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Cronaca

La vita ai tempi del Coronavirus - "Noi grandi angosciati e confusi, guardo i miei figli e ritrovo l'orientamento"

"Leggo le parole che mio figlio ha trovato per descrivere quello che stiamo vivendo, rimango piacevolmente sorpresa e penso che io, da adulta, da psicoterapeuta, non sarei riuscita a trovare parole più semplici, chiare e dirette"

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“Il coronavirus a casa ci ha fatto stare, mentre lui era lì a girare…
Ha fatto male a tanta gente, fino ad arrivare al Presidente,
in questa epidemia che ti prende e ti porta via…
Sei piccino ma dannoso,
per questo ti uccidiamo con l’amore che ci doniamo…” 
(Michele, 11 anni, il fratello maggiore di Bianca, Aurora e Angelica)

Guardo questo bel disegno e leggo le parole che mio figlio ha trovato per descrivere quello che stiamo vivendo, rimango piacevolmente sorpresa e penso che io, da adulta, da psicoterapeuta, non sarei riuscita a trovare parole più semplici, chiare e dirette per riassumere questa situazione surreale. 

Noi grandi, confusi dalle emozioni angoscianti che stiamo vivendo, disorientati da qualcosa che non siamo pronti ad affrontare, invasi dalle immagini terrificanti che ci circondano e dalle preoccupazioni per il futuro che ci aspetta, annaspiamo tra le acque di un mare in tempesta. Poi guardo loro, i miei figli, e ritrovo l’orientamento. Li osservo e vedo la loro chiarezza, la loro capacità di comprensione e semplificazione (ognuno in modo più o meno strutturato in funzione dell’età). Soprattutto vedo la loro spontanea capacità di focalizzarsi sull’attimo presente: il pensiero di cosa non possono più fare, rispetto alla loro vita “passata”, rimane sullo sfondo; la preoccupazione per il futuro, non viene nemmeno contemplata. 

Così imparo da loro, provo a ritrovare dentro di me quella stessa spensieratezza, quella coscienza bambina che è in ognuno di noi. Frugo tra i cassetti della memoria, tra i ricordi lontani… finché iniziano a scorrere nella mia mente immagini sfuocate di istanti spensierati della mia infanzia… “Eccola!”….sono passati tanti anni, ma quella sensazione è ancora viva!!Ora la sento, ecco: ora sono nella stessa  frequenza dei miei bimbi e possiamo condividere insieme qualche istante di gioia; le preoccupazioni e le paure dei grandi ora sono lontane; esistiamo solo noi e l’amore incondizionato che ci unisce… Questo cartellone è nato da uno di questi momenti, e ogni volta che lo guardo sento di nuovo, quella spensieratezza, l’amore e la speranza. 

Quando siamo costretti a fermare la nostra vita, il silenzio, l’immobilità, lo sgomento, sono disarmanti, ci rivelano uno spazio intimo che abbiamo paura di osservare. I bambini vivono in modo naturale in questo spazio, impariamo da loro!! Accettiamo semplicemente quello che accade, esploriamo in modo creativo questo nuovo scorcio di realtà che si apre davanti a noi, godiamo di quello che ci appaga nell’istante presente, rimaniamo connessi con il nostro sentire e lasciamoci attraversare dalle emozioni che stiamo vivendo: così come farebbe un bambino…! In questo momento così difficile, quando ci relazioniamo ai nostri bambini cerchiamo di essere noi adulti a raggiungerli nella loro dimensione di spensieratezza e non lasciamo che siano loro a doverci incontrare nella nostra condizione di angoscia e rabbia.  
In risposta a una circostanza traumatica, abbiamo il terrore di “de-strutturarci” o frantumarci, i bambini ci insegnano che esiste un’altra strada: la possibilità di “ri-strutturarci” in una forma nuova… Mi riecheggiano alla mente le parole di Haruki Murakami : “Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla ed uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro che sia finita davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato. Sì questo è il significato di quella tempesta…”

Elisa Giannetti (mamma di Michele, Bianca, Angelica e Aurora)


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