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Cronaca

"No al gasdotto Snam", le associazioni ambientaliste: “Inutile e dannoso per l’Appennino alluvionato e a rischio sisma”

Serata pubblica organizzata da Legambiente, Wwf e comitato NoMegastore a Pievequinta, insieme al comitato No Tubo Romagna, contro il metanodotto Linea Adriatica

Un’opera definita “inutile” per il fabbisogno di metano e “dannosa” per l’impatto su un territorio fragile sotto il profilo sismico, per di più flagellato dall’alluvione. Piena convergenza e netta contrarietà al progetto della Linea Adriatica del metanodotto Snam da parte di Legambiente Forlì-Cesena, Wwf Forlì-Cesena e dal comitato NoMegastore di Forlì che, per la serata di giovedì 2 novembre alle 20,30, hanno organizzato un’assemblea pubblica dal titolo “C’è puzza di gas” a Palazzo Morattini Monsignani a Pievequinta (via Armellino, 33).

Gli esponenti delle tre associazioni, che si uniscono al comitato ecologista “No Tubo Romagna”, lamentano poi la mancanza di informazione ai cittadini su un’opera imponente, che avrà una lunghezza di 430 chilometri e attraverserà sei regioni, da Sulmona a Minerbio, toccando la provincia di Forlì-Cesena — per un tratto di oltre 46 chilometri - in un tracciato che interessa Mercato Saraceno, Cesena, Bertinoro, Forlimpopoli e Forlì. Per poi proseguire verso il ravennate: Ravenna, Russi, Alfonsine, Bagnacavallo, Lugo. 

“Ci chiediamo se il nostro territorio abbia effettivamente bisogno di questo gasdotto e se sia in grado di sopportarne il peso e le conseguenze - dicono Sara Conficconi, Giorgio Adamo e Daniele Cortesi del comitato NoMegastore - ecco perché abbiamo deciso di aderire e di sostenere questa posizione con il coinvolgimento di esperti in materia”. Quanto all’informazione ai cittadini, “ancora una volta è mancata soprattutto su temi che riguardano la salute - dicono - e non vengono informati neanche i comitati di quartiere: Alla serata abbiamo invitato i rappresentanti dell’amministrazione comunale, il vice sindaco non potrà essere presente per precedenti impegni, sindaco e giunta ancora non ci hanno dato riscontro”.

Il progetto del gasdotto toccherà numerosi Comuni appenninici, per un totale di 323 privati proprietari di terreni. "La Rete Adriatica doveva inizialmente essere installata lungo la costa adriatica ma poi Snam, la società nazionale di gestione del gas, decise di spostare il tracciato lungo l’Appennino - spiega Francesco Occhipinti, presidente di Legambiente Forlì-Cesena - e toccherà zone altamente sismiche, paradossalmente tutti gli epicentri dei più forti terremoti che hanno interessato l’Italia dal 1997 a oggi. Senza considerare la modalità con cui sono stati contattati i proprietari dei terreni e delle abitazioni in cui dovrebbe passare il gasdotto, proponendo loro cifre irrisorie che comprendono anche una servitù a vita”. Quanto alla questione ambientale, Occhipinti definisce l’impianto “altamente impattante e inutile, quanto il rigassificatore di Ravenna - prosegue -. I dati ci dicono che stiamo andando verso una riduzione nell’utilizzo del metano di cui abbiamo sempre meno bisogno. Questo progetto, fermo dal 2012 e rispolverato dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, non porterà neanche a un calo dei costi delle bollette”. 

Stessa linea espressa anche dal Wwf che mette l’accento sulle ricadute negative per le zone interessate. “In molti casi si tratta di terreni coltivati - dice Ornella Mordenti, Wwf Forlì-Cesena -, destinati a bosco o a piccoli allevamenti, per i quali il metanodotto sarà altamente invasivo. Il cambiamento climatico ci impone di andare nella direzione contraria, ma i nostri amministratori non vogliono capirlo”. Alla serata organizzata per giovedì a Pievequinta, oltre a Francesco Occhipinti e Ornella Modenti, saranno presenti Grazia Gardelli del comitato “No Tubo Romagna” e Giuseppe Tadolini della “Campagna per il clima fuori dal fossile”, modera Sara Conficconi. 

Il tracciato

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