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Sicurezza stradale

Nuovo codice della strada, Fiab Forlì: "La riforma non migliora la situazione, anzi la peggiora"

L'associazione Fiab Forlì commenta così la recente proposta di riforma del codice della strada

"Riteniamo che alcune delle misure proposte non solo non contribuiscono a migliorare la sicurezza stradale, ma possono addirittura mettere a rischio la vita dei ciclisti e di tutti gli utenti vulnerabili della strada". L'associazione Fiab Forlì commenta così la recente proposta di riforma del codice della strada. "Come organizzazione impegnata nella promozione dell'uso della bicicletta e nella difesa dei diritti e della sicurezza dei ciclisti, riteniamo fondamentale esprimere la nostra opinione su questo importante tema che riguarda direttamente la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale - affermano dall'associazione -. La riforma proposta contiene disposizioni che suscitano preoccupazioni nel nostro settore".

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Il ragionamento dell'associazione parte citando alcuni dati Istat relativi al 2022, con 3.159 morti per incidenti stradali (8,7 morti al giorno, +9% rispetto al 2021); 
80% dei morti in città sono utenti vulnerabili (ciclisti e pedoni), il 73% dei quali avvenuto su strade urbane. "Le principali cause di morte sono l’eccesso di velocità (23%), la guida distratta (20%) e la mancata precedenza sulle strisce pedonali (17%) - viene spiegato -. Altro dato molto significativo è la probabilità di sopravvivenza di una persona investita a 50 chilometri orari o a 30 chilometri orari, pari al 10% nel primo caso e 90% nel secondo. Se si confrontano i dati dell'incidentalità in Italia con l’Europa, i numeri rappresentano in modo drammatico la situazione: 53 morti in strada per milione di abitanti contro i 34 in Germania e i 36 in Spagna".

"Basterebbe analizzare questi dati per capire che una riforma efficace per aumentare la sicurezza in strada deve agire sulla prevenzione e sulla tutela degli utenti più vulnerabili, in primo luogo con interventi di riduzione della velocità - viene aggiunto -. Purtroppo non è così. Da una parte si agisce sulla repressione, dall’altra si limitano i controlli e le sanzioni. Sembra poi che ci sia un vero e proprio accanimento contro i ciclisti ai quali viene addebitata  la propria sicurezza in strada, senza considerare minimamente la responsabilità di chi guida in modo pericoloso".

"Le criticità di questa riforma sono chiaramente messe in evidenza da una approfondita analisi condotta da Andrea Colombo, esperto di mobilità sostenibile ed ex assessore alla mobilità del comune di Bologna - viene argomentato -. In sintesi, la riforma limita in modo pesante l’autonomia di azione delle amministrazioni comunali, depotenzia ZTL, aree pedonali, sosta regolamentata, controlli elettronici (telecamere e autovelox) e mobilità ciclistica. Contro la riforma è partita dalla piattaforma "Città 30 Subito" la mobilitazione nazionale “Stop al nuovo codice della strage”. Le iniziative in 40 città,  le migliaia di e-mail inviate a Meloni, la lettera di 30 organizzazioni internazionali e gli emendamenti dell’opposizione hanno ottenuto come primo importante risultato il rinvio della discussione in Parlamento"

Per Fiab "serve un approccio scientifico e sistemico. Agendo sulla moderazione della velocità, non solo attraverso i limiti ma anche con controlli e ridisegno dello spazio pubblico. Occorre realizzare interventi normativi a favore della mobilità attiva e del potenziamento del trasporto pubblico, e agevolare percorsi verso le città 30, prendendo esempio da Bologna". Quanto alle Città 30, "molte altre città in Europa e nel mondo hanno fatto questa scelta ottenendo benefici documentati per quanto riguarda la sicurezza in strada, la qualità dell’aria e la qualità della vita per tutti i cittadini. Questi primi mesi sono ancora pochi per una valutazione, il dato certo è una diminuzione del numero di incidenti del 22% e, ciò che è ancora più significativo, nessuna perdita di vite umane rispetto a un anno fa, quando si contava almeno un decesso nello stesso periodo. "Città 30" non è solo l’introduzione di un limite di velocità, è un concetto di città più vicina alle esigenza delle persone che la vivono: strade sicure, spazi verdi, aree pedonali e piste ciclabili, spazi senza auto davanti alle scuole, traffico più fluido per tutti i veicoli e soprattutto nessun morto in strada. Per arrivare a questo occorre tempo, occorre investire risorse e soprattutto una buona campagna di comunicazione fra le istituzioni e i cittadini".

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