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Cronaca

La conferenza delle Donne Democratiche va al rinnovo: "Partecipino anche le non iscritte al Pd"

Il Partito Democratico forlivese chiama a raccolta le donne, iscritte e non iscritte, in vista del rinnovo della Conferenza delle Donne Democratiche di Forlì

Il Partito Democratico forlivese chiama a raccolta le donne, iscritte e non iscritte, in vista del rinnovo della Conferenza delle Donne Democratiche di Forlì. Due gli appuntamenti da segnarsi: il primo è la Conferenza Donne Democratiche di Forlì il 19 febbraio, che culminerà con l'elezione di una portavoce territoriale. Quindi il 5 marzo con l'assemblea regionale delle Donne Democratiche, che a sua volta nominerà la sua portavoce regionale. Forlì è in prima fila su questo tema dato l'attuale incarico di Lucia Bongarzone, coordinatrice regionale delle Conferenza delle Donne del PD dell’Emilia-Romagna. 

Per Bongarzone la conferenza territoriale deve essere un “luogo di elaborazione di proposte e progettualità, dove si incontrano donne iscritte al partito, ma soprattutto non iscritte, un luogo aperto alla società”. Anzi l'invito è a iscriversi: “Sono aperte le iscrizioni. Tutte le donne posso aderire tramite il sito del Pd dell'Emilia-Romagna, e stiamo ricevendo moltissime iscrizioni anche di donne esterne al nostro partito, per noi contaminarci è importante in quanto ci dà aderenza ai problemi delle persone e ci rende un partito di prossimità, di strada”. 

La situazione femminile è peggiorata con l'arrivo della pandemia. Lo ricorda la stessa Bongarzone citando dati nazionali: “E' una situazione drammatica, per la prima volta dal 2013 si registra un calo dell'occupazione femminile. A pagare di più gli effetti della pandemia di Covid sono donne, in particolare donne con figli: di queste ultime lavora il 53,3% mentre il dato è al 72,7% per le donne senza figli. Si peggiora ancora di più se si guarda alla fascia delle trentenni e quarantenni. In questo Paese lavoro e figli rimangono inconciliabili”. A livello locale, spiega sempre la referente regionale, “anche da noi si nota un calo di occupazione femminile, anche se su queste tematiche c'è un'Italia a due velocità tra Nord e Sud”. A sommarsi a questo problema c'è anche la denatalità: “Si prevede un calo demografico talmente importante da mettere a rischio la sostenibilità economica del Paese”.

Per Bongarzone, infine “i partiti di destra sono fermi al medioevo e vogliono ricacciare la donna dentro la famiglia e il focolaio inteso come suo luogo naturale. Come Pd, invece, abbiamo contribuito all'assegno unico, a mettere nel Pnrr i nidi come servizi fondamentali, introdurre il congedo di paternità obbligatorio e altre  misure di condivisione di cura tra uomini e donne. Le famiglie sono sostenibili se parliamo di condivisione e non conciliazione, quest'ultimo termine che mette il peso tutto sulle spalle delle donne”. 

Le fa eco  Maria Teresa Vaccari, segretaria dell’unione comunale del PD di Forlì: “Dobbiamo lavorare nel solco di una lunga tradizione del territorio forlivese a favore delle politiche di genere e per la democrazia paritaria. Abbiamo una storia e un know how di tutto rispetto e all'avanguardia”. Invece – sempre Vaccari - “non condividiamo in nessun modo l'approccio della giunta Zattini, troppo concentrato sugli aspetti punitivi, repressivi e riparativi della violenza sulle donne. Noi non vorremmo arrivare all'applicazione del codice rosso, ma lavorare sugli aspetti culturali e di prevenzione, dato che questa è la punta dell'iceberg di stereotipi di genere da superare e di una cultura maschilista che è anche in fase di ritorno”.

E contro l'attuale amministrazione di centro-destra, Vaccari ricorda che “tra i suoi primi atti c'è stato quello di ritirare dei fondi da un progetto contro la violenza e la discriminazione di genere”, mentre la commissione Pari Opportunità è stata gestita “più per promozione personale che con la volontà di portare a reali cambiamenti”. Tra le iniziative c'è anche quella di un calendario da scrivania sul tema della violenza di genere: “Un calendario con vignette ironiche per dire che si deve pensare a questi problemi non solo l'8 marzo ma in tutti i mesi dell'anno”. 

Conclude il segretario territoriale Pd Daniele Valbonesi: “Il substrato sociale dove risiede la discriminazione lo si vince con la conoscenza”. E ribadisce la necessità di “coinvolgimento di chi è fuori dal partito:  non ci chiudiamo nel nostro fortino, ma diamo un segnale alla società di apertura, vale a dire combattere la disuguaglianza che è anche di partecipazione. Molti cittadini vivono l'esclusione dai luoghi dove si discute e si lavora per cambiare la società”.

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