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Lunedì, 29 Aprile 2024
Alluvione, la ripartenza / San Benedetto / Via Val Lagarina

La riapertura del bar alluvionato, la storia di Sylwia: "Il regalo più bello di Natale? Aver ripreso a lavorare"

Nel dramma dell'alluvione Sylwia vede anche un lato positivo: "Oltre ad amici e frequentatori del bar ho trovato solidarietà anche da persone che non conoscevo. Sono valori che si erano un po' persi"

"Con il cuore colmo di gratitudine verso tutti coloro che mi sono stati vicini in tutti questi mesi". C'è un cuore che chiude il pensiero, inciso col gesso in una lavagna con una bella cornice in legno. Piange Sylwia Wojcicka, nel tornare indietro nel tempo e ricordare quanto accaduto quel drammatico 16 maggio. Piange Sylwia, nel ricordare l'affetto e l'aiuto che ha ricevuto dai volontari e da artigiani che le hanno permesso di ripartire con la sua attività. Da alcune settimane si è riaccesa l'insegna del "Bar Marina", presso il quartiere San Benedetto, tra i più colpiti dall'alluvione, in via Val Lagarina, nei pressi di via Lunga. 

Sylwia è una ragazza polacca di origini italiane, che tanti anni fa scelse l'Italia per realizzare i propri sogni. La barista ricostruisce per filo e per segno quel maledetto 16 maggio: "Ho anticipato la chiusura perchè c'era l'allerta meteo, poi ho atteso l'evolversi della situazione - racconta -. Alle 20 si è allagato tutto. C'era circa un metro di acqua e melma e non si è salvato nulla a parte qualche sedia in plastica e due tavolini". L'esercente ha dovuto attendere tre giorni per ritornare nel locale: "Era il giorno 20 e quando ho visto tutto quel che era successo ho provato disperazione (piange, ndr)".

Tutti i suoi sacrifici sono stati drammaticamente cancellati in poche ore. Una sciagura ffrontata con la forza di volontà, la determinazione, e la resilienza che hanno sempre contraddistinto Sylwia. Fondamentale è stato il calore umano ricevuto: "Non sono rimasta sola, ci sono state tante persone che mi hanno subito danno una mano. Non potevo mollare, perchè ho quattro mutui da pagare. Se ero in affitto forse avrei gettato la spugna". Il "Bar Marina" è stato aperto circa otto anni fa: "L'ho aperto con un altro socio, poi dopo l'epidemia ho rilevato le sue quote", spiega.

Il conto presentato dall'alluvione è stato ingente. "Ho dovuto rifare tutto il bar - racconta -. Per fare i primi lavori si è reso necessario aspettare due mesi, perché era tutto fradicio. I muri sono di cartongesso e non si poteva fare nulla, soltanto pulire". Per riallestire il locale è stato fondamentale l'aiuto di diversi artigiani, che non hanno richiesto alcun contributo economico. "C'è chi mi ha donato il frigo, chi mi ha aiutato nel far il bancone. Sono tre ditte che mi hanno aiutato a ricostruire tutto. Voglio ringraziare tutti, dal muratore all'idraulico, e anche Loretta Carbonetti di Casta".

Il sorriso è tornato il 20 novembre, quando il "Bar Marina" è tornato a ricevere clienti: "E' stato un motivo di soddisfazione anche per il quartiere, sono stati apprezzati gli sforzi. I clienti sono tornati tutti e ci sono anche nuovi volti". Nel dramma dell'alluvione Sylwia vede anche un lato positivo: "Non avrei mai creduto di ricevere così tanta solidarietà. L'aiuto di amici, clienti, fornitori e anche sconosciuti è stato morale, materiale ed economico. Questo mi hanno permesso di riaprire la mia attività alla quale dedico la mia vita. Sono valori che si erano un po' persi".

Quanto agli aiuti dello Stato, Sylwia preferisce non illudersi: "Non ci credo da un bel pezzo, già dal covid". Aver ripreso il mano il bar è stato quindi il regalo di Natale più bello: "Si lavora tanto e spero che continui così. E l'unica cosa bella che mi fa continuare ad andare avanti". 

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