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Cronaca

Un chilometro di luminarie per dar luce al Duomo

L’allestimento, regalato anche quest’anno al Comune di Forlì da Hera Luce, ha previsto il montaggio di ben 1.000 metri di lampade a filamento, in grado di produrre complessivamente 16 Kw di potenza

Fno all’Epifania il Duomo di Forlì, già Cattedrale di Santa Croce, è illuminato grazie a 1 km di luminarie. L’allestimento, regalato anche quest’anno al Comune di Forlì da Hera Luce, ha previsto il montaggio di ben 1.000 metri di lampade a filamento, in grado di produrre complessivamente 16 Kw di potenza. L’intervento è molto impegnativo, in quanto i fili con le 5.000 lampadine devono essere collocati sia sulla cupola che sul campanile del Duomo.

Per questo è stata chiamata da Hera Luce la ditta specializzata di Macerata che, grazie ad un particolare corso di specializzazione sulle imbragature necessarie, dal 1993 è in grado di occuparsi dell’allestimento delle luminarie sul Duomo di Forlì, che rappresenta il suo ‘fiore all’occhiello’. Le luminarie saranno poi riaccese dal 21 gennaio al 5 febbraio 2013 in occasione della Festa della Madonna del Fuoco (4 febbraio), patrona della città di Forlì, la cui Cappella è contenuta all’interno della Cattedrale. <<La nostra azienda ha voluto donare alla città di Forlì l’illuminazione di questo importante monumento, che è nel cuore di tutti i forlivesi e che ne rappresenta la profonda religiosità>> afferma soddisfatto Walther Sirri, amministratore delegato di Hera Luce.

Cattedrale di Santa Croce - La Cattedrale di Santa Croce, è il Duomo di Forlì e sede del Vescovo della Diocesi di Forlì-Bertinoro. Al suo interno, nella cappella sinistra, si trova la xilografia della Madonna del Fuoco, Patrona della Diocesi. L'attuale aspetto neoclassico, frutto dei grandi lavori che seguirono l'abbattimento della primitiva chiesa romanico gotica, le fu conferito dall'architetto Giulio Zambianchi che completò la nuova fabbrica nel 1841. Della struttura precedente rimangono la Cappella del Santissimo Sacramento nella navata destra e la grande Cappella della Madonna del Fuoco nella navata sinistra realizzata tra il 1614 e il 1636 sovrastata da una cupola ottagonale affrescata da Felice Cignani che vi raffigurò l'Assunzione della Vergine in cielo.

Sotto l'arco di sostegno della cupola, sul pavimento a destra, si trova la tomba di Carlo Cignani. Il cardinale Fabrizio Paolucci, commissionò a sue spese l'altare maggiore (realizzato a Roma nel 1718) e la tribuna che racchiude la Madonna del Fuoco. La piccola ancona di bronzo dorato e lapislazzuli è opera di Giovanni Giardini. L'altare maggiore è sormontato dal fastigio dello scultore Camillo Rusconi, la mensa invece venne rifatta nel 1814 su disegno di Luigi Mirri.

Fu realizzato per il transetto della basilica di San Paolo fuori le mura in fase di ricostruzione dopo il disastroso incendio che l'aveva colpita, ma l'inatteso dono, da parte dello Zar di Russia, di diversi blocchi di malachite verde, portò alla decisione di realizzare per quel luogo due altari gemelli ancora oggi ammirabili nella Basilica Ostiense. Il dono al Duomo forlivese fu occasionato da un incidente occorso al Papa stesso che, di passaggio a Forlì, celebrò Messa in Duomo sull'altare precedente dotato di una predella lignea che, forse per qualche tarlo di troppo, cedette sotto il peso dell'augusto ospite che commentò "divertito": Vi regalo io l'altare nuovo, così se ripasso da Forlì, non rischio più la vita celebrando Messa. I due organi del Settecento sono del celebre organaro veneziano Gaetano Callido.
 
Cappella della Madonna del Fuoco

La cappella-santuario della Madonna del Fuoco fu realizzata negli anni 1619-36 dall'architetto faentino Domenico Paganelli. È coperta da una cupola ottagonale con alto tamburo che presenta un affresco rifinito a tempera di Carlo Cignani iniziato forse nel 1686 e terminato nel 1706 che rappresenta l'Assunzione della Vergine restaurato anche da Pompeo Randi. Nelle nicchie inserite fra le finestre del tamburo si trova l'affresco dei quattro Evangelisti, opera dello scultore bolognese Giuseppe Mazza. I pennacchi presentano dei putti in stucco di Filippo Balugani.

Sulla faccia interna dell'arco d'ingresso si trova Il miracolo della Madonna del Fuoco, opera di Pompeo Randi. Ai lati si trovano le due cantorie in marmo disegnate da Gaetano Stegani che nel 1770 circa sostituirono quelle primitive di legno. L'organo sulla parete destra è opera della bottega veneziana dei Callido. La tribuna nella quale è conservata la xilografia della Madonna del Fuoco fu realizzata a spese del cardinale Fabri, che commissionò anche l’altare maggiore. Al centro della cappella si trova la xilografia della Madonna del Fuoco, risalente ai primi anni del XV secolo.

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