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Gli ambientalisti: "Il Coronavirus ci fa vedere la morte in faccia, ma anche lo smog non è da meno"

La 'Fase 2' sia all'insegna della sostenibilità ambientale. E' la richiesta del Tavolo delle Associazioni Ambientaliste (TAAF), che assieme ad altre associazioni, movimenti e molti cittadini  elenca alcune proposte

La 'Fase 2' sia all'insegna della sostenibilità ambientale. E' la richiesta del Tavolo delle Associazioni Ambientaliste (TAAF), che assieme ad altre associazioni, movimenti e molti cittadini  elenca alcune proposte inerenti la ripresa economica  e la riduzione dell’inquinamento. Spiega una nota: "Dovremo riprogrammare le attività, commerciali e produttive, tenendo conto di stili di vita meno inquinanti, nel rispetto della salute collettiva. Il coronavirus ci fa paura perché ci fa vedere la morte in faccia, invece l’aumento di CO2, di particolato sottile (PM 10, 2,5) fa meno clamore perché non vi è contagio, ma genera, purtroppo, migliaia di vittime tutti gli anni. Gli amministratori hanno la responsabilità di prendersi cura dei propri cittadini e in modo particolare nei momenti di crisi".

Per il TAAF "la mobilità cittadina è sicuramente un tema da affrontare dato che il trasporto pubblico deve ridurre il numero di passeggeri a bordo nel rispetto delle norme di sicurezza sanitaria. Non si dovrà certamente incentivare l’uso di mezzi privati , perché questo porterebbe al congestionamento del traffico . Dovrà invece esserci una mobilità diversa, con l’aumento  dei  percorsi ciclabili e pedonali, utilizzando incentivi europei. nazionali e regionali,  premiando le persone che vanno al lavoro in bicicletta, ad esempio con  bonus. La città sarebbe più vivibile e i cittadini più in salute (i medici dicono che camminare a piedi e andare in bicicletta fa bene al fisico). Occorrono inoltre  percorsi ciclo-pedonali
segnalati da cartellonistica e  app di cellulare che promuovano i punti più attrattivi della città con vantaggio  per il turismo e le attività economiche".

"Infatti è possibile promuovere la realizzazione di itinerari e iniziative, che possano incrementare anche qualitativamente l'offerta di turismo, con la messa in rete del patrimonio culturale, ambientale, agroalimentare ed enogastronomico.  L'aumento del ‘nazionalismo’ spingerà la crescita dei marchi locali rispetto ai marchi globali; i rivenditori saranno spinti a diventare più ‘local’ nell’assortimento e nella filiera e a preferire i prodotti made in Italy. Pertanto dovrebbe essere sostenuta la produzione di prodotti, agricoli, artigianali, industriali  locali o italiani con trasporti delle merci  più ecologici, come indicato dal progetto “Smart Set“, da tempo approvato ma non ancora attuato dall’ Amm.ne Com.le. Gli  incentivi  economici esistono già (comunità europea o regionali). Gli esercenti che prediligeranno  tali prodotti, potranno essere aiutati  non solo sotto il profilo economico ma anche per  ristrutturare i  locali e posizionare i dehors. Tutto questo comporterà aumento della produzione locale, apertura di nuove attività, minor inquinamento atmosferico e riscoperta di freschezza e sapore nei cibi".

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