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La Lega rivendica l'esposto che ha portato all'avviso di garanzia di Drei: "Una nostra battaglia"

La Lega Nord rivendica l’esposto dell’anno scorso che ha portato all’avviso di garanzia al sindaco Davide Drei  sulla vicenda della holding pubblica Livia Tellus

La Lega Nord rivendica l’esposto dell’anno scorso che ha portato all’avviso di garanzia al sindaco Davide Drei  sulla vicenda della holding pubblica Livia Tellus, con ipotesi di reato quali abuso d’ufficio e falso ideologico. In una conferenza stampa convocata d’urgenza il Carroccio chiede le dimissioni del primo cittadino. Per il segretario romagnolo Jacopo Morrone oggi “è cominciata la campagna elettorale che arriverà fino alle elezioni del 2019”. E in tale periodo, continua il leghista, “non faremo sconti a nessuno e andremo fino in fondo su questo tema, anche se, come immaginiamo, potrebbero venire coinvolti anche professionisti legati all’amministrazione comunale e al Pd”.

Per Morrone Forlì “è  come un azienda in concordato,  la fase precedente al fallimento, e noi come forlivesi vogliamo risanare questa azienda. La Lega ha i progetti e la classe dirigente ormai matura per  rilanciare la città”. Parole, quindi, da campagna elettorale in corso. Per il Carroccio “Forlì è la città  fanalino di coda della Romagna,  tutto questo dovuto all’amministrazione Drei, che sarà ricordata solo per le indagini e per i continui cambi di assessori e vertici amministrativi. Forlì non si merita questo”. E se l’obiezione è che il gioco di sponda tra avviso di garanzia e richiesta di dimissioni da parte dell’opposizione è un film già visto nella politica italiana a tutti i livelli, Morrone risponde che “l’avviso di garanzia è solo la ciliegina sulla torta, noi siamo garantisti e di certo non siamo quelli che ritengono che la politica si faccia nei palazzi della giustizia, le dimissioni le chiediamo perché vediamo un’amministrazione immobile, amministratori incapaci, la città nel degrado e nessuna soluzione in vista per problemi centrali quali l’abbandono del centro storico e la sicurezza”. Sulle dimissioni è poi realistico Morrone: “Sappiamo che resterà attaccato alla poltrona,  ma sappiamo anche che ci sono malumori anche dentro la maggioranza. Speriamo che il PD consigli a Drei di mettere la città a disposizione di persone più competenti per gestirla, perché questi qui non riescono a mettersi d’accordo neanche su dove fare la cena di Natale”. E sulle liste esterne di maggioranza punta il dito Morrone: “Vediamo quanto resteranno dentro la casa che brucia”.

La Lega chiede le dimissioni di Drei: il VIDEO

Sulla vicenda di Livia Tellus entra nel merito il capogruppo Daniele Mezzacapo: “Questa vicenda è frutto di una battaglia della Lega Nord, che non ha trovato particolare sostegno dei compagni di opposizione, anzi a volte è stata contrastata. Prima di fare l’esposto, demmo una possibilità politica a Drei, chiedendo in Consiglio Comunale la restituzione delle somme erogate indebitamente agli amministratori di Livia Tellus, ma il sindaco ci rispose che andava tutto bene e che lui aveva operato regolarmente”. Quindi l’affondo: “Forlì va restituita ai forlivesi e tolte alle lobby di potere. Drei ha dimostrato un’incapacità amministrativa senza precedenti. Tutte le sue persone di fiducia oggi sono indagate. Ha fatto male il sindaco, il presidente della provincia e il presidente dell’Unione dei Comuni e tuttora sta dimostrando che non ci sono le competenze nella sua giunta”.

Il consigliere regionale Massimiliano Pompignoli è l’estensore dell’esposto che lo scorso anno arrivò in Procura: “Tutti i compensi nelle società partecipate dovevano essere ridotti del 20% in base a quanto prevedeva il decreto Madia,  mentre sono stati aumentati fino a quadruplicarsi, come nel caso di Marzocchi (presidente di Livia Tellus, ndr)”. Drei ha parlato di una riduzione complessiva di spesa del 29%, sostenendo che non c’è stato alcun danno erariale, però. Sul punto rileva Pompignoli: “Se ci sarà danno erariale lo deciderà la Corte dei Conti a cui la Procura può inviare gli atti, se lo ritiene. Da parte nostra abbiamo rilevato nell’operato amministrativo quello che poi sono emerse come ipotesi di reato, cioè l’abuso d’ufficio e il falso ideologico, perché la norma è tassativa, chiara e non interpretabile, non lascia dubbi di interpretazione”.

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