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Cronaca

Circa duemila forlivesi sono senza casa, 113 ospitati dal Comune: le soluzioni per recuperare un'abitazione autonoma

Sono circa 1.000 i nuclei famigliari forlivesi che hanno fatto richiesta finora del 'Cas', il contributo di autonoma sistemazione destinato alle famiglie rimaste senza casa almeno in modo temporaneo

Sono circa 1.000 i nuclei famigliari forlivesi che hanno fatto richiesta finora del 'Cas', il contributo di autonoma sistemazione destinato alle famiglie rimaste senza casa almeno in modo temporaneo. Il numero è provvisorio, dato che c'è tempo fino al 30 giugno per fare le richieste. A questi si aggiungono 113 persone sfollate che vivono in strutture di accoglienza temporanee predisposte dal Comune (68 in hotel e 45 nelle due case di riposo Zangheri e Orsi Mangelli). Facendo un conto “a spanna” - dato la provvisorietà dei numeri – si può stimare in almeno duemila i forlivesi che al momento non hanno disponibile la casa che li accoglieva un mese fa, prima della disastrosa alluvione.

E' il dato che viene diffuso dall'assessora comunale al Welfare Barbara Rossi. Si tratta di abitazioni dove l'ondata di acqua e fango ha reso inagibili gli ambienti (per fortuna solo in 5 edifici), ma anche  danneggiato arredi essenziali ed elettrodomestici, reso inservibili gli impianti, sollevato pavimenti, scrostato e ammalorato muri e in generale lasciato ambienti non salubri per viverci. Abitazioni che, cioè, avranno bisogno di mesi per un ripristino completo, sia per la difficoltà a trovare artigiani in tempi brevi, sia per i costi, che possono essere ingenti (e ad ora con fondi insufficienti per i ristori), sia perché – come spiegano i tecnici – in ogni caso bisognerà attendere che le infrastrutture si asciughino del tutto, anche fino alla fine dell'estate, prima di procedere ad una perizia completa dei danni.

E nel frattempo? “Nel frattempo molti di questi nuclei famigliari sono stati accolti da amici e parenti, oppure si trovano in seconde case. Sappiamo di soggetti che dormono sui divani dei parenti, un disagio che si aggiunge a persone già turbate  perché hanno perso tutto - spiega Rossi -. Altre 113 persone, giudicate più 'fragili' sono ospitati in alloggi organizzati dal Comune, 68 di questi sono in hotel e altri 45 alla Zangheri e all'Orsi Mangelli (anziani e persone con disabilità, ndr). A queste persone bisogna consentire il rientro in un'abitazione autonoma, per tornare almeno ad una pseudo-normalità”-

Il contributo di autonoma sistemazione

Per far fronte a questo tipo di emergenza abitativa sono disponibili dei fondi della Protezione civile per i quali si può fare domanda, il 'Cas', appunto un contributo per l'autonoma sistemazione che è destinato principalmente a fornire un aiuto – dai 400 ai 900 euro al mese in base al numero dei componenti del nucleo famigliare – a pagare un affitto. La misura è valida fino a maggio 2024. “In Comune sono arrivate finora 800 istanze di 'Cas', mentre altre 200 sono state gestite dai patronati”, aggiunge Rossi. In totale ad ora, quindi, circa mille nuclei famigliari hanno chiesto un sussidio che ha come causale l'aver perso temporaneamente un tetto, vale a dire forse il più grosso dei disagi.

Contributi 'Cas': tutte le informazioni

Ma se arriva il denaro per pagare un affitto di breve durata (reso possibile dal Decreto Alluvione come 'clausola di emergenza'), potrebbero non esserci però le case disponibili. “Abbiamo incontrato le associazioni rappresentative degli inquilini e dei proprietari di immobili e c'è stata convergenza sulla necessità di intervenire”, sempre Rossi.  Per questo, per dare un tetto a tutti, è stato lanciato un appello ai proprietari di immobili sfitti, affinché li mettano a disposizione tramite la “Fondazione Abitare”, che dà importanti garanzie aggiuntive sul pagamento del canone e sulla buona conduzione dell'immobile.

Appello ai proprietari: date case da affittare

L'altro provvedimento è utilizzo di case popolari: Acer ha messo a disposizione a questo scopo 40 alloggi (di cui 10 in consegna a luglio) da assegnare, in ordine di priorità, a famiglie in lista di attesa per una casa popolare che sono andate alluvionate e poi a famiglie attualmente ricoverate in hotel e strutture di accoglienza. “Non si tratta di assegnazioni definitive, ma solo provvisorie”, spiega Pierluigi Rosetti, il funzionario comunale che si occupa di politiche abitative. “Un'importante azienda dell'arredo, inoltre, si è offerta gentilmente di arredare questi alloggi Acer, dal momento che vengono consegnati non arredati”, conclude Rossi.

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