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Cronaca

La storia del platano di Carpinello, ecco come si arrivò a tutelarlo

Come si arrivò alla tutela del Platano di Carpinello? L'albero, da giorni al centro di una votazione online in rappresentanza di Forlì e dell'Emilia-Romagna nel concorso nazionale "Albero dell'anno 2013"

Come si arrivò alla tutela del Platano di Carpinello? L'albero, da giorni al centro di una votazione online in rappresentanza di Forlì e dell'Emilia-Romagna nel concorso nazionale “Albero dell'anno 2013”, e per questo particolarmente all'attenzione dei forlivesi? A ricordarlo è Euro Camporesi, all'epoca responsabile del servizio Verde del Comune di Forlì.

L'albero si trovava minacciato dai lavori agricoli, spiega Camporesi. Da qui la decisione di comprare il terreno e tutelarlo con una recinzione. “Sono contento che nella consultazione e gara per l'elezione dell'albero d'Italia 2013, il Platano di Carpinello, questo è il nome che gli abbiamo dato come Servizio Verde del Comune di Forlì, abbia raggiunto la finale. Quando decisi assieme ai colleghi dell'ufficio di cui ero il responsabile e lo “Studio Verde” consulente per alcuni progetti nel verde pubblico di metterlo in sicurezza e protezione davanti al rischio che potesse essere abbattuto, avevamo il solo scopo di salvaguardare una pianta per noi monumentale e unica nel suo genere e mai avremmo potuto immaginare che nel tempo avrebbe potuto diventare un simbolo per la città di Forlì e se vogliamo della Regione”.

L'albero si trovava minacciato, ricorda Camporesi: “Transitando come tutti i forlivesi e non solo, sulla via Cervese per raggiungere le nostre località di mare, uno dei punti del paesaggio che più attiravano la mia attenzione era quel tratto su cui sorgeva il Platano ed altri alberi che a pochi metri di distanza formavano una piccola lenticella di bosco a ridosso di un vecchio fabbricato. Mese dopo mese, anno dopo anno, con le lavorazioni del terreno circostante, l'area sotto la chioma veniva lavorata sempre più profonda e sempre più vicina al fusto, qualche ramo dei più bassi venne tagliato per consentire all'aratro trainato dal trattore, di ampliare sempre più la terra sotto la chioma e qualche radice iniziò ad affiorare per essere poi tagliata”.

“Ritenni opportuno fare qualche cosa per impedire che vi lavorassero sotto. Chiesi allora consiglio sulla natura dell'albero agli amici dello “Studio Verde” con i quali stavamo lavorando al progetto di recupero del bosco di Ladino. Ad una attenta analisi venne fuori che era un esemplare raro di Platano Orientalis. Da una ricerca emerse la storia dell'albero e delle vicende alle quali era scampato. I lavori agricoli su quel terreno procedevano velocemente ed il rischio che quei circa seicento metri quadrati di terreno fossero appetibili per le coltivazioni era grande”.

“Avviai immediatamente una pratica per la messa in sicurezza della pianta che l'amministrazione comunale accolse con favore ed assieme ai tecnici del servizio che collaboravano con me alla manutenzione delle aree verdi del Comune di Forlì, chiedemmo il finanziamento per l'acquisto del terreno per poter recintare la Pianta e garantire che sarebbe stata indicata come albero monumentale sotto la tutela della Sovraintendenza dei beni Ambientali. Garantimmo con questo che i lavori agricoli sotto la pianta non sarebbero più stati eseguiti e che la stessa non avrebbe nel suo futuro subito tagli per nessun motivo”.

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