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Recuperare l'energia prodotta dai treni in frenata: è a Forlì il primo impianto tecnologico "green" in Europa

La struttura è stata visitata da Galeazzo Bignami, viceministro alle  Infrastrutture e Trasporti ed esponente di Fratelli d'Italia, assieme al personale tecnico di Rfi

E' la prima in Italia e anche la prima in Europa su questo tipo di rete (3 kV cc): si tratta della tecnologia che permette di recuperare e riutilizzare l'energia di frenata dei treni, col vantaggio di consumare meno energia elettrica e quindi produrre meno anidride carbonica, che Rete Ferroviaria Italiana, la società delle Ferrovie dedicata agli impianti ferroviari, ha allestito nella sottostazione elettrica di Forlì, che si trova in via Zignola, alle spalle dell'Electrolux.

Un investimento “green” di circa 4 milioni di euro, in cui sono compresi però anche i costi di ricerca e sviluppo e di realizzazione del prototipo di impianto, somme che cioè saranno ammortizzate se Rete Ferroviaria Italiana moltiplicherà, come è nelle intenzioni, questo “progetto pilota”. La struttura è stata visitata questa mattina da Galeazzo Bignami, viceministro alle  Infrastrutture e Trasporti ed esponente di Fratelli d'Italia, assieme al personale tecnico di Rfi. Rfi ha in previsione di realizzare altri 15 sottostazioni elettriche di nuova generazione entro il 2032.

VIDEO - Come funziona la sottostazione ecologica

Il funzionamento - anche se ovviamente molto più complesso trattandosi di un'infrastruttura ferroviaria - è concettualmente simile a quello delle auto ibride, che ri-accumulano l'energia che viene dispersa, in questo caso si parla dell'energia di più o meno 200 treni che transitano nei circa 20 chilometri del tratto Forlì-Faenza. Ogni giorno di funzionamento permette di recuperare l'energia consumata in un anno da un'abitazione. A conti fatti, l'impianto tecnologico allestito nella sottostazione elettrica permetterebbe in teoria di soddisfare il bisogno di un piccolo quartiere residenziale di 350-400 abitazioni, e nei fatti viene immediatamente re-impiegata per far sfrecciare gli elettrotreni sulla linea Adriatica.

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“Questa tecnologia dà un grande beneficio ambientale, portando prossima allo zero la Co2 necessaria per produrre questa energia elettrica, in quanto parliamo di recupero e riutilizzo dell'energia, che se arriva da fonti rinnovabili aumenta il vantaggio ambientale”, illustra il viceministro. Bignami sottolinea quindi che “questa eccellenza tecnologica si trova a Forlì”. Con il viceministro era presente in loco all'illustrazione del progetto anche il team di Rfi, che ha reso possibile la realizzazione: Emanuele Lolli, responsabile ingegneria di Bologna; Gianluca Nestovito, responsabile mantenimento dell'infrastruttura; Cesidio Bove, responsabile sottostazioni elettriche e Lorenzo Zocchi, direttore dei lavori.

La visita all'impianto del viceministro Bignami-3

Il sistema tecnologico

Si pensi ai grandi vantaggi energetici se questa tecnologia venisse disseminata sugli 11.052 chilometri gestiti da Rfi. L'impianto di recupero e accumulo dell'energia da frenatura, su linee a 3 chilovolt in corrente continua (3 Kv cc), all'interno della sottostazione elettrica è stato realizzato nell'ottobre del 2022 da Rfi. Il progetto è nato nel 2019, con un appalto alle società ABB e Colas Rail. Per la prima volta sulla rete 3 kV cc sono in funzione un nuovo gruppo in grado di erogare potenza fino a 10 Mw e un sistema di super-condensatori, con capacità totale di accumulo di energia fino a 10,5 chilowattora, che permettono di accumulare e subito rilasciare l'energia tramite la linea di alimentazione dei treni, un uso continuo rilasciato a ogni passaggio di treno, con un effetto moltiplicatore. 

L'innovativo sistema di accumulo sulle linee a 3 kV cc ha funzioni di trasformazione e conversione dell'energia in alta tensione verso i treni tramite componenti che permettono il controllo della tensione, a differenza delle tradizionali sottostazioni elettriche. Il dispositivo di accumulo dell'energia proveniente da frenatura elettrica dei treni permette inoltre la sua restituzione in tempi tali da consentire un consumo più efficiente. Si stima che un tale sistema potrebbe far risparmiare la produzione di circa 100 Mwh l'anno.

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