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Venerdì, 26 Aprile 2024
Ambiente

Acqua, una risorsa sempre meno disponibile. "L'agricoltura è il settore economico più assetato"

Il convegno svolto sabato, spiegano gli ambientalisti, "vuole essere l’inizio di un dialogo sulla gestione idrica per sensibilizzare e trovare soluzioni atte a tutelare una risorsa sempre meno disponibile"

Il Comune di Forlì ha organizzato sabato scorso, in collaborazione con il Wwf ed il Tavolo delle Associazioni Ambientaliste della città, un importante convegno su un tema fondamentale per la vita sulla Terra: l’acqua, che sempre più fa percepire gli effetti della crisi climatica. Il convegno dal titolo “Acqua: una risorsa sempre meno disponibile” si è tenuto nella Sala Randi alla presenza di Mauro Icardi, docente universitario; Marco Gennari del coordinamento Associazioni Ambientaliste di Rimini; Federico Montanari, esperto di metodologie sulla pianificazione delle acque. L’assessore all’Ambiente Giuseppe Petetta ha portato i saluti dell’Amministrazione Comunale, alla presenza delle associazioni degli agricoltori.

Il convegno, spiegano gli ambientalisti, "vuole essere l’inizio di un dialogo sulla gestione idrica con tutti questi attori per sensibilizzare e trovare soluzioni atte a tutelare una risorsa sempre meno disponibile. Si è concluso il 20 marzo, con la pubblicazione del report di Sintesi, il ciclo di Valutazione sui Cambiamenti Climatici dell’Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico). Gli esperti hanno fatto il punto sulla massima conoscenza scientifica del cambiamento climatico in atto e fornito ai decisori politici linee guida per fronteggiare, attraverso strategie di adattamento e mitigazione, la più grande crisi del Pianeta, quella climatica. L'uso insostenibile dell'acqua, l'inquinamento e il riscaldamento globale stanno velocizzando la crisi climatica".

"Acqua e clima - ricorda il Wwf - rappresentano due crisi correlate. I problemi legati all'acqua, da un lato la siccità, dall'altro alluvioni e inondazioni, sono destinati a peggiorare in tutto il mondo. Aree sempre più grandi saranno soggette a siccità più intense e per periodi più lunghi. In questi ultimi due anni anche zone che non conoscevano la siccità stanno affrontando nuovi problemi: si pensi (per l'Europa) alla Francia, alla Gran Bretagna e al Nord Italia. L'acqua che utilizziamo per i nostri usi quotidiani è solo una piccola parte di quella che si consuma. L'agricoltura è il settore economico più assetato, con il 70% che comprende anche l'uso di acqua per la produzione di colture destinate all'alimentazione umana, al mangime per il bestiame e per pascolo e allevamento. Dopo la produzione alimentare vi è il settore industriale che consuma il 4% di tutta l'acqua dolce. Per il settore più impattante a livello idrico, quello agricolo, vi sono però possibili soluzioni".

"Non si può più pensare di impiegare acqua potabile per irrigare i campi, ma orientarsi ad altre soluzioni che oggi sono possibili, come quelle del riutilizzo delle acque reflue bonificate, la creazione di laghetti o stagni per raccogliere l’acqua piovana - viene rimarcato -. L’Unione Europea ha sanzionato l’Italia con ben 60 milioni di euro per aver utilizzato minimamente (5%) le acque reflue. Anche la desalinazione dell’acqua marina potrebbe diventare una possibile soluzione dato che vi sono tecnologie innovative, ma è ancora un sistema costoso sia a livello economico che ambientale in quanto vengono prodotti fanghi che si depositano sui fondali marini. Sicuramente non vanno più bene gli invasi montani perché sono molto impattanti per il paesaggio e la biodiversità. Inoltre non si possono imbrigliare tulle le acque dei torrenti che alimentano i fiumi perché non arriva abbastanza acqua al mare. Se non vi è contrapposizione tra l’acqua marina e l’acqua dolce il cuneo salino sale verso l’interno di parecchi chilometri rendendo i terreni incoltivabili. O agiamo ora o mai più".

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