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Cronaca

"Soldi per candidarsi", la Procura di Forlì indaga sulla Lega

La Procura di Forlì, nell'ambito del'inchiesta sulla Lega Nord avviata nelle scorse settimane, ha sequestrato mercoledì sera alcune carte in via Bellerio, la sede milanese del Carroccio

La Procura di Forlì, nell'ambito del'inchiesta sulla Lega Nord avviata nelle scorse settimane, ha sequestrato mercoledì sera alcune carte in via Bellerio, la sede milanese del Carroccio. La notizia, anticipata dal Sole 24, è stata confermata in ambienti giudiziari. Secondo quanto si apprende, i magistrati starebbero indagando in particolare sulle donazioni che i candidati facevano al partito attraverso meccanismi ritenuti irregolari dal punto di vista fiscale.

Sul materiale sequestrato sono in corso le indagini del Procuratore di Forlì Sergio Sottani e del suo sostituto Fabio Di Vizio. Tutto è partito dalle dichiarazioni della segretaria amministrativa Nadia Dagrada, testimone in ormai in almeno quattro inchieste penali. “A partire dal 2000 – si legge nel sito del Sole 24 Ore -  i prescelti dalla Lega Nord, hanno di fatto comprato la propria candidatura impegnandosi – come condizione irrinunciabile – davanti a un notaio a versare circa 2000 euro (alla prima elezione) o 2400 euro (a quelle successive) per tutti i 60 mesi legislatura, in cambio delle spese elettorali che il partito anticipava loro”.

“L'atto privato – si legge ancora - diventava pubblico e registrato a elezione avvenuta, oppure decadeva in caso di mancato seggio o di fine anticipata della legislatura. Nella dichiarazione dei redditi, poi, i versamenti mensili degli eletti e del partito comparivano come semplici donazioni”. Per la segretaria amministrativa del Carroccio nella sede di Via Bellerio di questi atti se ne stipulavano a centinaia ogni giorno. Prima dell’apertura delle urne quindi bisognava versare il contributo. Per i pm questo meccanismo era necessario a chi veniva eletto per detrarre dall’imposta lorda il 19% e alla Lega a non pagare alcuna imposta perché esenti per legge.
 

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