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Cronaca

Carcere, stop alle lezioni scolastiche mentre il centro medico è in grave sotto-organico

Per la prima volta i corsi scolastici per i detenuti non sono stati attivati. Lo rileva, nel suo monitoraggio annuale dei penitenziari regionali l’Associazione Antigone

Impossibile prendere la licenza media o la maturità da scuola superiore nel carcere di Forlì. Per la prima volta, infatti, questi servizi scolastici per i detenuti non sono stati attivati. Lo rileva, nel suo monitoraggio annuale dei penitenziari regionali l’Associazione Antigone Emilia Romagna. 

Tra le altre problematiche - oltre alla struttura vetusta, alloggiata in edifici dove il più vecchio risale all’Ottocento - si registrano livelli crescenti di conflittualità attribuiti all’ ingresso di detenuti problematici (diagnosi psichiatriche e disturbi comportamentali).

“Uno stato di grave crisi è riferito al pesante sotto-organico di medici, anche in considerazione del fatto che Forlì è l'unico istituto romagnolo dotato di un centro clinico strutturato, con copertura medica h24”, rileva Antigone. Sussistono poi problematiche anche le carenze di organico della polizia penitenziaria, aggravate da tassi di malattia molto elevati degli agenti. 

“Il tema della carenza di personale sanitario è spesso emerso nel corso dell’attività di monitoraggio svolta nel corso del 2022 e rispetto al quale appare necessario individuare soluzioni che permettano di garantire una adeguata copertura sanitaria ed un incremento in particolare del personale medico, considerato peraltro l’alto numero di persone attualmente recluse”, continua Antigone. 

Le visite effettuate dall’Associazione nel corso dell’anno appena terminato hanno riguardato la totalità delle carceri per adulti presenti in regione ovvero le case circondariali di Bologna, Ferrara, Modena, Piacenza, Reggio Emilia, Forlì, Ravenna e Rimini, la casa di reclusione di Parma e la casa di lavoro di Castelfranco Emilia oltre che l’Istituto penale per i minorenni di Bologna.

In riferimento alle carceri per adulti, l’Emilia Romagna si conferma essere una delle regioni, quantomeno del nord Italia, con il più alto tasso di presenze: al 31 dicembre 2022 erano 3407 i detenuti presenti in regione; tra questi 153 donne distribuite nelle 5 sezioni femminili presenti a Bologna, Modena, Piacenza, Reggio Emilia e Forlì, e 1660 stranieri. In merito alla posizione giuridica ben 2561 detenuti erano condannati in via definitiva.

Il carcere di Forlì, visitato a novembre, ospita 162 detenuti (su 180 posti), di cui 122 definitivi. “Oltre alle sezioni comuni, ci sono una piccola e ben funzionante sezione femminile (20 posti), la sezione Oasi (protetti) e la sezione Orizzonti (dimittendi e autorizzati al lavoro esterno)”, è l’identikit tracciato da Antigone.

Le carceri della regione, spesso con elevati livelli di sovraffollamento , presentano diversi profili di criticità dovuti anche ai diversi circuiti presenti all’interno dei singoli istituti, che comportano evidenti conseguenze anche dal punto di vista dell’accesso alle offerte trattamentali se si considera, peraltro, l’alto numero di persone condannate in via definitiva (2561) in rapporto al numero di funzionari giuridico-pedagogici, spesso in sotto organico.

Le maggiori problematiche si riscontrano all’interno delle sezioni di media sicurezza ove, peraltro, è ristretta la maggior parte della popolazione detenuta. È all’interno di queste che si rilevano spesso condizioni strutturali peggiori, soprattutto all’interno delle celle che appaiono in molti degli istituti visitati caratterizzati da mobilio vecchio, sprovviste di docce all’interno, prive di acqua calda. 
 

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