Un desiderio che si chiama tram
Fino al 1929, Meldola, Forlì e Ravenna erano collegate da un trenino lento ma volano per i trasporti e per l'economia. Con le dovute modifiche, sarebbe un'infrastruttura indispensabile anche oggi.
" Vi racconto la storia del ""Foro di Livio"". Insegno, ma sono anche giornalista. Sono dottore in Giurisprudenza ma anche in Scienze religiose. Osservatore curioso, sono appassionato di storia locale e di musica del Settecento. Ho il vizio di scrivere e pubblicare (con discrezione) saggi, manuali, racconti. Mi occupo anche di birra, ma questa è un'altra storia "
Fino al 1929, Meldola, Forlì e Ravenna erano collegate da un trenino lento ma volano per i trasporti e per l'economia. Con le dovute modifiche, sarebbe un'infrastruttura indispensabile anche oggi.
Con l'entrata in funzione della nuova stazione ferroviaria (1927), il piano regolatore aveva previsto una strada ariosa e solenne. Oggi, tra luci e ombre, cosa resta del viale della Libertà?
Centocinquant'anni fa fu costruito il lavatoio di via Caterina Sforza. In uso per circa un secolo, poi venne smantellato. Era uno dei tanti modi per sfruttare il canale di Ravaldino, a poco a poco nascosto sotto terra.
La città dei Goti: cosa ci facevano qua Alarico e compagnia? Dove sono, oggi, le tracce di quella particolare circostanza della storia, tra la fine della classicità e l'ingresso nel medioevo?
Mica c'è stato solo il "secolo breve". Forlì nell'Ottocento, da capitale napoleonica a irrequieto snodo politico ed economico, si configura come "Zitadòn" e cresce interessanti figure di rilievo non solo locale.
L'area spaccata in due da viale Italia fu un importante polo religioso fino a duecento anni fa. Poi l'oblio. Attualmente si sta lavorando per ridare dignità e riscoprire ciò che resta del luogo.