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Cronaca Portico e San Benedetto

Una storia lunga 200 anni: compleanno speciale per l'albergo-ristorante dell'Acquacheta

Dal 2018 alla guida dell’impresa di famiglia Niccolò Russo, figlio di Maria Valtancoli e Carmine Russo, all’insegna della continuità e vero esempio del tanto decantato passaggio generazionale

Proprio così, "Acquacheta"  a  San Benedetto in Alpe, 200 anni fa osteria oggi albergo-ristorante, attività gestita ininterrottamente dalla famiglia Valtancoli. Dal 2018 alla guida dell’impresa di famiglia Niccolò Russo, figlio di Maria Valtancoli e Carmine Russo, all’insegna della continuità e vero esempio del tanto decantato passaggio generazionale.

Per queste ragioni, per la serietà , la professionalità e per il servizio che da due secoli la famiglia Valtancoli ha prestato alla comunità di San Benedetto oltre alla cinquantennale adesione a Confcommercio Imprese per l’Italia – Ascom Forlì, i vertici dell’Associazione nelle persone del Presidente, Roberto Vignatelli, del Direttore, Alberto Zattini, dell’Amministratore Delegato, Fabrizio Vimari, e del responsabile Sindacale, Gabriele Mambelli,  hanno consegnato una targa commemorativa alla Famiglia Valtancoli-Russo a memoria dell’importante traguardo raggiunto. Nella stessa occasione il presidente provinciale di 50 & Più, Roberto Vignatelli, ha conferito a  Maria Valtancoli e Carmine Russo l’onorificenza  di Maestri del Commercio e premiati con l’Aquila d’Oro.

A raccontare la storia dell'Acquacheta è un’ emozionata e orgogliosa per i riconoscimenti ricevuti è Maria Valtancoli,  che insieme al marito Carmine, ha gestito il ristorante/albergo fino al 2018 per poi passare il testimone al figlio Nicolò Russo, primo titolare con un cognome diverso perchè porta quello del padre. Questa ragione ha portato nel 2018 alla decisione  di aggiungere al nome "Acquacheta" anche il cognome Valtancoli affinché le origini non vadano disperse nel tempo dei tempi.

"Il locale, nonostante  tutte le varie ristrutturazioni e gli ingrandimenti, è sempre quello in cui si mangiava e beveva 200 anni fa. A gestirlo prima di me sono stati mio padre, Renato Valtancoli e mia madre, Wilma Pieri, poi il nonno Emilio Valtancoli, il bisnonno Vincenzo Valtancoli, il trisavolo Pietro e il primo di tutti, Vicienzo. Secondo le voci tramandate in casa, Vicienzo faceva anche il portalettere e anche questa attività, come quella dell'osteria, si è tramandata da generazione in generazione. Il cugino di mio padre, infatti, Pierpaolo, che in settembre compie 90 anni, è stato l'ultimo portalettere della famiglia Valtancoli". 

"All'inizio - spiega Maria tornando all'osteria - non c'erano le camere. C'era solo il piano terra dove i clienti si fermavano a mangiare e a bere. Era pienissimo soprattutto la domenica perché tutti quelli della zona, dopo essere stati a messa, il pomeriggio venivano a giocare a carte e a bere e restavano qui fino alla sera. Prendevano il quarto di litro o il mezzo litro di vino e un pezzetto di formaggio col pane. Allora non c'era il bicchiere di vino come oggi. Poi negli anni Cinquanta è stato rialzato di un piano e sono state realizzate 5 camere da letto. Dopo 15 anni è stato fatto un altro piano. Eravamo arrivati a 11 camere e col fatto che prima non c'erano i condizionatori d'estate avevamo la fila di persone che volevano venire quassù a trascorrere i giorni più caldi d'estate.  Fino al 2000 esisteva la villeggiatura, la gente veniva dalla città o dalle zone più calde per trascorrere 15 o 20 giorni all'aria buona, fare delle camminate, mangiare bene. Poi vuoi la crisi, vuoi il condizionatore entrato in tutte le case, i nonni sono rimasti in città a tenere i nipoti mentre i genitori continuavano a lavorare anche d'estate, magari andando via qualche fine settimana. Così è cambiato il nostro modo di fare turismo". 

"Adesso, per fortuna, da 5 o 6 anni si è sviluppato il turismo escursionistico, e quindi tramite booking prenotano per dormire, ma di solito è una o al massimo due notti. Diverso il discorso per il ristorante. Per la cucina siamo conosciutissimi e vengono da tutte le parti, diventa difficile anche prenotare. Abbiamo mantenuto i piatti della tradizione romagnola e toscana, qui siamo proprio al confine, integrando con tantissimi tipi di pasta fatta in casa, tra cui anche i tortelli di patate che in Romagna non si trovano, la pizza la sera. Siamo famosi soprattutto per il nostro antipasto rustico, un misto di antipasti caldi a base di tartufo, porcini, crostini alla toscana. Solo da noi si mangia un antipasto così. Poi lavoriamo molto con i funghi, il tartufo nero, gli arrosti, il capretto, la fiorentina, la carne alla griglia. La gente viene da noi perché oltre alla qualità offriamo la quantità. E quello che rimane lo portano via. In cucina, da noi, non torna indietro nulla".

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