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Cronaca

Forlivese di 24 anni si fa strada in Lussemburgo tra bitcoin e finanza: "Il mio sogno? L'agricoltura"

Si è diplomato a Forlì e ad appena 24 anni si trova in Lussemburgo a gestire una sua impresa informatica, oltre che a lavorare nella consulenza finanziaria

Si è diplomato all'Itis Marconi di Forlì e ad appena 24 anni si trova in Lussemburgo a gestire una sua impresa informatica, oltre che a specializzarsi nei suoi studi post-laurea e a lavorare nella consulenza finanziaria. E' la storia del forlivese Simone Marrazzo, conosciuto negli ambienti sportivi anche per essere stato un giocatore di volley in serie B con la Softer Volley e per i suoi successi a livello nazionale nel beach volley. Un brutto infortunio stoppa la sua carriera agonistica, lui non si abbatte e si trasferisce a Milano dove frequenta il Master in International Business dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, dopo aver studiato Psicologia all'Università di Bologna.

Al termine degli studi inizia a lavorare in una banca francese di fama internazionale a Milano, per poi ottenere un contratto come analista finanziario in una società francese di consulenza e si ritrova in Lussemburgo. Nel frattempo prosegue gli studi ottenendo i primi due livelli del CFA, il certificato più prestigioso al mondo riguardo l'analisi finanziaria e trova il tempo anche per fondare una sua azienda nel campo informatico, che opera nel campo delle critovalute, i cosiddetti “bitcoin”. E il giovane analista forlivese le spiega, ora che il tema è uscito dagli ambienti di settore per allargarsi al grande pubblico.

Di cosa si occupa in Lussemburgo?
“Sono analista finanziario in una società francese di consulenza nella sua sede del Lussemburgo. Da qualche mese ho aperto qui in Lussemburgo Nianteo, una società di sviluppo siti internet, app, soluzioni informatiche e software, tra cui l'ultimo nato è Epifleet, software di geolocalizzazione e gestione di parchi veicoli per aziende. Una parte di Nianteo è poi dedicata agli investimenti, al momento siamo concentrati su società americane e criptovalute”.

Cosa l’ha portata in Lussemburgo che non ha trovato in Italia?
“In Lussemburgo si respira la vera finanza, è un paese ben organizzato ed all'avanguardia (basti pensare che i bambini crescono quadrilingue), meritocratico e con criminalità comune quasi assente, inoltre si sta adeguando alla fiscalità di tutti gli altri stati europei”.

Ha detto che uno dei focus della sua azienda sono gli investimenti in criptovalute, di fatto conosciuti come bitcoin. Che cosa sono?
"Le criptovalute sono moneta digitali, a differenza delle monete classiche, sono fatte di codice, non di carta o metallo, operano indipendentemente dalle banche centrali (che non possono quindi controllarne la produzione e di conseguenza il valore) ed utilizzano tecniche di crittografia per regolare la generazione di unità di valuta e verificare il trasferimento di fondi. I bitcoin si "cacciano": il cosiddetto "Bitcoin mining" consiste nell'aggiunta di "blocchi" (informazioni o nuove unità di valuta) alla "blockchain" pubblica del Bitcoin. Possiamo vedere la blockchain come un'enorme catena, contenente tutte le transazioni riguardanti il Bitcoin che hanno avuto luogo. Per aggiungere un nuovo "blocco" é necessario risolvere calcoli matematici che saranno sempre più complessi, e da qui nasce l'esigenza di avere una strumentazione professionale e potente".

Da dove derivano i profitti in questo sistema?

“Noi ci occupiamo in particolare le Altcoin (criptovalute diverse al Bitcoin, che possono o meno dipendere da esso). Qualsiasi individuo può entrare sul mercato, consiglio di cominciare comunque con almeno mille euro. Abbiamo analizzato decine e decine di Altcoin per valutarne il potenziale (sia lato finanziario, sia lato informatico, sia l'utilità nel mondo reale), creando un portafoglio bilanciato, sul quale effettuiamo sia trading a medio-lungo termine, sia trading a breve termine tramite un BOT automatico da noi sviluppato. I profitti? Derivano semplicemente dall'aumento del prezzo dello strumento sottostante, ottenendo spesso guadagni percentuali a due o tre cifre su base settimanale”.

Come funzionano?
“Stiamo iniziando anche a "minare" le criptovalute (ossia crearle) tramite un computer collegato ad un sistema di 10 schede grafiche (alimentato da un sistema di pannelli solari), ma non è il nostro focus per ora in quanto ne stiamo testando la capacità di profitto, ricordando che si tratta di un profitto a margine decrescente in quanto creare criptomonete richiederà calcoli sempre più complicati".

E’ da intendersi come un investimento altamente speculativo e volatile?
“Non credo sia in atto una "bolla", da un punto di vista macroeconomico potremmo essere davanti ad uno schema totalmente differente: una curva ad S sull'andamento del prezzo. La curva ad S è quella dell'introduzione di nuove tecnologie. L'adozione da parte della popolazione sembra dapprima andare a rilento, seguita da una fase in cui coloro che entrano nel mercato sono piuttosto propensi al rischio. Il “Bitcoin” sembra trovarsi in una fase tra gli "innovatori", e la "prima maggioranza": se cosi fosse, vi consiglio di allacciarvi le cinture. Come in ogni mercato il valore del Bitcoin è dato dal rapporto tra domanda ed offerta, il suo prezzo è aumentato dalla sua nascita in quanto c'è sempre stata più domanda che offerta, mentre l'offerta è limitata a 21 milioni di Bitcoin”.

Essendo una moneta senza alcuna Banca centrale alle spalle è una forma di investimento di fatto senza la sorveglianza delle autorità di controllo. Non c’è un forte rischio di opacità finanziaria?
“La regolamentazione del Bitcoin è probabilmente il secondo argomento di interesse (dopo il rialzo dei tassi) ora per le banche centrali come FED e BCE, l'introduzione dei Futures sul Bitcoin ha permesso l'ingresso di attori istituzionali in questo mercato. Ritengo che le leggi vere e proprie arriveranno, in quanto le criptovalute sono altamente speculative (e di conseguenza rischiose) e rappresentano una potenziale minaccia all'intero sistema bancario mondiale grazie alla loro velocità e sicurezza”.

Cambiando argomento, cosa le manca di Forlì nella sua vita quotidiana?
“Della Romagna mi manca la famiglia, il cibo, le migliori condizioni meteo e il calore delle persone”.

Cosa prevede e si augura per il suo futuro lavorativo?
“Per il mio futuro mi auguro di ingrandire la mia azienda ed arrivare a controllarla da remoto, per poter tornare ad abitare nella nostra Romagna e dedicarmi all'altra mia grande passione: l'agricultura".

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