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Cronaca

Acquisire l'ex Eridania? Il Consiglio comunale dice sì all'unanimità. "Si parta poi con un concorso di idee internazionale"

Viene dato il via libera alla partecipazione del Comune all'asta fallimentare per l'acquisto dell'area dismessa dell'ex Eridania

E' stata approvata all'unanimità la delibera del Consiglio comunale con cui viene effettuata una variazione di bilancio di 1,5 milioni di euro e viene dato il via libera alla partecipazione del Comune all'asta fallimentare per l'acquisto dell'area dismessa dell'ex Eridania (base d'asta di 1 milione e 180mila euro, con offerta minima di 885mila euro). Pur con distinguo e prese di posizione critiche, alla fine, al momento della votazione, tutti i consiglieri hanno detto sì. E' il voto che è stato espresso lunedì pomeriggio, aprendo quindi una nuova strada per la più grande area abbandonata della città, inutilizzata da 50 anni pur trovandosi alle porte del centro storico.

L'assessore al Bilancio Vittorio Cicognani ha precisato alcuni paletti dell'operazione. Il primo è che “l'area sarà mantenuta a verde pubblico, parco o bosco. Sono 16 ettari che se riusciremo ad acquisire, ci sarà già un primo risultato di 'desealing'  (la desigillazione del suolo, la sua rinaturalizzazione, ndr)”. Il secondo è che “non ci saranno insediamenti di tipo urbanistico, se non nel perimetro degli edifici già esistenti ed anche la vecchia stazione (oltre la ferrovia, ndr) potrà essere ricompresa nella riqualificazione dell'area”. E aggiunge: “In commissione qualcuno ha parlato di urbanistica e nuove costruzioni, noi abbiamo un'idea diversa, non vogliamo riqualificarla costruendoci sopra, ma mettendola a disposizione della città, con un parco, mentre per l'opificio va trovata una soluzione sostenibile dal punto di vista economico”. E sempre per Cicognani gli investitori partner dovranno essere “investitori istituzionali”. Tuttavia, per partecipare a bandi o intavolare trattative con gli investitori “l'area deve essere del Comune”. 

Il capogruppo di 'Forlì e Co' Federico Morgagni ha parlato di una “delibera raffazzonata: ci sono una serie di nodi indicati nella relazione tecnica tra cui la necessità di fare ricerche e bonifiche di amianto, la possibilità di ordigni inesplosi, la separazione dall'area ferroviaria, interventi difficili da quantificare, per diversi milioni di euro”. Morgagni punta il dito contro il fatto che “non c'è stato un percorso partecipativo dietro e mancano le idee sul destino complessivo dell'area”. Il consigliere di centro-sinistra chiede quindi che venga indetto, se acquisita l'area, “un concorso di idee di livello internazionale, ma anche partecipato dal territorio” che tenga conto “della storia del primo distretto industriale della Romagna di inizio '900”. Chiesta anche una stima di massima dei costi. 

Sulla stessa linea il capogruppo Pd Soufian Hafi Alemani, secondo cui ci “deve essere un dibattito pubblico su un'area storica della città, le riqualificazioni delle ex aree industriali partono dalle esperienze che si sono vissute lì. La città dovrà discuterne”. Passa quindi all'analisi di altri contenitori attualmente vuoti: “Abbiamo il palazzo Talenti Framonti in piazza Saffi riqualificato ma senza una funzione, per non parlare del monastero della Ripa su cui era in corso un processo di sdemanializzazione, interrotto perché non c'erano le risorse. Tanti sono gli spazi da riqualificare, per esempio l'hotel della Città dove il privato non aveva trovato una rifunzionalizzazione sul mercato”.  Per Alemani quindi “serve una collaborazione pubblico-privato, ben venga che nel suo programma la Fondazione Carisp comprenda anche il recupero dell'ex Eridania”. 

Il neo consigliere Fabrizio Ragni (Fratelli d'Italia) ironizza: “Dopo anni e anni di governo della sinistra, adesso vengono fuori le idee per il rilancio dell'ex Eridania...”. Positivo il giudizio della Lega, per bocca del consigliere Andrea Costantini: “La riqualificazione senza consumo di suolo è un grande passo in avanti. Si costruisce un futuro diverso per le nuove generazioni”. Ha inoltre ricordato che “accertamenti sono stati già fatti, sia per l'amianto che non risulta esserci, sia idrocarburi nel suolo”. Aggiunge poi un comunicato stampa della Lega: "Un’operazione di grande coraggio, all’insegna della sostenibilità ambientale e del verde pubblico, volta a riqualificare un’area abbandonata situata a pochi passi dal nostro centro storico.  “Vogliamo ringraziare prima di tutto il Sindaco Zattini, che in più occasioni e in tempi non sospetti si è espresso a favore dell’acquisizione dell’ex zuccherificio ad oggi vittima di degrado e insicurezza. Grazie a questa duplice operazione possiamo ragionare concretamente sul futuro di un’area strategica per la nostra città, con grandi potenzialità e situata a ridosso del nostro centro storico. L’attuale prezzo di vendita ci permette infatti di partecipare alla prossima asta con buone speranze di vittoria e soprattutto con la consapevolezza di poter restituire alla città un luogo che per troppo tempo era stato dimenticato. La soluzione prospettata dall’Amministrazione, ovvero quella di riqualificarla e convertirla a parco pubblico ci trova perfettamente d’accordo e rimarca nuovamente la svolta green di questo Comune.”

Davide Minutillo (capogruppo di Centrodestra per Forlì) ricorda che “è un'area a cui i forlivesi tengono molto, dimenticata e malgestita, e che finalmente andiamo a sanare”. Fiducioso sull'esito dell'asta, infine, Elio Dogheria, capogruppo della lista civica 'Forlì cambia': “Essendo decaduta ogni previsione urbanistica non vedo particolare possibilità di interesse per i privati”. E aggiunge che “la collaborazione pubblico-privato come con la Fondazione sono necessari  per rilanciare l'area”.  Franco Bagnara, capogruppo del M5S rilancia la proposta di “realizzare nell'area una comunità energetica che potrebbe dare energia ai forlivesi che abitano nel quartiere”. Massimo Marchi, consigliere di Italia Viva, sottolinea la necessità che “sia messa a posto non solo l'area verde, ma anche gli immobili  al suo interno: non avrebbe senso un parco con dentro degli immobili fatiscenti. Il Comune si prenda l'impegno di riqualificare l'opificio e non tenerlo altri 15-20 anni nello stato in cui si trova”.

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