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Cronaca

Alluvione, si parte con il recupero di incunaboli e "cinquecentine": 200 volontari "archivisti" rispondono all'appello

Circa duecento volontari hanno risposto alla chiamata per recuperare la biblioteca del seminario. In attesa che i Vigili del Fuoco assicurino l'agibilità sono stati predisposti i preparativi

Circa duecento volontari hanno risposto alla chiamata per recuperare la biblioteca del seminario. In attesa che i Vigili del Fuoco assicurino l'agibilità sono stati predisposti i preparativi per l'intervento di salvataggio, il primo di questo genere nella Romagna alluvionata. Il 22 pomeriggio si è infatti svolto un breve corso di formazione per chi  vorrà gratuitamente spendere tempo ed energia per evitare che un patrimonio antico vada al macero. A coordinare gli intervenuti c'erano Pietro Livi, titolare di una ditta che si occupa di recupero in caso di disastro di archivi, biblioteche e depositi museali, e Rita Capitani, funzionaria della Soprintendenza archivistica bibliografica dell'Emilia-Romagna.

All'appello lanciato dal rettore del seminario, don Andrea Carubia ha risposto un numero di persone considerevole, tra essi anche bibliotecari e archivisti. L'acqua aveva raggiunto i due metri e 25 centimetri per poi abbassarsi lentamente fino al metro, e le idrovore hanno fatto il resto. La biblioteca del seminario, oltre ai libri moderni, conta una trentina di incunaboli e migliaia di "cinquecentine" anche abbastanza importanti, richieste anche da studiosi inglesi o americani perché testi unici al mondo. I libri del Sei o Settecento hanno la caratteristica di essere molto belli e preziosi, e inoltre qui si trova pure l'antica biblioteca dei gesuiti, interessante per i testi scientifici. Il tutto, però, era "un'immensa piscina", un "seminterrato completamente allagato", come rivela Livi, con "tre chilometri di materiale" di cui "difficilmente si potrà salvare tutto". Con l'auspicio di mettere in sicurezza la parte più antica. 

Ai presenti sono state fornite indicazioni su come operare tra scaffalature crollate e libri a terra coperti di fango. La prima cosa sarà identificare dove si trovino i libri antichi e prelevarli grazie al contributo di personale qualificato e formato. Dal momento che "camminare sul fango è peggio che sul sapone", si dovrà creare dei percorsi in sicurezza per "portare da sotto tutto, fino ai gazebo" che stanno davanti all'ingresso del seminario di via Lunga.  Il tutto sarà fatto con passamano, con una catena umana che lavorerà diverse ore al giorno secondo una turnazione organizzata. Lo scopo di questo lavoro è stabilizzare il materiale, identificandolo e congelandolo al riparo da muffe. In seguito il lavoro continuerà presso ditte specializzate che consegneranno i testi di nuovo consultabili. Non tutto si salverà, qualcosa andrà scartato e anche ciò che sarà salvato porterà le cicatrici di quanto avvenuto. Si pongono le basi per un'esperienza preziosissima, prima e unica in Romagna, tanto che i volontari formati potranno essere chiamati a operare anche altrove. 

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