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Alluvione, i danni

Ortofrutta in ginocchio e collina a rischio spopolamento, Cia Romagna: "Nominare subito il commissario"

I vertici di Cia-Agricoltori italiani chiedono interventi urgenti. Il presidente Misirocchi: "Creare le condizioni perché le imprese restino e se serve un reddito integrativo"

I vertici di Cia-Agricoltori Italiani, dal nazionale al locale, costantemente impegnati nei tavoli istituzionali dedicati ai vari livelli e direttamente sul territorio con i rappresentanti delle istituzioni sottolineano in una nota l’urgenza dei decreti attuativi, la necessità di altri provvedimenti, di una legge speciale per l’agricoltura e la nomina del Commissario. E poi ancora la necessità di snellire la burocrazia e renderla non vessatoria sulle imprese.

Tra le questioni che preoccupano e sulle quali occorre pensare e lavorare con urgenza e competenze, Cia mette in evidenza quelle riguardanti la collina, per la quale lo spopolamento da rischio diventa realtà se non si interviene subito e con un approccio ridisegnato.

Non si può rifare come era prima delle alluvioni, non funzionerebbe - sottolineano in una nota -. Occorre creare le condizioni perché imprese e persone restino e se serve un reddito integrativo: il domani della collina non dovrà essere di persone che comunque faticano a fare reddito e sono vessate dalla burocrazia.

“Vedo molte nostre aziende giovani che hanno investito, realizzato insediamenti – afferma il presidente di Cia Romagna, Danilo Misirocchi - sono consapevoli di quello che stanno facendo, molto preparati, ma sono demoralizzati e bisogna riuscire a tenerli adesso e qui. È un investimento che costa molto meno rispetto a intervenire sui danni che poi si possono verificare a valle”.

La filiera ortofrutticola rischia un forte ridimensionamento, Perdere questa filiera significa perdere l’indotto e perdere tutti. Creare le condizioni affinché nel caso in cui si dovessero ripetere eventi simili, le conseguenze e i danni possano essere molto limitati e più contenuti rispetto a quanto accaduto.

“Basta coi mille vincoli nella gestione degli alvei dei fiumi. Servono per portare via l’acqua - conclude Misirocchi -. Se ci sono animali fossatori o alberi che impediscono il deflusso vanno tolti”.

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