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L'emergenza umanitaria / Bertinoro

Ripulita la grande casa vuota, la famiglia Della Corna accoglie i primi profughi ucraini: "Non hanno più lacrime"

Due nuclei di ucraini, per complessive 6 persone, provenienti dal campo d’accoglienza di Zamość, nella Polonia sudorientale, sono arrivati ieri mattina a casa Della Corna, a Santa Maria Nuova

La famiglia Della Corna accoglie il primo gruppo di profughi. Com’è noto, la proposta che Mattia Della Corna ha lanciato su Facebook la scorsa settimana, di aiutarlo a ripulire la grande casa di Santa Maria Nuova, oggi vuota, per metterla a disposizione dei profughi ucraini, ha avuto un pronto riscontro: i 40 volontari che si sono presentati all’appuntamento, hanno ripulito da cima a fondo l’edificio, fino a consegnarlo ai proprietari, pronto all’uso, nella serata di sabato. E lunedì sono arrivati due nuclei di ucraini, per complessive 6 persone.

Il loro approdo nel cuore della Romagna è stato reso possibile dal lavoro in rete della cesenate Roberta Cristaudo. La volontaria, residente a Borello, si è rivolta ai tre autisti di Venezia che avevano appena portato in Polonia il suo ultimo carico di beni di prima necessità, chiedendo loro di non rientrare vuoti: “Ho letto in rete della disponibilità dei Della Corna e ho pensato di approfittarne”. I tre volontari veneti hanno bussato alla porta del campo profughi di Zamość, città della Polonia sudorientale, e sono ripartiti per l’Italia con il gruppo di sei ucraini (composto come di consueto da donne e bambini) appena approdato in via Bagalona.

“La difficoltà maggiore al loro arrivo – comunica Mattia Della Corna - è stata quella di tranquillizzarli”. Il vero problema per queste persone in fuga dalla guerra, è la lingua: “Abbiamo alcuni amici polacchi – continua il volontario – disponibili ad alternarsi per il servizio di interprete, ma bisogna trovarne altre (i profughi parlano ucraino e russo) per coprire tutti gli orari”. I referenti dei primi due nuclei familiari accolti dai Della Corna, sono Inna e Tetiana. Se la prima, con la madre Tetiana e la figlia Vladyslava di 11 anni, proviene da Kharkiv, città dell’estremo nord dell’Ucraina, al confine con Bielorussia e Russia, ormai rasa al suolo, Tetiana, con i due figli Alexandr di 12 anni e Mariia di 5 anni, giunge dalla parte ovest del paese (zona di Ljuboml') al confine con la Polonia. Con sé, mamma Inna si è portata anche il cagnolino Roky, che non ha voluto assolutamente abbandonare al suo destino. I loro averi consistono in uno zaino e qualche sportina: nulla di più, hanno perso tutto.

“È difficile – annota Mattia Della Corna - descrivere i loro sguardi, stanchi per il viaggio ma carichi di una fermezza che ho visto raramente. Sono stremati, ma non hanno più lacrime, totalmente esaurite per quello che hanno visto e vissuto”. Il dialogo con i 6 profughi è potuto iniziare solo con l’arrivo in via Bagalona di Iana: “E’ una signora ucraina residente a Borello, che ha fatto e continuerà a fare da mediatrice linguistica”. A quel punto il clima si è disteso e la fiducia ha preso il sopravvento. “Dopo aver apprezzato la casa e la sua posizione in campagna, hanno subito chiesto di vedere il paese con i servizi”. Quando hanno appreso che Santa Maria Nuova di Bertinoro non è lontana dal mare, mai visto prima, i loro occhi si sono illuminati. “Ci organizzeremo per portarli in riviera”.

Grazie alla straordinaria gara di solidarietà innescata dalla notizia dell’offerta della propria abitazione ai profughi, i Della Corna, molto conosciuti ed amati non solo a Santa Maria Nuova, stanno ricevendo i beni necessari per il sostentamento degli ucraini: “Al momento siamo a posto, anche se a breve si dovrebbero attivare tutta una serie di servizi in rete con le istituzioni”. Ci sono ancora difficoltà per il wi-fi, indispensabile per poter comunicare con i familiari rimasti nel paese in guerra: “Ci vorrebbe un box illimitato, tipo saponetta o station, senza avventurarci in contratti troppo lunghi nel tempo”.

Mattia conta di risolvere il problema dopo l’incontro con Protezione Civile e Comune di Bertinoro, previsto a breve. Poi servirebbero biciclette da donna e da bambini. “I nostri ospiti – insiste il volontario - sono persone coraggiose e fiere, tant’è vero che hanno chiesto di rendersi utili alla comunità che li ospita, appena possibile. Non solo: “Le due referenti Inna e Tetiana sono persino disponibili ad un incontro pubblico, per raccontare la propria storia e per ringraziare chi ha reso possibile l’accoglienza”.

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