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La solidarietà dei volontari agli sfollati a palazzo Sme: "Momenti di terrore, il fango ci arrivava alle ginocchia"

Il punto di accoglienza di palazzo Sme ospita 147 persone ma le richieste continuano ad arrivare. Sono al lavoro i volontari della Protezione Civile, della Croce Rossa e la Polizia locale

E’ un via vai incessante al punto di prima accoglienza allestito al Palazzo Sme dal Comune di Forlì in collaborazione con la Polizia locale e la Protezione Civile, iniziato nella serata di martedì e proseguito senza sosta per tutta la notte. In via Punta di Ferro i volontari sono al lavoro da ore per dare riparo e un pasto caldo ai tanti cittadini, famiglie, bambini e anziani che hanno dovuto abbandonare le case invase dall’acqua nel cuore della notte. 

Il punto di accoglienza ha una capienza di 180 posti e al momento ospita 147 persone, restano disponibili circa dieci posti, perché una ventina vengono tenuti a disposizione per situazioni di particolare criticità. Ma le richieste di aiuto si moltiplicano e arrivano da molte parti della città, per questo motivo il Comune in queste ore ha deciso di allestire altri due punti di accoglienza, uno in via Angeloni e un secondo al Ginnasio sportivo in viale della Libertà.

"Sono arrivati fradici e spaventati"

“Le prime persone hanno cominciato ad arrivare ieri sera completamente bagnate e con il terrore negli occhi - racconta Elisa, volontaria della Protezione Civile che ha assistito gli sfollati per tutta la notte e continuerà per tutta la giornata -. Sono andati a prenderli con i gommoni i Vigili del Fuoco nelle case sommerse dall’acqua. Qualcuno anche con l’elicottero, poi li hanno trasferiti all’aeroporto e portati qui con un pulmino”.

Alcune persone particolarmente fragili e con problemi di salute hanno trovato accoglienza alla Casa di riposo Zangheri. A palazzo Sme sono presenti i volontari della Protezione Civile e della Croce Rossa, sotto il coordinamento del Comune di Forlì e della Polizia Locale. 

“Non abbiamo mandato via nessuno e abbiamo cercato di dare conforto nel miglior modo possibile - dice mentre prepara il caffè caldo da distribuire - abbiamo accolto anche gli animali che le persone hanno portato con sé”. Ci sono infatti una decina di cani, quattro gatti, un geco e una tartaruga.

L’aria che si respira nell’ampio spazio allestito a piano terra, dove si susseguono una dopo l’altra le brandine allestite nella notte, è proprio quella di una grande solidarietà che si mescola al dolore e alla paura di chi è dovuto fuggire dalle proprie case nella notte portando con sé il minimo indispensabile, senza sapere quale sarà il futuro.

Le testimonianze

E’ il caso di Tamara, che tiene al guinzaglio i suoi tre cani, tratta in salvo nella sua abitazione in via Monte San Gabriele alle 4 del mattino dal gommone della Protezione Civile. “L’acqua ha cominciato a salire ed.è arrivata al primo piano - dice con gli occhi lucidi e la voce rotta - ci hanno portati al ponte di Schiavonia e da lì i militari dell’Esercito ci hanno accompagnati qui. Sono stati bravissimi e tutti estremamente gentili”. 

“Non so cosa sia successo alla mia casa - dice una signora residente in zona Romiti, scappata di casa con le figlie di 16 e 19 anni - siamo scese in strada e abbiamo chiesto un passaggio a un signore che ci ha portati fino a qui. Il fango ci arrivava alle ginocchia. Qui sono tutti molto gentili, ma la adesso la paura di quello che accadrà è tanta”.

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