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Salute

Tumori ai testicoli e alla prostata, infertilità e disfunzione erettile: "Patologie in crescita. Serve più attenzione alla propria salute"

L'INTERVISTA - Roberta Gunelli, primario dell'Unità Operativa di Urologia dell'ospedale "Morgagni-Pierantoni" di Forlì e presidente dell'Associazione urologi italiana (Auro), spiega a ForlìToday l'importanza della prevenzione sin dalla giovane età

In Italia nel 2020 sono stati diagnosticati circa 36mila i nuovi casi di neoplasie prostatiche e nel 2021 sono stati stimati 7.200 decessi per carcinoma prostatico a fronte di 564mila pazienti portatori di tumore prostatico. Per quanto concerne il tumore del testicolo, invece, nel 2020 sono state stimate 2.300 nuove diagnosi. In Romagna è attivo fin dal 1985, grazie all’impegno dell’Istituto Oncologico Romagnolo (Ior), il Registro Tumori della Romagna e, dai dati pubblicati, per quanto riguarda il tumore prostatico, i nuovi casi all’anno sono circa 800, mentre per il tumore del testicolo, una neoplasia relativamente rara, l’incidenza, cioè il numero di nuovi casi di tumore del testicolo all’anno, è di circa 4-5 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. Roberta Gunelli, primario dell'Unità Operativa di Urologia dell'ospedale "Morgagni-Pierantoni" di Forlì e presidente dell'Associazione urologi italiana (Auro), spiega a ForlìToday come siano importanti regolari controlli dell’apparato urogenitale e riproduttivo fin dalla giovane età per evitare conseguenze più gravi da adulti. 

Dottoressa Gunelli, gli uomini si preoccupano troppo poco della propria salute, arrivando a parlare con un medico quando il problema è già in stadio avanzato?
La risposta è sì per quanto riguarda la ridotta attenzione che gli uomini portano alla propria salute. Devo però fare una precisazione.

Prego...
Le nuove generazioni sono più attente al proprio stato di salute ed alla forma fisica per cui è più facile essere ascoltati dai giovani quando si suggerisce un corretto stile di vita ed una maggiore attenzione al proprio stato di salute, prevenendo in tal modo l’insorgenza delle malattie o per lo meno rendendo la diagnosi più precoce, evitando di trovare malattie ad uno stadio così avanzato da rendere impossibile un trattamento efficace.

I disturbi urologici sono in crescita? Se sì, per quale motivo?
Le patologie urologiche sono in costante crescita ed uno dei motivi di rilievo è certamente legato all’invecchiamento della popolazione. Le patologie neoplastiche, in particolare le neoplasie renali, sono in crescita, ma anche nell’ambito delle patologie non neoplastiche si è osservato da 20 anni ad oggi un progressivo aumento della frequenza. In particolare vorrei porre attenzione alla calcolosi renale, all’infertilità maschile ed alla disfunzione erettile, sottolineando come queste problematiche abbiano spesso una comune origine nei problemi dell’alimentazione, essendo più frequenti nei pazienti sovrappeso.

Tra le cause principali dell'infertilità?
Un posto importante è preso dal consumo di alcol e droghe, così come il fumo di sigaretta che può causare riduzione del numero degli spermatozoi fino al 20% e non possiamo tralasciare anche gli importanti effetti negativi dell'inquinamento.

E per quanto riguarda l’aumento dei casi di disfunzione erettile?
E' da segnalare come stia diventando un problema anche per i più giovani e che in questa categoria un elemento di rischio è quello dell’abitudine alla assunzione di bevande alcoliche. Purtroppo non vi è conoscenza del fatto che gli alcolici, assunti spesso con l’intento di disinibire, siano invece deleteri per la sfera sessuale e per la fertilità, interferendo in senso negativo con il normale equilibrio ormonale.

Quali sono le patologie legate all’apparato urinario più frequenti?
Bisogna fare riferimento alle varie fascie di età e vi sono ovviamente patologie legate al genere. Fra gli uomini in età adulta i disturbi della minzione sono prevalentemente legati all’ostruzione causata dalla prostata, anche se non è giusto generalizzare in quanto vi possono essere disturbi, quale la minzione “urgente” e frequente che può essere dovuta ad una alterata attività della muscolatura vescicale. Nei giovani maschi le problematiche minzionali sono invece più frequentemente legate a fenomeni infiammatori prostatici. Nelle donne sono relativamente facili le infezioni delle basse vie urinarie, le cistiti, che talora possono ripresentarsi con frequenza creando un severo disagio e la necessità di essere prevenute con attenzione. Per quanto riguarda le patologie neoplastiche si è registrato un aumento dei nuovi casi e, mentre per le neoplasie renali e per quelle vescicali l’incidenza è maggiore negli uomini rispetto alle donne, nell’uomo la neoplasia prostatica la fa purtroppo da padrona essendo la prima causa di neoplasia nel sesso maschile (18.5% di tutte le neoplasie), mentre per le neoplasie vescicali l’incidenza sta aumentando nel sesso femminile per l’aumento dell’abitudine al fumo di sigaretta. Una costante presenza è poi quella della calcolosi renale che, se trascurata, può portare a riduzione della funzionalità renale.

Quali sono i sintomi che necessitano di una visita specialistica?
Un sintomo che non bisogna mai trascurare è quello del rilievo di sangue nelle urine, detta in termini medici ematuria, in questo caso è consigliabile rivolgersi al Medico di famiglia che potrà valutare la necessità di una visita specialistica urologica nel caso vi sia un sospetto di neoplasia vescicale. Altro sintomo da indagare è la riduzione della forza del flusso di urina durante la minzione o la difficoltà ad iniziare la minzione stessa, tale problematica è più spesso maschile ed è necessario cercarne la causa riconoscendo l’ostruzione che potrebbe essere dovuta all’ingrossamento della prostata o ad una riduzione importante del calibro dell’uretra, così viene chiamato il tubicino che collega la vescica all’esterno. A volte però l’assenza di sintomi non equivale ad assenza di malattia, ad esempio nella fase iniziale il carcinoma della prostata è asintomatico e solo con il progredire della malattia compaiono alcuni sintomi come la diminuzione della potenza del getto urinario, la pollachiuria (aumento di frequenza delle minzioni), l’ematuria, la disuria e, nelle fasi più avanzate della malattia, essendo lo scheletro la prima sede di metastatizzazione, è caratteristico lo sviluppo di dolore osseo, localizzato principalmente a livello del rachide.

La prevenzione è fondamentale sin dall'adolescenza. Si tratta di un argomento spesso tabù, che va affrontato nelle scuole per esempio?
E’ fondamentale prevenire, quando è possibile, le malattie e nell’adolescenza è importante coinvolgere i ragazzi e le ragazze dando indicazioni sul corretto stile di vita e, in particolare per i ragazzi, far conoscere meglio il proprio corpo per riconoscere precocemente la comparsa di noduli, in genere non dolenti, ai testicoli. Questo momento di incontro trova la sua sede ideale nell’ambito scolastico, già in passato l’Unità operativa di Urologia di Forlì, in collaborazione con il Consultorio Giovani e con il Provveditorato agli Studi, ha svolto una attività di informazione e di visite mirate al riconoscimento di patologie andrologiche presso gli istituti delle scuole secondarie di secondo grado di Forlì, purtroppo il triste periodo Covid ha interrotto momentaneamente tale attività che speriamo di poter riprendere quanto prima.

Parlando di tumori ai testicoli, si parla di autopalpazione degli organi per scoprire e curare per tempo il tumore. Come funziona?
Come ho detto è necessario insegnare ai ragazzi la facile tecnica dell’autopalpazione dei testicoli per saper riconoscere un cambiamento della loro forma e consistenza, così come le ragazze imparano l’autopalpazione del seno. Solo così è possibile fare una efficace diagnosi precoce e se dovesse esserci un dubbio alla palpazione i ragazzi dovranno rivolgersi al medico di famiglia ed allo specialista urologo per escludere la presenza di una neoplasia testicolare in fase iniziale e pertanto trattabile in modo radicale. Importante è anche una valutazione dello scroto e dei testicoli da parte dello specialista per escludere la presenza di varicocele, una dilatazione anormale delle vene che partono dal testicolo, che può essere nell’età adulta causa di ridotta fertilità.

Altro tumore che spaventa l'uomo è quello della prostata. Un corretto stile di vita aiuta la sopravvivenza?
Mangiare sano, mantenere il giusto peso corporeo, fare regolarmente attività fisica e moderare il consumo di bevande alcoliche può ridurre fino al 30% il rischio di ammalarsi di tumore e queste regole generali valgono naturalmente anche per le neoplasie urologiche (prostata, rene e vescica) e in particolare per la neoplasia vescicale è un importante fattore di rischio l’abitudine al fumo di sigaretta, senza dimenticare il severo rischio legato anche al fumo passivo.

Quali sono le terapie e come stanno evolvendo?
Per il tumore del testicolo, riconosciuto in fase precoce, la terapia chirurgica risulta spesso risolutiva e l’esame istologico e l’andamento degli esami di laboratorio specifici, i cosiddetti markers tumorali, ci fanno da guida per eventuali terapie da associare a quella chirurgica. Nel caso del tumore prostatico gli ultimi anni sono stati importanti per la comparsa di nuove tecniche chirurgiche, quali la laparoscopia e la tecnica robotica che abbiamo avuto la possibilità di utilizzare fin dal 2007 quando è stato acquisito il sistema robotico da Vinci. Grazie a queste nuove tecniche chirurgiche mininvasive, ormai entrate nella nostra routine chirurgica, possiamo ottenere un risultato oncologico ottimale associato ad una più rapida ripresa nel periodo postoperatorio, riducendo le complicanze più temute, quali l’incontinenza urinaria e la disfunzione erettile.

A livello farmaceutico?
In campo oncologico importanti farmaci antiandrogeni e chemioterapici sono stati proposti, evolvendo le classiche terapie ormonosoppressive, andando ad affiancare le proposte della radioterapia e della terapia radiometabolica. Attualmente i pazienti più complessi hanno la possibilità di essere valutati dal gruppo multidiscipplinare (Tmd) uroncologico al quale partecipano Urologi, Oncologi, Radioterapisti e Anatomopatologi. Il Tmd unisce l’attività dell'Ausl Romagna a quella dell’Irst  di Meldola per dare ai pazienti tutta la competenza e le possibilità terapeutiche disponibili in accordo con le principali Linee guida nazionali ed internazionali. Vorrei però accennare a quella che è veramente la parte più innovativa.

Di cosa si tratta?
Mi riferisco alla sorveglianza attiva. Questa proposta consiste, dopo una biopsia prostatica positiva per un carcinoma di basso grado e quindi non aggressivo, nel mettere i Pazienti sotto attenta e regolare sorveglianza senza fare terapie invasive, chirurgiche o oncologiche. In questo modo i pazienti possono continuare la propria vita e solo in caso di comparsa di una progressione della malattia saranno indirizzati verso una terapia attiva. Per concludere voglio sottolineare ancora una volta un aspetto.

Certamente...
Rispettare il proprio corpo, attraverso uno stile di vita corretto, è il modo migliore di prendersi cura della propria salute e che riconoscere precocemente le più importanti malattie urologiche, grazie alle più attuali metodiche di indagine laboratoristiche e radiologiche, è spesso possibile, ma ancor più importante è il rapporto fra paziente e medico che permette di personalizzare un efficace percorso di diagnosi e di permettere al paziente di fare scelte terapeutiche consapevoli e quindi serene.
 

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