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Cronaca

Poltrone delle società pubbliche nel risiko del rimpasto di giunta? Pd: "Nomine impantanate nelle liti in maggioranza"

Le nomine ai vertici delle società pubbliche partecipate dal Comune sono finite nel turbinio delle trattative politiche tra i partiti di maggioranza alle prese con l'impasse del rimpasto di giunta, col risultato che società importanti hanno governance provvisorie

Le nomine ai vertici delle società pubbliche partecipate dal Comune sono finite nel turbinio delle trattative politiche tra i partiti di maggioranza alle prese con l'impasse del rimpasto di giunta, col risultato che società importanti hanno governance provvisorie e non pienamente operative. E' l'accusa che muove il Partito Democratico che, in una conferenza stampa, ha lamentato che “una serie di nomine non sono andate in porto”. Sullo sfondo c'è il nodo dell'ingresso in giunta di Fratelli d'Italia, dove è filtrato che – al posto di un assessorato - sarebbero appunto finite sul tavolo come alternative le poltrone di vertice delle società pubbliche. Per il capogruppo Pd Soufian Hafi Alemani “il sindaco non trova la quadra nella sua maggioranza per le nomine”.

Rimarca il capogruppo: “Le nomine degli amministratori di Livia Tellus, che si sarebbero dovute perfezionare alla fine del 2021, non sono andate in porto, essendo emersa l’impossibilità di rinnovare i consigli in carica per raggiungimento del limite di due mandati. E ancora oggi non si hanno notizie, così come per l’amministratore di alcune importanti società partecipate come  Forlifarma, situazione che esemplifica ulteriormente il pantano in cui si trova l’amministrazione”.

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Le principali società che erogano servizi essenziali si trovano infatti in un quadro provvisorio di dirigenza. A Forlifarma, la società delle farmacie comunali, Mario Patané ha lasciato il ruolo di amministratore unico alla fine di gennaio. L'incarico era stato affidato nel settembre 2020 con un mandato di tre anni. Ed ora la società pubblica si trova senza dirigenza, tanto che lo scorso 28 gennaio la presidente di Livia Tellus Romagna - la holding delle partecipazioni pubbliche del Comune, che ha in pancia anche la azioni di Forlifarma - ha dovuto prendere l'interim del vertice della società delle farmacie fino all'11 febbraio “e comunque per un periodo non superiore al terzo esercizio successivo”. 

Livia Tellus, però, deve non solo prestare il presidente a Forlifarma, ma anche il direttore. In questo caso ad un'altra società strategica, Alea Ambiente. Con le dimissioni di Paolo Di Giovanni, infatti, dal 20 dicembre Angelo Erbacci ha preso l'interim della guida gestionale di Alea. Erbacci appena 20 giorni prima, il 1 dicembre, era entrato in forze come direttore generale di Livia Tellus, trovandosi quindi in mano una società quanto mai grande e complessa da gestire, ad appena tre settimane dall'entrata nel nuovo posto di lavoro a Livia Tellus. Quest'ultima è a sua volta una società da cui l'assessore al Bilancio Vittorio Cicognani lo scorso anno aveva spiegato di voler uscire, riprendendo direttamente in Comune la titolarità delle partecipazioni nelle società che erano servizi.

Un quadro, insomma, di “sovrapposizioni di funzioni”, secondo Alemani, in cui la stessa Livia Tellus che sta svolgendo ruoli di supplenza a suo volta “non ha visto il rinnovo dei consigli in carica per la scadenza dei due mandati e l'assessore Cicognani non ma mai chiarito cosa vuole fare della stessa società, dopo l'annuncio di volerne uscire”. Il sospetto politico lanciato dal Partito Democratico è che si stiano ritardando le nomine e che le poltrone vengano usate come pedine e merce di scambio nella contrattazione tra i partiti.

E attacca: “La giunta è immobile e impantanata in giochi di potere e poltrone. La nostra esigenza di comunicare alla città la pericolosa inerzia in cui versa il comune di Forlì è urgente e indifferibile. Tutta l’Amministrazione è ostaggio delle forze politiche di maggioranza, le quali non riescono a trovare un accordo tra loro (come del resto avvenuto a livello nazionale per il Presidente della Repubblica) e stanno costringendo alla paralisi l’operato del Comune, come dimostrato dallo scarsissimo numero di delibere che vengono portate in consiglio comunale, le cui ultime sedute sono state impegnate a discutere atti di bilancio o atti regolamentari dovuti. Nulla di politico, insomma, nessun atto in materia di welfare, scuola, sanità, attività produttive, investimenti e via dicendo”.

Ed ancora: “Le ultime voci dal Comune riferiscono di un imminente rimpasto di giunta con l’ingresso di due nuovi assessori in rappresentanza dei due gruppi Fdi e ex FDi, a discapito di un assessore tecnico, senza padrini politici. Tuttavia, evidentemente, Zattini non riesce a trovare la quadra, nemmeno tra i suoi fedelissimi (aveva annunciato un rimpasto ormai da tempo): ci chiediamo pertanto come può un sindaco amministrare una città se non è in grado di amministrare la sua maggioranza”.

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