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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Taglio delle rette delle mense scolastiche del 7% per oltre 4mila famiglie: voto all'unanimità in Consiglio

Con un sistema in cui vengono aggiunte delle riduzioni per nuove fasce Isee fino a 26mila euro, il taglio medio del costo delle mense scolastiche sarà del 7%

E' stato approvata all'unanimità dal Consiglio comunale la delibera che taglia il costo alle famiglie della mense scolastiche in scuole materne e scuole elementari. Con un sistema in cui vengono aggiunte delle riduzioni per nuove fasce Isee fino a 26mila euro, il taglio medio del costo delle mense scolastiche sarà del 7%, già a partire dal prossimo anno scolastico. Dall’analisi effettuata, gli iscritti al servizio di mensa scolastica sono quest'anno 5.560 di cui 4.110 (79%) non hanno potuto godere sino ad ora di agevolazioni perché appartenenti a nuclei famigliari con reddito superiore ai 10.632 euro, vale a dire il limite fissato dall'attuale regolamento.

“Arriviamo a questo punto con grande soddisfazione, dopo un iter abbastanza lungo di condivisione con le consulte delle famiglie. Il principio cardine che ha fondato la revisione delle tariffe è che ci siamo resi conto che la maggior parte delle famiglie, circa il 70-80%, non aveva agevolazioni sulla mensa, che però è un momento educativo e non solo una necessità. Abbiamo quindi voluto ampliare la platea delle famiglie che fruiscono dei benefici”, spiega l'assessora alla Scuola Paola Casara

Per cui, in primo luogo, è stato indicato uno sconto del 20% sulla retta a partire dal secondo figlio iscritto al servizio. “Era un costo non irrilevante quello della mensa per chi ha più figli a scuola”, spiega Casara. Il secondo provvedimento è l'aggiunta di due nuove fasce Isee, per portare dai 10.632 ai 26mila euro il limite per godere di riduzioni di retta, mentre sono state azzerate le tariffe nella fascia di reddito più bassa fino a 3.000 euro Isee. “Riteniamo che così ci sarà una ricaduta positiva sulla morosità”, sempre Casara (circa 150mila euro l'anno).

La sforbiciata delle tariffe costerà, si stima, circa 200mila euro alle casse comunali, risorse che saranno coperte dai contributi ministeriali di 164 mila euro per la “Mensa Biologica” e da un maggiore rimborso spese ministeriale di 60 mila euro per la fornitura gratuita dei pasti agli insegnanti che svolgono assistenza a mensa. “Ma questo regolamento lo avremmo fatto anche senza le premialità che arrivano dal ministero, essendo un percorso partito prima”, precisa Casara.

Il dibattito

Plauso alla riduzione delle rete mensa da parte del centro-sinistra. Il capogruppo Pd Soufian Hafi Alemani parla di una delibera che “va nella direzione di una scelta prioritaria, che condividiamo”.  Ma attacca  su altre spese: “Se le minori entrate prodotte da questo regolamento fossero più elevate, contiamo che non manchi il coraggio ad attingere da altri costi come per esempio le luminarie, che arrivano a  1,5 milioni”. Mentre sempre nell'ambito del Pd il consigliere Matteo Zattoni rivendica che il provvedimento nell'alveo di “una cultura di sinistra”, datata fin dagli anni Sessanta quando a Forlì militavano “donne e attiviste forlivesi che chiedevano l'emanazione di una legge sugli asili nido, questo già questo territorio era precursore in Italia su questi temi”.

Sostegno anche da Massimo Marchi (Italia Viva): "Ho apprezzato che siano previste agevolazioni aggiuntive per le famiglie con più figli. Tutto ciò che va nella direzione di aiutare i più bisognosi e contribuisce ad aiutare i nuclei familiari più numerosi incentivando la natività e mostrando, soprattutto ai giovani, che l’amministrazione è al loro fianco e si impegna per dare loro più servizi per contrastare il declino demografico dei nostri territori non può che trovare la nostra condivisione".

Sul fronte della maggioranza, invece, Lauro Biondi (capogruppo di Forza Italia) risponde al Pd ricordando che “la delibera non influisce solo nell'anno di esercizio, ma incide sulla dinamica generale dei costi correnti del Comune, dato che resta costante nel tempo, mentre i costi natalizi variano di anno in anno”. Per Albert Bentivogli (Lega) “il calo non è solo del 7%, in un contesto in cui c'è stato un aumento di inflazione del 10% e in cui il caro-vita incide anche sui costi dell'amministrazione: qui c'è un taglio reale del 17%, è un beneficio molto importante”. Elio Dogheria (Forlì Cambia) loda l'intervento sulle fasce più deboli: “La morosità è sintomo di una difficoltà tangibile”.

Per Fabrizio Ragni (Fratelli d'Italia), infine  si tratta di “una proposta fondata sui principi universalistici che condividiamo nello spirito e nell'attuazione pratica: riconosce un beneficio ad un’ampia platea di famiglie (e in particolare a quelle in forte difficoltà economica) e applica uno sconto percentuale sui fratelli (non previsto nel precedente testo) al fine di agevolare i nuclei familiari più numerosi e ridurre i casi di minori che, per difficoltà economiche delle famiglie, non usufruiscono di un servizio così importante a livello educativo e di socialità”.

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