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Cronaca

Decine di persone evacuate da un condominio, monta la protesta: "In 15 giorni nessuna verifica di stabilità"

“Nel frattempo due famiglie sono andate a vivere in case al mare, altre sono alloggiate in hotel a Castrocaro, persone sacrificate in piccole stanze e alloggiate in modo invivibile", protesta un residente

Dopo lo sgombero dell'intero stabile avvenuto ormai 15 giorni fa, nessuno avrebbe più fatto perizie e verifiche per valutare il grado di stabilità del condominio 'Annamaria', che si trova in via Locchi 8 e che vede ad ora 12 famiglie sfollate e impossibilitate a rientrare a casa. Per questo sta montando la rabbia dei residenti che vedono, a detta di uno dei condomini, Walter Cacchi, inerzia e rimpalli da parte delle autorità. Solo domani, martedì, si terrà un primo sopralluogo con il Comune, il Consorzio di Bonifica e altri enti, il tutto ad oltre 15 giorni dall'evacuazione.

“Nel frattempo due famiglie sono andate a vivere in case al mare, altre sono alloggiate in hotel a Castrocaro, persone sacrificate in piccole stanze e alloggiate in modo invivibile. Il tutto dopo che siamo stati sgomberati in piena notte e poi portati al centro di accoglienza del Palazzo Sme di via Punta di Ferro, dove siamo rimasti per giorni”, spiega Cacchi.

Che si sfoga: “Una vita di sacrifici andata in fumo e nessuno che sa dirci quando potremo rientrare nelle nostre case”. Anche perché  “in questo condominio l'acqua è arrivata al primo piano e si sta aggiungendo danno al danno, impedendoci di intervenire sui muri e i solai infradiciati. Temiamo che la situazione possa anche peggiorare senza interventi tempestivi”.

Il problema di questo condominio risale al 21 maggio scorso, quando in strada, all'incrocio con via Nervesa si apre una voragine proprio davanti allo stabile. Problemi si riscontrano anche nel cortile dello stesso condominio, mentre nel giro di un paio di giorni il fondo stradale inizia a cedere in più punti lungo tutta via Nervesa, con voragini grandi e piccole. Un vero e proprio collasso dei sottoservizi stradali. Per questo è stata disposta l'evacuazione in via precauzionale dell'intero condominio. Ma da allora, appunto, non si sarebbe fatto più niente, tranne affidare una perizia ad una società di Faenza.

“L'edificio non presenta crepe, non si notano modifiche strutturali come per esempio porte fuori squadra. E' nelle condizioni che era 20-30 anni fa”, continua Cacchi. Che infine se la prende con gli enti pubblici: “Il tubo che ha ceduto e provocato la voragine è pubblico, ci dicono del Consorzio di Bonifica o di più enti. Pensiamo che siano stati lavori fatti con pressapochismo e che non hanno tenuto conto dell'assetto idrogeologico di questa zona. L'edificio è stato costruito in una lottizzazione anni '70, approvato secondo il piano regolatore vigente all'epoca. Vogliamo capire di chi sono le responsabilità e poter tornare nelle nostre abitazioni. Alcuni di noi si sono già rivolti ad un'associazione nazionale per la tutela dei consumatori”. A peggiorare la situazione, conclude nella sua segnalazione Cacchi, è che "si sono frantumati i tubi in eternit dell'acquedotto. Per cui - teme - c'è un problema anche nell'acqua potabile". 

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