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Nubifragio nel Forlivese, caduti oltre 60 millimetri: ecco come è nato il forte temporale

Allagamenti in diversi cortili e cantine alla Cava e Romiti, dove i tombini ancora saturi non sono riuscito ad assorbire e smaltire l’acqua caduta

Un altro nubifragio ha colpito sabato pomeriggio le aree già alluvionate di Forlì. Alcuni dati, registrati dalla rete di Meteo Forlì-Cesena: 64,3 millimetri a Villa Rovere, 42,4 millimetri ai Sabbioni, mentre nell’entroterra il temporale ha colpito violentemente la zona Portico di Romagna, con 51 millimetri caduti a Monte Busca. In città si sono registrati allagamenti a San Martino in Strada in viale Dell’Appennino, dove le caditoie non sono riuscite a reggere l’intensità della precipitazione. Allagamenti in diversi cortili e cantine alla Cava e Romiti, dove i tombini ancora saturi non sono riuscito ad assorbire e smaltire l’acqua caduta. Meno colpiti gli altri quartieri: in centro sono caduti 6,4 millimetri. 
 

Ma cosa è accaduto? “Si è trattato di una classica formazione temporalesca di tipo multicellulare (QLCS quasi linear convective system), ovvero un sistema che è costituito da varie celle in diversi stadi evolutivi e che si rigenera di continuo fino a quando non viene “consumata” l’energia potenziale disponibile per la convezione (energia) - commenta Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti) -. È nato in seno ad un’atmosfera instabile per la presenza di aria fredda in quota e lungo una linea di confluenza tra correnti orientali in ingresso dal mare Adriatico e occidentali più fredde come conseguenza di precedenti temporali innescatisi sull’Appennino già nel primo pomeriggio. La confluenza determina moti ascensionali che servono come primo impulso alla formazione di nubi temporalesche, la quale poi prosegue grazie alla presenza dell’aria fredda alle quote superiori, e il sistema si è rigenerato quasi in loco. La presenza di deboli venti alle medie e alte quote ha favorito un'evoluzione molto lenta del sistema, pertanto, dove alcune celle più intense hanno scaricato le massime precipitazioni, si sono avuti accumuli di pioggia anche notevoli (maggiori di 50 millimetri) anche se solo localmente”.

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