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Cronaca Santa Sofia

Il Giorno della Memoria a Santa Sofia anche nel nome di Guelfo Zamboni

"Il Giorno della Memoria ci offre la possibilità di riflettere su numerosi concetti: la Shoah, le leggi razziali e la persecuzione dei cittadini etichettati come “diversi” dal governo nazista", ricorda Guidi

Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria, dedicato al “ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati politici e militari nei campi nazisti”. "Solitamente, in questa data, avremmo incontrato gli studenti dell'Istituto Comprensivo di Santa Sofia per riflettere insieme sul significato del Giorno della Memoria - commenta l'assessora alla cultura Isabel Guidi -. Nell'impossibilità di vederci dal vivo, abbiamo in programma un incontro on line e, purtroppo, dovremo rinunciare alle emozioni trasmesse dalla visione di uno spettacolo teatrale o di un incontro con i testimoni di quel drammatico periodo, risorsa preziosa poiché abbiamo la fortuna di poter ancora ascoltare da qualcuno di loro quei tragici fatti".

"Il Giorno della Memoria ci offre la possibilità di riflettere su numerosi concetti: la Shoah, le leggi razziali e la persecuzione dei cittadini etichettati come “diversi” dal governo nazista - prosegue Guidi -. Sono fenomeni reali e documentati, accaduti nel cuore d’Europa in tempi neanche tanto lontani. Per quanto sia difficile affrontare queste tematiche, è nostro dovere ricordare le vittime dell'odio e la scelleratezza nazista: la storia è il pavimento sul quale camminiamo e per questo dobbiamo conoscere anche le vicende più tragiche che l’hanno caratterizzata”.

Nella storia del Novecento la Shoah ha rappresentato il buco nero in cui sono precipitati tutti i valori fondamentali della civiltà europea moderna: la dignità, la libertà, l'uguaglianza di tutti gli esseri umani. I campi di concentramento erano senza dubbio l'apice della malvagità umana, ma ad essi si accompagnavano le violenze fisiche e verbali, le privazioni, le limitazioni alla libertà personale. "D'altra parte, e fortunatamente, anche ai tempi dell'Olocausto c'erano persone che non si sottomettevano a leggi scellerate ed ingiuste: persone che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposte al progetto di sterminio e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati - sottolinea il sindaco Daniele Valbonesi -. Uno tra questi è Guelfo Zamboni, un uomo di origine santasofiese che durante la seconda guerra mondiale fu Console Generale d’Italia a Salonicco e nella città greca, occupata dai nazisti, salvò dalla deportazione circa 350 ebrei. Non mancheremo di deporre una corona al monumento intitolato a Zamboni, insieme ad Anpi Santa Sofia, alle Associazioni Reduci e Combattenti e agli Alpini sezione Dino Bertini”.

A Salonicco, nell'estate del '43, si salvarono dalla deportazione solo i cittadini con un passaporto di nazione neutrale o non invasa dalla Germania, tra cui i cittadini a cui Guelfo Zamboni procurò un passaporto italiano. Per molto tempo Guelfo Zamboni non ha parlato del suo operato e le sue azioni sono diventate di pubblico dominio solo pochi anni fa, quando alcuni ebrei che avevano ricevuto il suo aiuto lo hanno rintracciato per ringraziarlo. "La memoria dell’Olocausto, dei suoi martiri e dei suoi eroi è di estrema importanza - conclude la presidente dell'Anpi di Santa Sofia, Liviana Rossi. Serve a ricordare ai popoli illuminati e democratici fin dove può portare il razzismo e ci ricorda la necessità di combattere sempre e in ogni contesto contro tutti gli aspetti di questo odio".

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