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Cronaca

Daino a spasso per S.Sofia catturato e affidato al vicesindaco

Martedì è stato rinvenuto a Santa Sofia un daino maschio che passeggiava per il paese munito di collarino. Sono immediatamente intervenuti gli agenti del Corpo Forestale dello Stato che hanno catturato l'animale

Martedì mattina è stato rinvenuto a Santa Sofia un daino maschio che passeggiava per il paese munito di collarino. Sono immediatamente intervenuti gli agenti del Corpo Forestale dello Stato che hanno catturato l’animale per liberarlo in ambiente selvatico. L’animale ha subito mostrato grande familiarità con l’uomo e, dalle prime informazioni raccolte sul posto, sembra sia stato "adottato" da persone  provenienti dalla stessa frazione, nei pressi di Biserno, "resa famosa" dalla vicenda del cervo Belinda, "adottato" dal piccolo centro abitato e poi ucciso tragicamente da un cacciatore.

In accordo con la Provincia di Forlì-Cesena, competente in materia faunistica - precisa la Forestale - l'animale è stato consegnato al vicesindaco Piero Lungherini, con l'incarico di liberare l'animale in ambiente extraurbano e selvatico, e con l'accorgimento di evitare pericoli per l'uomo. Pericoli in realtà molto remoti, dal momento che fin dalla cattura, racconta il personale intervenuto sul posto, il daino si è mostrato docile e abituato al contatto umano. Insomma, al daino in questione la sorte non ha riservato il destino ben più cruento di Belinda.

Sul fatto arriva la critica dei Verdi, con Sauro Turroni che lamenta che “sorprendentemente è intervenuta l’amministrazione provinciale di Forlì-Cesena che, con inconsueta rapidità, ha inviato una lettera con cui dispone la consegna dell’esemplare di daino ad un privato cittadino, che fra l’altro ricopre l’incarico di vicesindaco del comune di Santa Sofia. L’iniziativa della Provincia di Forlì-Cesena, oltre ad essere del tutto irrituale, appare anche in contrasto con la normativa vigente e volta a favorire l’autoproclamatosi proprietario di un esemplare faunistico appartenente invece al patrimonio indisponibile dello Stato. Si tratta di un animale pericoloso ai sensi della Legge n. 150/92 e del decreto ministeriale 19 aprile 1996 e la detenzione di un animale pericoloso, qualora non proveniente da allevamento autorizzato e detenuto senza autorizzazione, si concretizza come reato”.

Continua Turroni: “La Provincia di Forlì-Cesena continua imperterrita e senza alcun ripensamento nella propria azione a favore della lobby venatoria, sovente piegando le leggi e i regolamenti agli interessi dei cacciatori. I Verdi attendono con impazienza la conclusione della Presidenza Bulbi che si è contraddistinta in modo inaccettabile nel favorire le peggiori iniziative di chi si diverte uccidendo esseri viventi”.

Da parte sua, invece, la Forestale conferma la titolarità della Provincia sulle questioni di natura faunistica e rimarca che, purché mantenuto in stato di libertà (come fu nel caso di Belinda) nessuna legge vieta di dar da mangiare e accudire un animale "addomesticato" e abituato al contatto con l'uomo.

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