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Primo maggio, Di Maio: "Lavoro in emergenza, ma finalmente azioni concrete per ripartire"

"Associare le parole Lavoro e Festa come avviene per il Primo maggio, può apparire fuori luogo per i tempi che stiamo vivendo. Mai, infatti, i dati sull'occupazione sono stati allarmanti come negli ultimi periodi"

"Associare le parole Lavoro e Festa come avviene per il Primo maggio, può apparire fuori luogo per i tempi che stiamo vivendo. Mai, infatti, i dati sull'occupazione sono stati allarmanti come negli ultimi periodi, con una percentuale di disoccupazione del 12,7% che arriva addirittura oltre il 40% per la disoccupazione giovanile. Numeri che impongono azioni shock, fuori dalle consuetudini del passato". Sono le prime parole di Marco Di Maio, deputato forlivese, sulla festa del primo maggio. Una lunga riflessione del tema del lavoro, con una "situazione ancora di emergenza, ma con finalmente azioni concrete su cui ripartire".

"Ha ragione - sostiene il 30enne deputato forlivese - chi dice che "il lavoro non si crea per decreto", serve ben altro per generare posti di lavoro e far ripartire l'economia. Verissimo. Così come è altrettanto vero, però, che una delle ragioni della crisi italiana (che ormai è improprio chiamare crisi) è legata anche alle regole di un mercato del lavoro troppo appesantito da lacci burocratici, infinite modalità contrattuali, oneri fiscali e contributivi esagerati per il lavoratore e per l'impresa".


PIU FACILE ASSUMERE - Proprio per questo in questo Primo maggio ci sono motivi in più rispetto al passato per guardare con fiducia al futuro, perchè i provvedimenti attuati da questo Governo (e in parte cominciati già dal Governo Letta) vanno nella direzione giusta. Il decreto sul lavoro del ministro Poletti (qui una sintesi dei contenuti) che, a differenza di quanto avveniva in passato quando si professava la necessità di garantire una maggior "libertà di licenziamento", tende a favorire una maggiore "libertà di assunzione". Assumere sarà più facile, meno brigoso da un punto di vista burocratico e meno oneroso sotto il profilo fiscale. Il decreto, poi, attiva la cosiddetta "Youth Guarantee", la garanzia giovani che è un programma a livello europeo avento lo scopo di assicurare un'opportunità di occupazione a tutti i giovani tra 15 ed i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in nessun percorso formativo. L'Italia avrà per questo programma un miliardo e mezzo di euro a disposizione.  Il decreto Poletti sarà convertito in legge dal parlamento entro maggio e dunque immediatamente operativo. A questo si aggiunge, poi, il disegno di legge per la riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, che andrà ad occuparsi di tutti coloro che perdono lavoro, che non lo trovano, che sono senza reddito. Rafforzando le tutele e assicurando protezione alle fasce di lavoratori più deboli.

GIOVANI - Ci sono azioni concrete anche per stimolare la ripresa economia. L'intervento sull'Irpef che garantirà dalle buste paga di maggio un bonus mensile tra i 60 e gli 80 euro - per sempre - a circa 10 milioni di lavoratori italiani che guadagnano meno di 1500 euro netti al mese. Una misura necessaria per far ripartire i consumi interni, da cui dipende una grossa parte della ripartenza del nostro ciclo economico. Ci saranno nei prossimi mesi interventi anche su incapienti e pensioni minime.

IMPRESE - Lavoro significa anche occuparsi di imprese, perchè oggi più che mai lavoratori e piccoli/medi imprenditori sono due facce della stessa medaglia e non possono essere affrontati in maniera disgiunta se non addirittura in antagonismo tra loro, come imponeva una certa ideologia del Novecento. Il taglio del 10% dell'Irap, l'imposta sul reddito delle imprese, è un primo segnale; a cui si aggiunga la più complessiva riforma della Pubblica Amministrazione, che riducendo il carico di burocrazia e costi, va nella direzione di rendere più semplice fare impresa nel nostro Paese. E ancora gli incentivi per le ristrutturazioni degli edifici, per l'efficientamento energetico, il taglio dei costi energetici.

FORLI' - Azioni che devono essere sostenute a livello locale, anche qui nel Forlivese. Abbiamo gestito assieme alle istituzioni, ai sindacati e ai rappresentanti delle imprese, molte crisi aziendali e ottenuto qualche risultato considerevole (la conferma degli investimenti di Electrolux sullo stabilimento di Villanova e l'impegno per quattro anni siglato dal Gruppo Ferretti per continuare a puntare su Forlì sono i due casi più noti e risolti con successo); ma non è sufficiente e soprattutto occorre dare una maggiore attenzione a quel vasto reticolo di piccole e piccolissime aziende, artigiani e commercianti che faticano a mantenere la propria attività, che in molti casi hanno chiuso i battenti o drasticamente ridotto le proprie aziende. Parlarne a 3 settimane dalle elezioni amministrative rischia di suonare come propaganda, ma subito dopo il voto sarà necessario anche a Forlì unire tutti gli sforzi con maggior convinzione per difendere e sostenere il nostro sistema di piccole e medie imprese. Che significa sostenere posti di lavoro e impegnarsi a costruire opportunità di occupazione per le giovani generazioni che vogliono continuare a vivere qui.

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