizzazione di video e cortometraggi da parte degli studenti.

"L’educazione al rispetto, che sembra il vero nucleo della questione, costituisce uno degli obiettivi trasversali alle varie discipline, esplicitato nel Piano dell’Offerta Formativa - si legge nella lettera -. Il medesimo documento e i Piani di ogni classe contengono e attuano in modo curricolare innumerevoli progetti in proposito. L’educazione al rispetto, non solo tra i sessi, è parte integrante dei programmi di Educazione civica, Italiano, Storia, Diritto, Geografia, Lingue straniere, Scienze ed altro. Esiste un responsabile per cyberbullismo. E’ attivato uno sportello di ascolto che si avvale di uno psicologo. Questo essendo lo stato dell’arte, la proposta Valditara, Roccella, Sangiuliano, ben lungi dall’essere innovativa, così come formulata appare addirittura regressiva".

"Oggetto di critica non sono ovviamente gli obiettivi di fondo, ma le modalità con cui li si vorrebbe raggiungere, che se da un lato sembrano trarre le mosse dalla lodevole intenzione di dare una struttura e una collocazione stabile all’insegnamento, dall’altro dimenticano che le iniziative già in atto nella scuola hanno in gran parte carattere curricolare e quindi già hanno carattere di stabilità - prosegue la missiva -. Per di più le preannunciate linee guida ministeriali, elaborate di concerto con psicologi, associazioni genitoriali, professionisti dei vari ambiti coinvolti, e quindi tutti al di fuori di rappresentanze degli studenti e degli insegnanti, sembrano preoccuparsi di garantire un controllo esterno sui contenuti trattati più che di fare emergere i veri bisogni degli studenti".

"Appare regressivo, inoltre, fissare un monte ore aggiuntivo, prevedere la volontarietà della partecipazione, subordinare la partecipazione al consenso dei genitori invece che alla libera iniziativa di ogni singolo studente, affidare la responsabilità dell’attività ad un solo insegnante del Consiglio di classe invece che all’intero Consiglio - viene rimarcato -. In definitiva, c’è il rilevante pericolo che da un lato la partecipazione sia limitata a pochi e che dall’altro i progetti già parte dei P.O.F. vengano dirottati in quel monte ore e che diventino affare esclusivo di quell’insegnante. In definitiva c’è il pericolo che il Consiglio di classe venga demotivato. Nulla di nuovo, quindi, ma molto peggio".

Ultima questione riguarda le risorse: "Vista l’impostazione sembra che dovrebbero essere destinate alla formazione dei docenti responsabili, a remunerare le loro trenta ore aggiuntive ed eventualmente esperti esterni. In definitiva, ancora una volta si riafferma la logica che prevede di remunerare ore aggiuntive per attività che i docenti già svolgono in modo collegiale e che, prendendo finalmente atto della valenza educativa della funzione docente, dovrebbero invece entrare a far parte della retribuzione fissa loro e di tutto il personale coinvolto o almeno essere messi a disposizione dei Consigli di classe". 

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