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Ambiente

Centro sportivo alla Cava con piscina, gli ambientalisti: "Ancora un consumo di suolo"

Il Taaf rivolge all'amministrazione comunale un appello affinchè "venga riconsiderata la situazione anche alla luce dei cambiamenti climatici, della siccità incombente, del rispetto del “consumo di suolo integro”"

Il Tavolo delle associazioni ambientaliste forlivesi contro il progetto di riqualificazione dell'impianto sportivo alla Cava in via Sillaro, che prevede la costruzione anche di una piscina. Gli ambientalisti espongono così le loro ragioni: "La siccità sempre più grave sta facendo soffrire non solo l’agricoltura, ma anche il nostro patrimonio verde in città. Girando per le vie e nei parchi si notano ovunque piante in sofferenza o addirittura secche. In questa situazione che non è emergenziale perché, come ci dicono vari Enti (Ipcc, Cnr e Ispra) e molti esperti, la siccità ci accompagnerà anche nei prossimi anni, apprendiamo che nel centro sportivo del quartiere Cava si abbatteranno 50 alberi per costruire una piscina. Il coordinatore del quartiere ci ha detto che la maggior parte di questi alberi è secca o in pessime condizioni e che sarebbero “poche” le piante sane da abbattere".

"Resta il fatto che, in queste condizioni di siccità, l’ulteriore uso di acqua potabile ed il consumo di suolo per costruire una piscina, con tutte le strutture annesse, appare come uno spregio al buon senso ed alle indicazioni nazionali ed europee", proseguono le associazioni ambientaliste del Taaf, che rivolgono all'amministrazione comunale un appello affinchè "venga riconsiderata la situazione anche alla luce dei cambiamenti climatici, della siccità incombente, del rispetto del “consumo di suolo integro” e che vengano piuttosto attuate piantumazioni di nuovi alberi, che dovranno poi essere mantenuti e annaffiati e non abbandonati a se stessi e fatti seccare. Così è solo uno sperpero di denaro pubblico. Per annaffiare esistono strumenti idonei come il recupero delle acque reflue depurate e sistemi di irrigazione a goccia. Soluzioni analoghe, peraltro già adottate in vari Comuni della Regione (Reggio Emilia, Bologna, Rimini) con progetti proposti e attuati anche da Hera, in linea con le indicazioni europee. Queste alternative possono salvare il nostro patrimonio verde e rendere la città più resiliente nei confronti di un clima che potrebbe riservarci nel prossimo futuro dolorose sorprese".

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