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Cronaca

La Cgil: "Taser, bastone estendibile e telecamere: idea sbagliata di sicurezza per la Polizia Locale"

“Esprimiamo preoccupazione per la declinazione che l’Amministrazione del Comune di Forlì dà al concetto di sicurezza e presidio del territorio”

No al bastone estendibile, ma neanche al taser (che è stato introdotto da lunedì in Questura e nel comando provinciale dei carabinieri) e a un nucleo cinofilo della Polizia Locale. A esprimere contrarietà sono Maria Giorgini e Daniela Avantaggiato, segretarie della Cgil di Forlì e della Fp-Cgil: “Esprimiamo preoccupazione per la declinazione che l’Amministrazione del Comune di Forlì dà al concetto di sicurezza e presidio del territorio”.

Ed ancora: “Alcune delle scelte operate, tra cui l’aumento dell’utilizzo delle telecamere, circa 360 in giro per la città, l’introduzione dell’utilizzo del taser (pistola ad impulsi elettrici), di cui tra l’altro non risultano compiuti studi scientifici sugli effetti del loro utilizzo, il progetto, ancora incerto, di istituire un gruppo cinofilo, da impiegare anche durante iniziative culturali e di intrattenimento, come ad esempio i Mercoledì del Cuore, lasciano sottendere un’idea sbagliata del concetto di sicurezza e presidio del territorio in capo alla polizia locale forlivese. A queste misure che sottendono un’idea allarmistica, fuori contesto che genera un aumento della percezione, da parte del cittadino, d’insicurezza complessiva, è stata aggiunta l’introduzione di bastoni estendibili”, dicono Giorgini e Avvantaggiato.

Il riferimento è alla commissione consigliare dedicata al regolamento di Polizia Locale in cui il vicesindaco Daniele Mezzacapo ha citato i Tso come possibili casi in cui gli agenti possono subire aggressioni, per le quali i bastoni estendibili, non in dotazione alla Polizia Locale, possono trovare un uso a scopo di auto-difesa. Un'affermazione contestata da una lettera aperta di 70 psichiatri. 

Sempre la Cgil: “Molti dei progetti organizzativi adottati o in corso di adozione, oltre a non aver visto il coinvolgimento del personale di Polizia locale, che peraltro dovrà adottare tali strumenti operativi, sono in controtendenza rispetto alle reali necessità, più volte espresse dai lavoratori e dalle lavoratrici del settore. Se davvero si volesse intervenire per dare risposte al personale della Polizia Locale e al territorio, basterebbe ascoltare le richieste che avanziamo ormai da lungo tempo: più personale stabile, più risorse economiche, maggiore coinvolgimento organizzativo, più formazione anche trasversale, sono solo alcuni dei punti chiave per migliorare la vita di chi opera nel settore e della popolazione”. 

Ed ancora: “Il ruolo svolto dalla Polizia locale non può e non deve ridursi ad un’azione di mera “repressione”, peraltro duplicando molte delle attività già ampiamente svolte nel territorio da altri corpi di Polizia (Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato), bensì deve accentuare e valorizzate le funzioni e specificità di competenza al servizio del cittadino. Siamo infatti convinti che gli elementi strategici per rendere più sicure le nostre città sono la cultura della legalità, il ruolo dell’istruzione (anche per prevenire i fenomeni delle baby gang), un tessuto sociale e un welfare che mettano in campo fattori inclusivi, il controllo democratico del territorio”. 

“Chi viene sottoposto a TSO non ha commesso alcun reato, anzi, ha urgente bisogno di cure sanitarie, è nel suo interesse primario, per questo condividiamo l’appello proposto dai 70 psichiatri e operatori del settore e chiediamo all’amministrazione di ritornare sui suoi passi. Introduzione dei bastoni estensibili durante i TSO è una scelta che non ci appartiene, rigettiamo l’idea che tutto, perfino lo stato di salute, si possa risolvere con azioni repressive, che tutto sono fuorché un aiuto agli operatori della polizia locale, e sicuramente non creano una cultura della sicurezza, della legalità e del comune senso civico di comunità, aumentando, viceversa, sempre più le diversità e l’isolamento delle persone”.

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