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Cronaca

La Cgil: "Anche in provincia allarmante il gap salariale, le donne guadagnano 8mila euro in meno all'anno"

In occasione di questo 8 marzo, la Cgil ha scelto un percorso di informazione nei luoghi di lavoro, di denuncia, di proposta e di mobilitazione. Molti sono gli impegni in provincia con la collaborazione anche dei Centri Antiviolenza e delle Associazioni

In occasione di questo 8 marzo, la Cgil ha scelto un percorso di informazione nei luoghi di lavoro, di denuncia, di proposta e di mobilitazione. Molti sono gli impegni in provincia con la collaborazione anche dei Centri Antiviolenza e delle Associazioni.

Spiega la Cgil di Forlì-Cesena attraverso la Segretaria Maria Giorgini: "Il focus su cui vogliamo portare attenzione è l’allarmante differenza salariale, dalla quale si evincono tutti gli ostacoli che le donne hanno per una piena parità lavorativa, economica e sociale. Il tema salariale da tempo ci vede come Provincia fanalino di coda in regione.  Le retribuzioni delle cittadine e dei cittadini della nostra provincia sono infatti  inferiori sia per le donne che per gli uomini alla media regionale. Quest’ultima pari a 98 euro, e quella di Forlì Cesena pari a 87". 

"Se poi entriamo nella nostra Provincia e prendiamo il dato riferito ai salari delle donne il divario è allarmante, sia se guardiamo la media giornaliera dove le donne hanno una retribuzione inferiore del 26% rispetto agli uomini, ancora di più se guardiamo la media annuale che arriva al 32%, con 8000 euro in meno di reddito medio annuo e un numero di giornate lavorate delle donne inferiore a quelle degli uomini (donne 221 contro i 234 giorni per gli uomini). Se poi guardiamo i redditi da pensione la differenza sale al 36%".

"Segregazione occupazionale, gap salariale,  limitazioni nei percorsi di carriera,  precarietà, contratti a termine e part time involontari oltre alle grandi difficoltà alla conciliazione e le discriminazioni nei luoghi di lavoro, sono i grandi temi che inducono le donne a rinunciare al loro posto nel mondo del lavoro e a considerarsi il secondo reddito quello a cui si può rinunciare in caso di bisogno. Se vogliamo dunque parlare di 8 marzo come Giornata Internazionale per i diritti delle Donne dobbiamo dirci che i diritti delle donne sono ogni giorno calpestati, nel lavoro e nella società, e che pertanto è necessario pensare ad un rinnovato impegno di tutte le donne e degli uomini per colmare questi divari e agire sulle cause. Per questo invitiamo tutte e tutti a fare rumore e a far sentire la propria voce".

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