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Lunedì, 29 Aprile 2024
Commercio

Saldi invernali, ci sono segnali di ripresa. "Ma perdita di fatturato per un'impresa su due"

Questo stando a quanto rilevato a Forlì e comprensorio dalla Federazione Moda Italia, che ha monitorato l’andamento dei saldi a gennaio

Dopo una partenza a rilento, i saldi invernali sembrano ritrovare slancio. Nonostante il calo medio del 4,5% registrato a gennaio, la stagione dello shopping scontato ha conosciuto segnali di ripresa alla fine del mese. Questo stando a quanto rilevato a Forlì e comprensorio dalla Federazione Moda Italia, che ha monitorato l’andamento dei saldi a gennaio. Nello specifico, il 55% delle imprese associate ha dichiarato una perdita di fatturato, mentre il 45% ha dichiarato una crescita (26%) o una stabilità delle vendite (19 per cento). In Emilia Romagna i saldi dureranno fino al 4 marzo. Restano ancora un paio di settimane dunque prima di tirare le somme, ma come è logico che sia gli acquisti si sono concentrati in un questo mese e mezzo di vendite a prezzi convenienti, dunque il quadro di massima è quello fotografato dalla Federazione Moda Italia.

"Certamente è rilevante il fatto che oltre un'impresa su due dichiari perdite di fatturato - ragiona Roberto Vignatelli, presidente di Federazione Moda Italia - Confcommercio Forlì -. D'altro canto sottolineiamo anche un aspetto positivo, cioè il recupero nella seconda parte del mese, che è stato fondamentale per riportare un po’ più di fiducia tra gli operatori commerciali considerando che i saldi stanno proseguendo anche a febbraio con percentuali di sconto sicuramente attrattive. Questo recupero ha permesso di alleggerire i magazzini ed è servito a far fronte agli impegni e alle scadenze con i fornitori, rinunciando però a una redditività che si è sempre più assottigliata e che mette in difficoltà l’intero comparto”. Su quel 'maledetto' 55% potrebbe pesare, a detta di Vignatelli "la sempre maggiore incidenza dell'e-commerce. La nostra associazione di categoria rinnova l'invito ai  consumatori di effettuare gli acquisti nei negozi fisici, 'approfittando' della professionalità e cortesia degli operatori commerciali". Negli ultimi dieci anni la moda ha perso il 25,5% dei negozi di centro città, vie e piazze.

"Un dato nazionale che possiamo confermare, purtroppo, anche nel nostro territorio, dove non ha certamente aiutato - anzi - la proliferazione di centri commerciali e strutture di vendita medio-grandi. Per questo, Federazione Moda Italia con Confcommercio segnala una situazione molto complicata per i negozi di prossimità e, di conseguenza, un grave disagio per la vivibilità delle città e dei centri storici". Il 6 febbraio, negli incontri al Ministero della Cultura e al Tavolo della Moda del Ministero dell’Imprese e del Made in Italy sulla valorizzazione, promozione e tutela del made in Italy, "abbiamo sottolineato il ruolo fondamentale dei negozi di moda in cui convivono, in modo virtuoso, professionalità, qualità ed anche ricerca nel fare commercio in modo innovativo”.

Per tentare di superare il momento di difficoltà FederModa punta sulla necessità per il sistema "di fare sistema tra istituzioni, fornitori e attori del retail per mettere in atto un vero e proprio “progetto di filiera”. Tra le proposte avanzate, “una detrazione d’imposta sulla dichiarazione dei redditi sull’acquisto di prodotti di moda made in Italy e sostenibili, un bonus moda per incentivare la consegna di un prodotto usato nei negozi di prossimità per l’acquisto di un prodotto nuovo, l’introduzione della cedolare secca sugli affitti commerciali condizionata all’obbligo di una congrua riduzione dei canoni di affitto a seguito di specifico accordo tra locatore e conduttore”. E ancora, “un sostegno al passaggio generazionale nei negozi di moda, l’inserimento dei negozi e botteghe storici della moda nell’albo delle imprese culturali e creative”.
 

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