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Martedì, 30 Aprile 2024
Case popolari

Case popolari, Pompignoli (Lega): "La Regione cancella il criterio della residenzialità, romagnoli meno favoriti"

Queste le parole del consigliere regionale della Lega, Massimiliano Pompignoli

Stop al criterio della residenzialità nell’assegnazione degli alloggi popolari. Lo ha deciso la Regione, con una delibera che dovrà passare ora in commissione e poi in assemblea legislativa. "D’ora in avanti, per saliere in graduatoria non avrà più molto peso essere nati e avere la residenza in Emilia Romagna", sono le parole del consigliere regionale della Lega, Massimiliano Pompignoli.

"La Giunta Bonaccini esce allo scoperto e cancella definitivamente il criterio della residenzialità storica nell’assegnazione degli alloggi popolari - esordisce Pompignoli -. La strada scelta dalla maggioranza era chiara già da tempo. Adesso, con l’approvazione di questa delibera, i giochi sono fatti. Nell’atto, datato 18 dicembre 2023, emerge con forza la netta volontà del Pd di non “premiare” chi si risiede sul territorio da più anni".

"Peccato - continua l'esponente della Lega - che la situazione delle liste d’attesa per un alloggio di edilizia residenziale pubblica sia drammatica e, mentre si moltiplicano le richieste, secondo i dati aggiornati al 2021, le assegnazioni diminuiscono e gli attuali criteri rischiano di far passare davanti gli ultimi arrivati, scalzando chi è in lista da tempo. Un’assurdità e un’ingiustizia nei confronti di chi da più anni è attivo e residente nella nostra regione, dove quindi paga i contributi con cui si realizza il patrimonio immobiliare pubblico. La Lega si batterà con tutte le forze contro questa scelta ideologica che va contro i romagnoli. Valorizzare chi, da più tempo vive e lavora nella propria città, significa garantire equità sociale", conclude Pompignoli.

“Stefano Bonaccini lancia il sasso nello stagno ma nasconde la mano - attacca il deputato Jacopo Morrone -. Sempre prolifico nella propaganda e nell’autocelebrazione, il presidente della Regione Emilia-Romagna ha assunto una decisione abnorme in fatto di alloggi popolari, ovvero togliere il requisito premiale della residenzialità storica, senza farne parola. Da qui emerge evidente l’imbarazzo del capo della corrente riformista del Pd che con questa decisione non solo si mette contro molte amministrazioni locali, ma va a rinfocolare il forte malcontento di chi ha diritto a un alloggio popolare e risiede da anni in un comune e si vede sorpassare magari dall’ultimo venuto”.

"E che questa decisione della Giunta emiliano-romagnola sia stata assunta in sordina, ben sapendo che vespaio avrebbe sollevato, lo dimostrano anche le risposte evasive date fin dall’aprile scorso e poi ancora in novembre a precise richieste del consigliere regionale della Lega imolese Daniele Marchetti e la bocciatura di un suo emendamento alla nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza regionale (Defr) per chiedere di non abolire l’importante parametro della residenzialità storica - conclude -. La Giunta Bonaccini finge di predicare bene, ma razzola molto male: sul tema dell’abitare e soprattutto sui diritti di chi da più tempo risiede e lavora in regione non ne ha fatto una giusta”.

“Nessuna lezione da chi ha azzerato il Fondo nazionale per l’affitto e quello per la morosità incolpevole. Quello della casa è un problema in forte crescita, ma questo Governo brilla per la sua assenza”. Così l’assessora regionale alla Programmazione territoriale e politiche abitative Barbara Lori risponde al sindaco di Ferrara Alan Fabbri e ad altri esponenti della Lega a proposito del provvedimento regionale sull’Edilizia residenziale pubblica. “A chi contesta la delibera regionale - spiega Lori - voglio dire che questa non comporterà nessun passo indietro nella garanzia dei diritti dei cittadini. Al contrario, l’obiettivo di questo provvedimento è proprio quello di introdurre regole uniformi per fare sì che il diritto alla casa sia davvero lo stesso su tutto il territorio regionale”.

Due in particolare le novità del provvedimento regionale su cui si sofferma Lori: il requisito della residenza o dell’attività lavorativa da almeno tre anni in Emilia-Romagna, che resta come requisito di accesso, ma che non potrà essere valutato due volte come fonte di punteggio aggiuntivo in graduatoria. E l’obbligo per i Comuni di attuare una ripartizione ponderata dei diversi indicatori (nuclei familiari numerosi, giovani coppie, fragilità economica, coabitazione, anzianità di permanenza nelle graduatorie) utilizzati nelle graduatorie, per evitare che localmente un requisito specifico possa avere un valore preponderante rispetto agli altri. “Due criteri ispirati a un principio di equità- sottolinea l’assessora Lori- per ovviare a disparità di trattamento a livello territoriale che non hanno ragione di essere. E che vanno nella stessa direzione della sentenza del Tribunale di Ferrara che nel 2021 ha definito discriminatorio il regolamento del Comune di Ferrara proprio per quanto riguarda il meccanismo di premialità nei punteggi collegato al criterio della residenzialità storica”.

“La Regione sta moltiplicando il proprio impegno per garantire un vero ed equo diritto alla casa in Emilia-Romagna - aggiunge Lori -. Anche con questa delibera, in cui prevediamo una serie di meccanismi a favore delle famiglie che si trovano a vivere una situazione di maggiore fragilità o delle donne vittime di violenza. E voglio qui ricordare che è di pochi mesi fa la decisione con cui abbiamo stanziato dal nostro bilancio ulteriori 9 milioni di euro a sostegno di quel Fondo per l’affitto che, insieme al Fondo per la morosità incolpevole, è stato azzerato da questo Governo. E a nulla sono valse le richieste di un ripristino che abbiamo rivolto all’Esecutivo, a fronte di un’emergenza casa che è sotto gli occhi di tutti. Il sindaco Fabbri e gli altri esponenti della Lega che criticano la Regione dovrebbero rivolgere ad altri le loro rimostranze”.

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