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Cronaca

Mensa dei Poveri di Santa Maria del Fiore, l'appello: "Cerchiamo volontari"

La Mensa dei Poveri di Santa Maria del Fiore cerca volontari. "Siamo pochi, servono braccia". L'ennesimo appello sui "media" di Alessandro Guidetti, vice presidente dell'"Associazione San Francesco"

La Mensa dei Poveri di Santa Maria del Fiore cerca volontari. “Siamo pochi, servono braccia”. L’ennesimo appello sui “media” di Alessandro Guidetti, vice presidente dell’“Associazione San Francesco”, l’onlus che gestisce la struttura caritativa di via Ravegnana, è figlio dell’emergenza. Il normale giro di una decina di volontari che a turno, nell’arco di un mese, portava avanti la Mensa, non basta più: la “colpa”, se così si può dire, è della più grave crisi economica dal dopoguerra ad oggi.

Fondata nel 1983 dall’indimenticabile padre Lazzaro Corazzi, la Mensa dei Poveri di Santa Maria del Fiore è un gesto parrocchiale straordinario, in grado di offre il pranzo ad un numero di utenti che ha raggiunto le 120 presenze giornaliere. Negli ultimi tempi gli utenti sono pressoché raddoppiati: si tratta di immigrati e di senza tetto, a volte interi nuclei familiari, con gli italiani in netta crescita. In attesa dei nuovi volontari, anche solo per due ore la settimana, sembrano invece superati i problemi di natura economica. Merito della grande gara di solidarietà innescata a maggio su alcuni giornali locali, talmente efficace da far affluire alla Mensa la bella somma di 42.000 euro. “Eravamo agli sgoccioli – precisa Guidetti - ma in poco tempo sono arrivate le risorse sufficienti per farci guardare al futuro con fiducia”. Spiccano i 12.500 euro stanziati dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì sotto egida Roberto Pinza, i 7.500 deliberati dal Comune di Forlì per l’interessamento dell’assessore al welfare Davide Drei, i 3.500 euro dei Lions Club Forlì e i 10.000 euro donati da un privato.

Senza dimenticare la Diocesi, la prima a contribuire con 3.000 euro l’indomani del ritorno della Mensa in carico alla parrocchia dopo la parentesi Caritas. “Mi lasci ringraziare anche le tante persone comuni che hanno dato chi molto, chi poco, alimentando un rivolo che è diventato un fiume d’amore”. Molti offerenti si rivolgono direttamente al parroco don Luigi Burchi, che gira il tutto alla Mensa per le necessità quotidiane. Guidetti spende un parola d’affetto per la Caritas diocesana: “Ci è sempre stata vicina e continuerà ad illuminarci con l’innata capacità di farsi carico dei bisognosi”. A cominciare proprio dai 5.000 euro spesi per pagare le utenze del primo semestre della Mensa. Molte spese di gestione sono imposte dalle norme sulla sicurezza igienica e degli ambienti. Vedi la polizza assicurativa per gli operatori e gli utenti, il trattamento anti-blatta e l’assicurazione del pulmino.

“E dei veli di carta che vanno sopra i vassoi, mille ogni 10 giorni, 130 euro al pacco, ne vogliamo parlare? I primi 6 mesi li ha pagati la Caritas, ma da luglio sono a carico della Mensa”. Alla porta di Guidetti e C si affacciano anche problemi pratici: “Urgono il rifacimento dei bagni e il rimpiazzo del pulmino per andare a fare la spesa, ridotto ad un catorcio”. Ma anche qui la provvidenza ha già risposto: se ai sanitari provvederà la stessa Caritas, presente con l’Accoglienza notturna nei locali dell’ex Convitto studentesco francescano, il mezzo di trasporto sarà uno dei due “Doblò” che la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, per iniziativa del direttore generale Antonio Branca, metterà a disposizione del nuovo Centro di Raccolta e Distribuzione alimentare che sta per aprire in via Lunga, a ridosso della sede del Comitato per la Lotta contro la Fame nel mondo e del glorioso Seminario vescovile, due istituzioni benemerite che proprio in questi giorni hanno compiuto 50 anni.  

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