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Fulgor, Alberani: “Tanti errori ma c'è anche chi ha sempre remato contro”

Mentre rieccheggia ancora il rumore del pallone sul parquet del PalaFiera, sulla FulgorLibertas già cala un clima da resa dei conti tra Alberani e la vecchia dirigenza guidata da Arpaia.

“E' brutto da dire ma più che amareggiato sono sollevato: è stata una stagione difficilissima, piena di errori, tensioni e pressioni. E' finita male ma almeno è finita”. Non sono sassolini quelli che il direttore sportivo Nicola Alberani si toglie in conferenza post match con Reggio – gara con successo tanto facile quanto inutile visto il contemporaneo colpo dell'Igea in casa di Imola – ma veri e propri sanpietrini. Pietre che a neanche mezzora dalla sentenza di retrocessione, danno il senso di quanto sarà rovente l'estate della FulgorLibertas. Perché far tornare tra screzi, budget, sponsor, debiti è impresa durissima.

“Non mi nascondo – continua il direttore sportivo bersagliato di striscioni e cori eccessivi per tutta la partita – abbiamo commesso una valanga di errori: Wanamaker l'abbiamo preso noi così come Trapani; ragazzi con potenziale ma che arrivati qui non avevano alcuna voglia. Però, c'è un però. La squadra ben costruita in estate considerando che avevamo a disposizione il budget più basso di tutti, l'abbiamo smembrata non per piacere ma per esigenze di bilancio, su mandato del consiglio. E' capitato a dicembre – prosegue Alberani – che improvvisamente 14 giocatori in rosa fossero troppi, che ci fosse la certezza di esser già salvi e che si dovesse tamponare il bilancio”. Dunque? “Dunque, anche se quei 14 giocatori in realtà erano sette veri, si è imbastito un progetto per rientrare economicamente. Easley è stato il primo a esser ceduto ma con lui doveva partire anche Freeman. Nel caso, avremmo piazzato senza problemi anche altri: credete avremmo faticato a cedere Huff o Borsato a Natali? Ma il progetto è stato stoppato proprio mentre usciva la notizia di Freeman a Teramo. In quelle ore io ero con Grazioso e posso dire che Giorgio è stato un santo: si è assunto la responsabilità di fermare tutto, rimandare oltre la questione del bilancio. Avevamo già pronto l'ingaggio di Disma e a breve di un rookie al posto di Austin ma è saltato tutto”. A quel punto, a quattro mesi dalla fine, ecco la parte tecnica incappare negli errori di mercato, inanellare nomi su nomi senza veri risultati. “Difendo la scelta di Marino – replica l'ormai ex direttore – che era il massimo che potevamo prendere e quella di Coleman: senza un play a servirlo e con poco tempo per ingranare, ha potuto dar meno di quello che poteva”. Errori che Alberani imputa anche al clima pesantissimo all'interno alla società: “E' da inizio stagione che qualcuno voleva cacciare Nenad e per farlo ha fatto di tutto per farci litigare. In più mentre l'anno scorso in società parlavo con una sola persona e da questa ricevevo massima fiducia (Gianni Genesi, ndr) quest'anno è da agosto che ricevo critiche. Chi? Nomi non ne faccio, dico solo che stasera non c'era”. Facile identificare mister X in Arpaia. E ora? Che farà il giovane dirigente? “Il futuro? – chiosa amaro – ditemi voi: se resto i contestano, se vado m'insultano”.

Il tono è lo stesso per coiach Nenad Vucinic, seduto a fianco del suo primo sponsor: “Questo è il punto più basso della mia carriera. Non c'è mai stato nulla nel mio lavoro che abbia desiderato di più di non arrivare ultimo ma non ci siamo riusciti. Mi assumo tutte le responsabilità del fallimento e ringrazio i giocatori che hanno dato tutto, specie quelli che sono qui da inizio stagione come Huff, Natali, Borsato, Casoli”. Primo rimprovero di Vucinic, l'esser stato troppo accodiscendente: “In estate ho accettato un budget troppo basso, avrei dovuto esigee di più; poi, per il bene della società, ho sempre accettato quello che mi si proponeva, comprese le cessioni di dicembre. Non le volevo ma ho detto sì e questa è la mia colpa”.

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